Recensione Hansel & Gretel e la strega della foresta nera

La fiaba dei fratelli Grimm in una nuova rivisitazione in chiave teen slasher

Recensione Hansel & Gretel e la strega della foresta nera
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Che le fiabe siano oggetto di trasfigurazioni moderne tramite mezzo cinematografico non è certo una novità. Il 2013 in particolare è stato un anno molto significativo per una delle storie più famose dei fratelli Grimm, quella di Hansel & Gretel. Nell'anno appena passato sono infatti state realizzate due diverse trasposizioni, Hansel e Gretel - Cacciatori di streghe (già passato in sala da noi) e Hansel e Gretel e la strega della foresta nera, in uscita il 6 febbraio. Al timone di questo nuovo titolo troviamo Duane Journey, al suo secondo lavoro dietro la macchina da presa (ma il primo, The Storm del 2012, deve ancora trovare la luce verde distributiva anche oltreoceano) dopo aver lavorato nella sezione tecnica per film come Men in black e la serie televisiva Alias. Un progetto horror low budget, che riprende gli storici personaggi del racconto solo per mere ragioni commerciali, visto che i protagonisti avrebbero potuto chiamarsi anche Gianni e Pinotto senza modificare il senso della storia. Storia che vede la giovane Gretel preoccupata per le sorti del suo ragazzo, misteriosamente scomparso dopo esser andato a comprare un nuovo potentissimo tipo di "erba" da un'anziana signora. Quando la ragazza si mette sulle sue tracce, scopre però che la donna è in realtà una potentissima strega che cucina i clienti, attirati a lei con la scusa della droga. Solo con l'aiuto del fratello Hansel, Gretel potrà sperare di sconfiggere la perfida fattucchiera che nel frattempo, vittima dopo vittima, comincia magicamente a ringiovanire.

Hansel e Gretel

Un teen slasher con qualche sprizzo di vago torture porn (limitato comunque ad una manciata di secondi) che non riesce mai a spaventare e, problema ancor più grave visto il tipo di prodotto, nemmeno a divertire. Zombie, una strega cannibale, poliziotti imbelli,  una "temibile" banda di spacciatori, due fratelli tanto imbambolati quanto odiosi in un meltin'pot assolutamente indigeribile, che come unica nota positiva vede l'interpretazione della sempre splendida Lara Flynn Boyle (I segreti di Twin Peaks, Men in black II) che riesce dare al personaggio della strega quella giusta dose di autoironia anche nelle scene più concitate. L'horror come detto è ridotto ai minimi termini, rendendo Hansel & Gretel e la strega della foresta nera un tipico prodotto per adolescenti in cerca di intrattenimento fatuo e fine a sé stesso. Baci saffici, asportazioni di bulbi oculari a scopo alimentare, una gigantesca serra situata in un ex-bunker atomico con tanto di labirinto (per il quale Gretel, per ritrovare la via, non esita a emulare come nella fiaba il "collega" Pollicino) per ottanta minuti di noia, nei quali la tensione è praticamente pari allo zero e dove la sceneggiatura si riempe costantemente di non-sense logici imbarazzanti. Fatto sta che la parte più interessante del progetto rimangono i titoli di testa, con i nomi del cast e del comparto tecnico scritti su delle confezioni di erba o di altri tipi di droghe. Dispiace vedere in un'operazione come questa un altro volto noto come Cary Elwes (Robin Hood - Un uomo in calzamaglia, Saw), quasi irriconoscibile in un ruolo secondario, mentre una nota pietosa è da stendere per i due giovani protagonisti, Michael Welch (proveniente dall'universo di Twilight) e Molly C. Quinn (Castle), tanto che alla fine il tifo è tutto quanto per la diabolica strega.

Hansel & Gretel e la strega della foresta nera Esclusa una divertita e divertente Lara Flynn Boyle nei panni della riuscita villain del titolo, il film è una produzione tanto improbabile quanto fastidiosa, sempre priva della necessaria ironia e mai in grado di incutere una minima dose di tensione e/o paura. Il cast, tolta la già citata e storica interprete di Twin Peaks, e la sceneggiatura non fanno altro che peggiorare le cose, rendendo la visione di difficile riuscita anche ai più famelici divoratori di teen slasher post 2000.

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