Recensione Piccoli demoni

La giovane Chloe Rose è la bella e brava protagonista di Piccoli demoni, affascinante horror ambientato nel giorno di Halloween.

Recensione Piccoli demoni
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Halloween, la notte delle streghe: quale miglior giorno possibile per ambientare una storia horror? Un sogno nel cassetto che è sempre stato nella testa di Bruce McDonald, regista canadese dalla lunga esperienza che già nel 2009 aveva diretto un piccolo cult di genere come Pontypool - Zitto o muori, presentato proprio ad una delle passate edizioni del Torino Film Festival. Quest'anno McDonald torna alla kermesse piemontese nella sezione Afterhours con Piccoli demoni, titolo ambientato per l'appunto in quel del 31 ottobre, che vede assoluta protagonista la ventunenne Chloe Rose, nota soprattutto sul piccolo schermo per la partecipazione a diverse serie televisive di successo.

Dora's baby

Il giorno di Hallowen la diciassettenne Dora fa visita al suo ginecologo e scopre di essere incinta di quattro settimane. Sconvolta dalla scoperta, la ragazza ritorna a casa, indecisa se rivelare o meno la verità alla madre. Proprio quest'ultima è pronta ad accompagnare in giro il figlio più piccolo per il classico tour di dolcetto e scherzetto, lasciando Dora da sola in attesa che il fidanzato vada a prenderla per trascorrere la serata. Il boyfriend però ritarda all'appuntamento e Dora riceve le visite di alcuni bambini con indosso inquietante maschere. Questi però si rivelano ben presto non essere dei normali pargoli in cerca di dolciumi e la ragazza comprende di esser finita in un incubo che sembra collegato proprio al bambino che già vive dentro di lei.

Trick or treat

Lo scopo principale di McDonald era quello di creare un'atmosfera inquietante e misteriosa che circondasse la giovane protagonista dopo i minuti iniziali. In una vera e propria escalation di tensione il racconto acquista una certa personalità, ancor più sottolineata dalle particolari e affascinanti scelte cromatiche che permeano buona parte della visione: virando su tonalità rosa-violacee e con una particolare cura per le ambientazioni (che siano in interni od esterni) il regista realizza dei veri e propri dipinti in movimento non privi di una certa forza poetica. La narrazione gioca buona parte delle sue carte di genere sulla presenza dei bambini "demoniaci", il cui viso è coperto da orribili maschere, e sul fatto che la protagonista si sia appena scoperta incinta, in una sorta di versione teen di classici a tema come Rosemary's Baby. E il sovrannaturale assume pian piano maggiore potenza, con l'entrata in scena di personaggi secondari (vi è anche Robert Patrick nei panni di un poliziotto) che sembrano a conoscenza di ulteriori dettagli. Il dubbio che sia tutto un furbo gioco tra realtà e immaginazione fa però pian piano capolino, e il frettoloso finale (che lascia più di una domanda senza risposta) non fa che confermare quanto temuto: Piccoli demoni (ora disponibile su Netflix) è una visione piacevole e avvolgente per un'ora abbondante, tiene col fiato sospeso e accende la curiosità, ma si sgretola in un epilogo che lascia con l'amaro in bocca.

Piccoli demoni Quasi fino alla fine Piccoli demoni sembra un gustoso dolcetto, ma gli ultimi secondi rivelano la sua essenza di beffardo scherzetto. McDonald dirige per un'ora e rotti un horror atipico e affascinante che sfrutta particolari soluzioni cromatiche per mettere in scena immagini non prive di poetica, e trova nella giovane Chloe Rose una protagonista bella e convincente. Peccato che l'affascinante narrazione si sfaldi inesorabile in una conclusione priva di senso e che sembra del tutto scollegata da quanto visto in precedenza, forzando lo spettatore a cercare dei significati metaforici che, pur chiaramente indirizzati sul tema aborto sì - aborto no, si palesano come un colpo a vuoto rovinando l'esperienza complessiva.

5.5

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