Recensione Hairspray

Lacca,qualche chilo di troppo e completini rosa, John Travolta torna al musical

Recensione Hairspray
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Baltimora 1962. Tracy (l'esordiente Nikki Blonsky) è una ragazzina brava a ballare ed a cantare, con un solo sogno, potersi esibire all'interno del Corny Collins Show insieme all'affascinante Link (Efron); c'è un solo problema, è un pochino sovrappeso. Come se non bastasse si attirerà le gelosie e le ire della reginetta della città (Snow) e della sua potentissima madre, la manager televisiva Velma Von Tussle (un'ironica Michelle Pfiffer). Così, insieme ad un gruppo di ballerini di colore (capitanati da Queen Latifah) ed alla madre (un irriconoscibile John Travolta) si imbarcherà in una rocambolesca avventura per portare anche nella provincia americana ideali moderni come l'integrazione razziale ed il diritto alla diversità.

Il film è un remake di un'opera degli anni '80, arrivata in Italia con il titolo Grasso è bello, diretta da John Waters; regista controverso e di culto, le cui produzioni hanno sempre pescato a piene mani dall'immaginario kitch americano, senza però lesinare una vena graffiante ed ironica.
Da questo lungometraggio fu tratto, nel 2002, anche un musical a Broadway che ottenne, ed ottiene tutt'ora, un ottimo successo di pubblico e critica.

L'intero film è pervaso da un'atmosfera patinata e nostalgica che ci proietta ottimamente nella storia ricostruendo meticolosamente (e qui si devono fare davvero i complimenti agli scenografi ed ai costumisti) arredi, mobilio e vestiti dei mitici anni '60, ottenendo un risultato molto convincente anche se, forse, a tratti banale. Gran cura è stata riposta anche nei momenti più sarcastici e dissacranti, con un paio di scenette (una su tutte, quella delle due donne incinte che bevono e fumano) azzeccatissime che conferiscono ad un film che rischiava di scivolare nel melenso una inaspettata carica comica e tragressiva. Da questo punto di vista è d'obbligo citare la simpatica interpretazione della Pfiffer, sempre molto affascinante pur essendo ormai prossima alla cinquantina, che, dando corpo e voce ad un personaggio razzista e mediocre, riesce nell'impresa di renderlo quasi amabile, dando prova di un'ironia fuori dal comune, dimostrando senza mezzi termini la sua poliedricità. Menzione d'onore, stranamente, anche per Zac Ephron, già idolo delle adolescenti di mezzo mondo per essere apparso nel tv-movie di Disney Channel High school Musical, che, pur non offrendo una prova d'attore memorabile, si conferma come un ottimo ballerino e un buon caratterista, forse un po' troppo gigione per i nostri gusti ma che sicuramente piacerà alle sue tante fan.

Travolta, infine, rende onore alla sua storia ed alla sua prima passione dando prova di essere ancora un grande danzatore, pur essendo gravato da molti chili di gommapiuma, ballando e dimenandosi per buona parte del film offrendoci una Edna Turnblad a tratti istrionica.



Tuttavia, pur potendo contare su belle interpretazioni e su grandi predecessori da cui prendere spunto, l'intero film è frustrato dalla cronica incapacità del regista di gestire in maniera soddisfacente le scene di ballo, soprattutto quelle più coreografiche, facendo addirittura sembrare, in alcuni casi, che gli attori appaiano casualmente davanti alla cinepresa; senza contare poi la discutibilissima scelta di tagliare in moltissimi balletti i piedi e le gambe degli interpreti svuotandoli così di significato (un chachacha o un twist visti dal busto in su appaiono solamente come un poco armonioso sbattere le braccia al vento). Un vero peccato.

Altra problematica dell'opera è la scelta di non buttarsi con decisione sul registro ironico - sarcastico ma di mantenersi sempre "a mezz'aria" galleggiando fra il film classico per famiglie e l'opera matura, emblematica: in questo senso è la parte finale in cui la "ribellione" dei neri, presentata nel musical e nel film originale in maniera tanto ironica quanto intelligente, viene qui resa come se ci trovassimo davanti ad un bio - pic su Malcom X, con innesti di video d'epoca ed altre amenità. Una caduta di stile che si poteva evitare.


Nel complesso però, Hairspray è un film simpatico e leggero, che non ci farà rimpiangere il biglietto del cinema; se si è amanti del musical, poi, sarà facile passare sopra ad alcune ingenuità registiche lasciandosi trasportare dagli orecchiabili ritmi delle canzonette in stile anni '60. Insomma, diciamo che con una punta in più di cura e un regista più preparato avremmo pututo vedere un'opera migliore, ma nel complesso, era dai tempi del Moulin Rouge di Luhrmann che un musical non riusciva così bene ad Hollywood.


Hairspray Hairspray va preso per quello che è: un musical divertente e senza troppe pretese, reso più prezioso dalla presenza di grandi attori ed ottimi ballerini. Sicuramente non siamo davanti ai nuovi Ginger Rose e Fred Astaire, però Travolta e la Pfiffer non ce li fanno rimpiangere troppo.

6.5

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