Recensione Hours

Paul Walker è un padre che cerca di salvare la figlia in uno degli ultimi film girati prima della tragica scomparsa

Recensione Hours
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Poche ore prima che l'uragano Katrina colpisca New Orleans, Nolan Hayes accompagna la moglie in ospedale in seguito a delle violenti doglie, nonostante il parto sia previsto oltre un mese dopo. La donna infatti, a causa delle complicazioni, muore nell'intervento, dando comunque alla luce una bambina, bisognosa di un respiratore artificiale per le prime 48 ore proprio per la sua nascita prematura. Nolan, ancora sconvolto dalla morte dell'amata, dovrà prendersi cura della piccola mentre al di fuori della struttura le forze della natura colpiscono con inusitata violenza. E quando viene annunciata l'evacuazione d'emergenza, l'uomo dovrà lottare da solo per mantenere in vita sua figlia, combattendo anche con l'imminente black-out elettrico...In attesa di vedere che ne sarà di Fast & Furious 7, e mentre è ancora lontana l'uscita degli altri due titoli girati prima della scomparsa (Pawn Shop Chronicles e Brick Mansions), Hours è l'ultimo film attualmente uscito sul mercato (già uscito per l'home video, ma che verrà comunque distribuito nelle sale americane dal 13 dicembre) che vede come protagonista il recentemente scomparso Paul Walker. L'attore quarantenne, che aveva legato il suo nome  alla nota saga automobilistica, deceduto in tragiche circostanze ormai a tutti note, aveva cercato ultimamente di uscire fuori dall'iconico personaggio di Brian O'Conner, purtroppo con scarsi risultati. Tentativo effettuato anche nel film in discussione, diretto dall'esordiente Eric Heisserer (sceneggiatore in passato del remake di Nightmare, Final destination 5 e il prequel de La cosa).

Ore contate

Heisserer sceglie di raccontare il "dramma Katrina" dal punto di vista di un padre che, immediatamente dopo esser rimasto vedovo, è costretto ad accudire la figlia appena nata proprio mentre al di fuori infuria la tempesta. Una scelta che funziona assai bene in fase di sceneggiatura, un po' meno nella realizzazione effettiva. Hours soffre di un'eccessiva ripetitività delle situazioni, che si focalizzano su un punto base che rimarrà tale per tutta la narrazione: la bambina è mantenuta in vita tramite un respiratore artificiale, che quando scade l'energia a causa del blackout deve essere attivato dal collegamento con una batteria esterna, che deve essere ricaricata a mano ogni 3 minuti. Il personaggio di Nolan, mentre l'acqua comincia a infestare i piani bassi dell'ospedale, è così impossibilitato a uscire per chiedere aiuto (pena la fine del minutaggio e la conseguente, probabile, morte della piccola) se non per brevi istanti percorsi a spron battuto, che però ben presto finiscono per stremarlo psicologicamente e fisicamente. Questo imprime alla storia una tenue connotazione thriller che però nei 100 minuti di durata funziona solo a tratti, soprattutto nell'ultima parte in cui il protagonista è veramente allo stremo delle proprie forze. Un vero e proprio tour de force per l'attore scomparso, che pur non eccellendo compie il suo lavoro più che discretamente provando un registro quasi inedito nella sua carriera. Il problema perciò non risiede nella sua performance (anche se sicuramente con un attore più versatile avrebbe reso maggiormente), quanto nell'evoluzione del racconto, con reazioni improbabili e poco credibili (basti vedere come il medico annuncia a Noah la morte della moglie) e un fastidioso alternarsi di flashback "romantici" in cui l'uomo ripercorre la storia d'amore con la donna amata (interpretata dalla bella ma scialba Genesis Rodriguez). Il comparto emozionale, seppur non raggiunga vette elevate, riesce a portare alcuni momenti di commozione, altrove di inquieta tensione, ma la sensazione generale è che manchi qualcosa in questo film solo discreto, che aveva forse ambizioni più alte.

Hours Per tutti i fan rimasti orfani di Paul Walker, l'occasione per rimirare ancora una volta il bell'attore quarantenne recentemente scomparso si presenta con Hours, un dramma con leggere venature thriller ambientato durante le ore dell'uragano Katrina, che offre al suo protagonista il modo di mostrarsi anche in altri registri attoriali, con discreti risultati. Ma la sceneggiatura scade in una monotonia eccessiva e in una stucchevolezza talvolta fastidiosa, con una caratterizzazione dei personaggi di contorno poco curata e credibile, che in parte inficiano il risultato complessivo.

5.5

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