Hellboy II: The Golden Army, la recensione del film di Guillermo Del Toro

La fantasia sfrenata del duo Del Toro - Mignola colpisce ancora, nel sequel Hellboy II: The Golden Army. La nostra recensione.

Hellboy II: The Golden Army, la recensione del film di Guillermo Del Toro
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Il ritorno del demone rosso, tra un fauno e uno hobbit...

In questo 2008 ricchissimo di supereroi sul grande schermo, Hellboy acquista senza dubbio e di diritto un posto d'onore. Il primo capitolo di questa saga, uscito nel 2004, è stato un film molto sottovalutato nel suo genere: a suo favore volgevano un buon cast, molte battute azzeccate e il grande talento di Del Toro, che riuscì non solo a riproporre tutto il fascino del fumetto originale, ma addirittura a migliorarne la formula già di per sè accattivante. Ora, a distanza di quattro anni e forti dell'esperienza passata, Guillermo Del Toro e Mike Mignola danno alla luce questo Hellboy II: The Golden Army.

Nascita e vita di un mezzodemone

Ma come nasce Hellboy? Per quanti non conoscano il personaggio e il background delle sue avventure, provvederemo ora a riassumerne le origini.
Nel 1993, il fumettista Mike Mignola presenta, alla San Diego Comic-convention, un nuovo progetto per la Dark Horse Comics: Hellboy, per l'appunto. Si tratta di un fumetto di stampo supereroistico e sovrannaturale, dall'atmosfera mistica e dark, e con un protagonista molto sopra le righe, un mezzo demone amico degli umani impegnato nella lotta contro spiriti, diavoli, società segrete e ogni possibile entità malefica possa minacciare la pace nel mondo... e soprattutto la sua.
Secondo la fantasia del suo autore, Hellboy (il cui nome da demone è Anung Un Rama) viene evocato nel nostro mondo, appena nato, sul finire del secondo conflitto mondiale da un'elite di cospiratori occultisti fedeli al terzo Reich, desiderosi di farne un'arma al servizio del Fuhrer. I loro piani vengono sconvolti dagli alleati, e il cucciolo di demone viene allevato come un figlio dallo studioso Trevor Bruttenholm, che lo educa e lo fa diventare un membro di punta del B.P.R.D. (Bureau for Paranormal Research and Defense) al servizio dei servizi segreti americani. Nel corso dei suoi cinquant'anni di vita, sventa numerosi disastri di natura demoniaca e diversi piani segreti per la conquista del mondo.
Ma Hellboy, come ogni vero supereroe, deve anche affrontare i suoi super-problemi e i fantasmi del proprio passato, nella fattispecie le sue origini, che tende a rinnegare ma che continuamente tornano a galla a ricordargli che, nonostante tutto, lui non è un essere umano, o perlomeno, non è tale dalla nascita.

“Un demone destinato alla distruzione ci salverà”

In questa seconda avventura rivedremo molti dei personaggi a cui ci il primo film ci ha fatto affezionare: oltre al demone rosso, ritroviamo la pirocinetica Liz Sherman, il mutante acquatico Abraham "Abe" Sapien e il dirigente dell'F.B.I Tom Manning, il cui ruolo di spalla comica è sempre più marcato, a dispetto delle sue mansioni di supervisore per conto del Governo. Nuovo acquisto della squadra è il teleplasta Johann Krauss, il cui passato rimane per lo più un mistero, ma di cui abbiamo modo di ammirare i poteri ectoplasmici: fuoriuscendo dalla sua tuta di contenimento sotto forma di nebbia fantasmica, può prendere brevemente il controllo di entità animate così come di oggetti.
L'incipit della storia ci viene fornito in un breve flashback che ci mostra un breve squarcio dell'infanzia di Hellboy (nonchè le prime due palesi e gustosissime citazioni cinematografiche che Del Toro ha inserito nel film), in cui il Professor Bruttenholm racconta la leggenda dell'atavica guerra tra umani ed elfi, nonchè del mitico "Esercito Dorato" del titolo, formato da un'infinità di Golem invincibili che aspetta solo di essere risvegliato dal suo lungo sonno. Inutile dire che la millenaria tregua tra gli uomini e le creature del mondo sotterraneo viene infine rotta dal Principe Nuada, intenzionato a riportare in auge la sua stirpe, e che gli agenti del B.P.R.D. avranno a che fare con ogni genere di minaccia sovrannaturale: elfi, troll, enormi golem, angeli della morte, e addirittura fameliche "fatine" dei denti...

