Recensione Hunger Games - La ragazza di fuoco

Jennifer Lawrence torna a vestire i panni di Katniss Everdeen nel tassello centrale della saga distopica di Suzanne Collins

Recensione Hunger Games - La ragazza di fuoco
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In questa edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si può parlare di tanti film, di grandissime performance, di personaggi che hanno spiccato sul red carpet più di altri, ma è innegabile che l'evento che ha scosso l'intera manifestazione è stato, fin dall'inizio, la première italiana di Hunger Games - La Ragazza di Fuoco, per la quale erano attesi anche regista e attori protagonisti. Se da un lato la presenza del cast ha creato scompiglio a livello sociale, dall'altro la presentazione del film in anteprima ha scosso la curiosità di tantissimi fan e addetti ai lavori, già pronti a schierarsi a favore di un buon adattamento o contro l'ennesimo sfruttamento commerciale di una saga come tante altre. Perché ormai è chiaro a tutti che, quando si parla di progetti di questa portata, difficilmente esistono le mezze misure: lo si ama o lo si odia, come spesso si suol dire, soprattutto perché, così come per molti è facilissimo lasciarsi affascinare dalle vicende di Katniss Everdeen, intravedendo nella sua lotta personale contro il governo di Panem richiami alla situazione sociale e politica più contemporanea, è altrettanto semplice schierarsi contro di lei per partito preso, spinti dall'idea (si può dire errata?) che si tratti solo dell'ennesima storia creata appositamente per un universo giovane, volubile e tendente all'idolatria.
Tutto ciò per mettere le carte in tavola fin dall'inizio: se il primo Hunger Games non vi è piaciuto, difficilmente riuscirete a trovare convincente questo La Ragazza di Fuoco, non importa quanto ottimo lavoro possa portarsi alle spalle, soprattutto perché questi due film, così come i due successivi che arriveranno i prossimi anni, sono tutti strettamente connessi tra loro e in nessun modo possono vivere in modo autonomo, sia dal punto di vista narrativo che da quello emotivo. Ma se, al contrario, la saga ha attratto la vostra curiosità, vi siete affezionati ai personaggi e avete trovato interessante il primo capitolo dell'adattamento del lavoro di Suzanne Collins, potete star tranquilli che Francis Lawrence, erede del lavoro iniziato da Gary Ross, non ha nessuna intenzione di deludere le altissime aspettative.

L'edizione della memoria

Con la vittoria della 74esima edizione degli Hunger Games, Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) pensava di essersi guadagnata, per lei e per Peeta (Josh Hutcherson) un futuro tranquillo all'interno del Distretto 12: la vita non sarebbe mai stata davvero facile, come le ricordano ogni notte gli incubi riguardanti l'Arena, ma il peggio era passato. Alla vigilia del Tour della Vittoria, però, Katniss riceve la visita del Presidente Snow (Donald Sutherland) che le spiega come stanno veramente le cose: se nella Capitale tutti sono tremendamente affascinati dalla sua storia d'amore, negli altri Distretti il suo comportamento viene visto come un inammissibile (per lui) segno di ribellione. Per salvare la sua famiglia e tutte le persone che ama, compreso Gale (Liam Hemsworth), Katniss dovrà convincere tutti che i suoi sentimenti per Peeta sono reali. Ma durante il Tour diventa palese che, per quanto ci si possa impegnare, la scintilla della rivolta si è ormai accesa e Katniss ne è l'inconsapevole simbolo: bisogna annientarla e, con lei, tutti quelli della sua specie. La soluzione arriva con l'edizione della memoria degli Hunger Games, nella quale i tributi saranno estratti tra i vincitori ancora in vita delle precedenti edizioni. L'incubo ricomincia: si torna nell'Arena...

L'espansione del caos

Hunger Games - La Ragazza di Fuoco ha un compito importantissimo: sistemate ormai le basi della mitologia e dei personaggi nel primo capitolo cinematografico, a Francis Lawrence viene dato il compito di espanderne i confini interni, scavando dentro la psicologia di ognuno di loro ed esaltandone le contraddizioni. Nulla è mai come sembra, soprattutto a Panem, dove le apparenze sono sempre così curate. Ed è proprio su queste che il regista punta per dare maggiore risalto alla profondità dei suoi personaggi. Non si può non rimanere affascinati dalla vastità delle scenografie e da come il mondo in cui si muove Katniss sembri profondamente cambiato, dentro e fuori dal Distretto 12. Nulla è come prima ed è l'ambiente esterno a raccontarcelo prima ancora che i personaggi aprano bocca, a cominciare dal più superfluo lato modaiolo, affidato alle mani di Trish Summerville, che aveva già lavorato in passato con il regista in alcuni video musicali. Mai come in questo capitolo gli abiti ci raccontano la storia dei personaggi, di come sono cambiate le loro abitudini di vita, di quali siano i loro obiettivi e le priorità. I colori, i tagli, l'espressività della composizione estetica generale, raccontano dei loro legami, quelli di sempre e quelli che si sente la necessità di creare. Noterete, per esempio, che non è un caso se l'abbigliamento di Peeta è costantemente sporcato di diverse tonalità di verde... Ma ovviamente tutto questo studio stilistico trova il suo massimo esponente in Effie Trinket: "Volevo fare un tributo ad Alexander McQueen, perché sono stata particolarmente ispirata dalla sua moda e dalle sue creazioni strutturali. Elizabeth si è fatta davvero torturare per indossare alcuni di questi capi. Le sue scarpe sono pazzesche, soprattutto quelle di Alexander McQueen che l'hanno costretta a stare tutto il tempo sugli avanpiedi. Ma ha sopportato tutto in virtù di cotanta bellezza, perfettamente in linea con il personaggio di Effie", ha raccontato la Summerville. E non si può che rimanere a bocca aperta davanti all'opulenza di alcuni dei costumi che colorano la Capitale, così sfarzosi, esagerati, costantemente fuori tempo, per i quali sono stati coinvolti anche Juun.J e Jean Paul Gaultier. Da applaudire anche il lavoro della make-up artist Ve Neill che ha creato dei look davvero strepitosi per i protagonisti: drammatiche pennellate di colore in grado di essere espressione del carattere di ognuno di loro. "Questo film rappresenta il sogno di un truccatore. Bisognava rappresentare il sangue, elementi di fantasia, ed Effie, un'identità unica, a sé stante".
Questa particolare attenzione all'importanza estetica della narrazione non emerge soltanto in tutta la parte più mondana della pellicola, ma trova una sua impressionante espressione anche quando si passa nell'Arena, per la quale Fracis Lawrence ha deciso di utilizzare le telecamere IMAX, in grado di drammatizzare l'immagine e mostrarci il mondo (senza dover ricorrere a forzate soggettive) con gli occhi sgomenti di Katniss: "L'immagine IMAX rende un impatto incredibile, proprio come appare agli occhi di Katniss per la prima volta questo splendido, nuovo e minaccioso mondo. Siamo tutti sbalorditi quanto lei". Davvero una scelta intelligente che regala alle inquadrature all'interno dell'Arena una potenza empatica impressionante.