Uno stupendo giocattolo da 72.000.000 di dollari

Fin dalle prime battute del film, appare evidente come Del Toro e Mignola si siano divertiti un mondo a "giocare" con la cinepresa e con la storia per realizzare un film dalle atmosfere, se possibile, ancora più dark e orrorifiche del primo episodio, ma al contempo anche molto più autoreferenziale e incline alla parodia. I personaggi appaiono molto più bidimensionali, seppur sempre ben ancorati alle loro indoli caratteristiche: l'introspezione caratteriale non viene approfondita quanto nel precedente episodio, e c'è anzi da registrare una certa tendenza al voler rendere "macchiette" a tutti i costi alcuni dei protagonisti, Manning e Johann su tutti. Gli stessi agenti del B.P.R.D. sono "tutti uguali" e sembra stiano lì solo a far numero, a differenza del precedente episodio. Eppure tutto ciò è voluto e fa parte dell'economia di questo fumettone, che, a dispetto di alcune scene seriose, vuol essere un mero divertissement per gli spettatori come lo è stato per i realizzatori. In questo, Hellboy è molto onesto e lo afferma fin da subito, a suon di omaggi, citazioni, e balocchi visivi per tutti i bimbi più o meno cresciuti che lo andranno a vedere. Lo spettacolo visuale è di tutto rispetto, e sebbene non tutto risalti allo stesso modo (Hellboy ragazzino e altre creature -tra cui gli stessi elfi- non sono altrettanto convincenti dello splendido Elementale della Foresta o dei colossali e bellissimi golem della Golden Army), alcune scene riescono a strappare sincera ammirazione per il genio visivo del regista: quella con protagonista l'Elementale su tutte, ma anche il Troll Market o l'entrata alla grotta del Bethmoora Goblin. Dispiace per l'altalenante originalità della trama, costantemente in bilico tra l'ovvio, la parodia e la pura genialità. Le numerose ingenuità della parte finale sono perdonate in virtù delle precedenti scene viste all'interno della base dei nostri eroi, a dir poco spassose, e che da sole valgono il prezzo del biglietto. In conclusione, due parole sugli interpreti: sempre molto bravi e azzeccati nelle loro parti, peccano solo nel riproporre i propri personaggi senza aggiungere "nulla in più" rispetto alle loro precedenti interpretazioni (ad eccezione di Selma Blair, che ha dovuto traghettare il suo personaggio dall'insicurezza che mostrava nel primo capitolo alla ritrovata grinta del suo nuovo ruolo di agente effettivo/donna dell'eroe).

Hellboy 2: The Golden Army I fan del primo Hellboy, così come coloro che cercano semplicemente un buon film d'azione con diversi momenti spassosi, non rimarranno certamente delusi. Rivedere Perlman nei classici momenti “Oh cavolo", in cui il nostro viene steso solo per rialzarsi più arrabbiato e determinato che mai, è sempre un piacere, e sebbene questo film faccia un passo indietro a livello di caratterizzazione e introspezione dei personaggi, è un piccolo manuale su come si dovrebbe realizzare un film godibile prendendo il meglio di vari generi. Siamo sicuri poi, che i più attenti cinefili si divertiranno parecchio a scovare le numerosissime citazioni, più o meno palesi, che Del Toro ha spalmato lungo tutto il film: si spazia dai classici e doverosi Tolkien e Lovecraft, per arrivare a The Princess Bride e addirittura Chaplin. Tirando le somme, un film comunque degno di esser visto e rivisto, in attesa del prossimo, e probabilmente conclusivo, capitolo.

7

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