La buona sorte non sarà mai a nostro favore

L'attenzione al mondo esterno di Hunger Games - La Ragazza di Fuoco è nulla paragonata a quella verso l'interiorità dei personaggi. Dopotutto questo è il capitolo di passaggio, quello del cambiamento, dell'approfondimento, quello che conduce Katniss da vittima a combattente, da inconsapevole a cosciente simbolo della rivolta. È in questo film che i suoi dubbi, le paure e le incertezze si acuiscono fino a diventare l'arma da usare contro il nemico. E Francis Lawrence riesce a mostrare pienamente questa metamorfosi, grazie anche a un cast che è profondamente dentro la storia, che la ama e fa di tutto per comprenderla. Se qualcuno ha mai avuto dei dubbi sulla bravura di Jennifer Lawrence, bastano gli ultimi secondi di film a dimostrare quanto l'attrice sia capace di dimostrare una gamma diversa di emozioni con la sola potenza dello sguardo e la sua bravura è riuscita a influenzare anche le performance di Josh Hutcherson e Liam Hemsworth, che appaiono molto più sicuri di sé, a proprio agio con un personaggio che, anno dopo anno, cresce con loro. Tutto il cast si incastra alla perfezione nell'intricato puzzle di Hunger Games e, se da un lato ci sono performance come quelle di Woody Harrelson e Stanley Tucci che, con il loro immenso carisma, nessuno metterebbe mai in dubbio, anche le scelte di cast più discusse, come quella di Sam Claflin nel ruolo di Finnick Odair (uno dei personaggi più amati dai fan della saga), si rivelano entusiasmanti. "Sam è dotato di dolcezza e fascino", racconta Jennifer Lawrence, "Quando escono dalla bocca di Sam le parole sarcastiche di Finnick diventano estremamente affascinanti e questa è una cosa davvero difficile da fare, ma Sam ne è stato capace. Nessun altro attore sarebbe stato in grado di interpretare Finnick in modo così straordinario".
Il ritmo registico di Francis Lawrence si modella sulle performance dei suoi attori, seguendo quasi loro battito cardiaco, lasciandosi guidare da chi, inevitabilmente, ha passato più tempo di lui a Panem e aggiungendo a tutto il proprio tocco personale. La connessione emotiva con i personaggi è forte: La Rgazza di Fuoco è, soprattutto per tutta la prima parte, figlia delle conseguenze del primo film ed è normale che si basi molto sui legami e le suggestioni che esso ha creato. Lo spettatore condivide il dolore e la frustrazione dei protagonisti perché, proprio come loro, lo ha già provato; si lascia influenzare dalla rabbia, dalla loro stessa voglia di fuggire e allo stesso tempo combattere, mutando esso stesso al fianco di Katniss e Peeta, già inconsapevolmente pronto per quello che è il suo inevitabile destino.

Hunger Games - La ragazza di fuoco Se non vi piace la saga di Hunger Games, se il primo film non vi ha incuriositi per nulla e, anzi, vi ha annoiato, probabilmente è inutile che vi avviciniate a La Ragazza di Fuoco. Tutta la sua forza emotiva si basa, infatti, sui legami già creati tra spettatore e protagonisti e Francis Lawrence lavora egregiamente per enfatizzarli e renderli più saldi. In quest’ottica il film è appassionante, coinvolgente, complesso nel suo lato visivo così quanto in quello emotivo. Un adattamento che non delude per niente le aspettative dei fan della saga che, anzi, rimarranno completamente soddisfatti della potenza narrativa del film che riesce a portare sullo schermo sia il lato tragico che quello divertente di Katniss, eroe inconsapevole e per questo così profondamente reale. Il comparto musicale, che si modella sulla collaborazione tra i Coldplay e James Newton Howard, aggiunge drammaticità a un’immagine già di per se molto forte, espressione di una sceneggiatura molto meglio strutturata di quella del primo capitolo. Alla fine del tutto ci si ritrova legati alla storia di Katniss Everdeen, la ragazza di fuoco, senza più poter tornare indietro.

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