Recensione Going clear: Scientology e la prigione della fede

Per il suo ennesimo ottimo lavoro d'inchiesta, il documentarista Alex Gibney ci trascina all'interno dei meandri di Scientology in un viaggio illuminante ai confini (e oltre) di un credo religioso da sempre assai controverso.

Recensione Going clear: Scientology e la prigione della fede
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Un titolo che non lascia molto spazio all'immaginazione e soprattutto a pensieri positivi, dal momento che lega a doppio filo due concetti/entità assai complessi e controversi come quello delle fede e quello della prigione. Fino a dove si è disposti a spingersi per aderire a un credo che possa farci sentire più forti, compresi, sostenuti e (addirittura) parte di qualcosa di molto più grande? E qual è il limite entro cui può muoversi il concetto di fede per non sfociare nella realtà di una prigione ideologica impossibile da evadere se non mettendo a repentaglio o a rischio la vita dei propri fedeli? Questi sostanzialmente sono i quesiti che il grande documentarista Alex Gibney (regista di validissimi documentari d'inchiesta come Enron: The Smartest Guys in the Room, Mea Maxima Culpa: Silenzio nella casa di Dio, We Steal Secrets: The Story of WikiLeaks e vincitore nel 2007 di un premio Oscar per Taxi to the Dark Side) affronta in questo suo ultimo lavoro Going Clear: Scientology e la prigione della fede (basato sull'omonimo romanzo dello scrittore Lawrence Wright), un resoconto puntuale e limpidissimo di quelle che sono le molteplici facce della celebre religione fondata nel 1954 da L. Ron Hubbard, e che raccoglie attualmente tantissimi fedeli soprattutto nelle fila dello start system americano. Nomi celebri come Tom Cruise, John Travolta, e non ultimo quello del noto sceneggiatore Paul Haggis (premio Oscar per Crash), raccontano luci e ombre di quella che sembra essere una corrente religiosa assai affascinante eppure molto controversa, e per certi versi addirittura pericolosa. Dalla stessa voce di Paul Haggis e dalla voce di tanti altri 'fedeli' che hanno poi (in alcuni casi dopo decenni di ‘adesione') deciso di lasciare Scientology, apprendiamo come dietro questa apparentemente luminosa ‘congrega' di anime si celi spesso l'ombra della coercizione, del ricatto, della censura. Definizioni come ‘persona soppressiva' o ‘disconnessione' rappresentano infatti solo alcune delle pratiche che a detta degli ex affiliati sono il pane quotidiano di un'associazione che, di fatto, si regge sull'isolamento dei propri membri, l'allontamento degli stessi dalle proprie famiglie e dagli amici (disconnessione) o da chi pensandola diversamente possa rappresentare un pericolo all'integrità dell'affiliazione (persona soppressiva). Alex Gibney entra nel profondo di Scientology mostrandoci dunque il profilo più inquietante di quella che sembra essere una setta cresciuta a dismisura, che si nutre della fama della ricattabilità di alcuni volti celebri mentre fa carne da macello di tutti gli altri, tutti quelli non (o non più) perfettamente allineati ai credo della Chiesa.

Going clear

Con la lucidità del documentarista navigato e la sete di verità del giornalista d'inchiesta Alex Gibney ci immerge letteralmente nelle parole e nelle ‘pratiche' di Scientology rappresentando senza mezze misure il suo pensiero assai critico nei confronti del movimento religioso attualmente guidato da David Miscavige (da sempre braccio destro e seguace fedele del fondatore Hubbard). In due ore di documentario Gibney porta a galla l'aspetto più controverso di Scientology, ovvero l'elemento principe di una religione fondata su confessioni, sedute psicanalitiche (anche se gli aderenti rifiutano tale definizione) che dovrebbero portare gli affiliati a raccontare ogni loro segreto, turbamento, in un lungo processo chiamato in inglese Going Clear (ovvero una sorta di purificazione che porterebbe col tempo l'individuo alla purezza assoluta, all'assenza totale di ombre). Ma è esattamente così? O non si tratta forse di una sleale strategia volta a raccogliere informazioni private e fondamentali della vita di un uomo, per farne poi merce di ricatto e indurre i cosiddetti ‘affiliati' a fare esattamente ciò che la loro 'Fede' impone Quella che vista dall'esterno appare come una affiliazione religiosa per il bene, il benessere, la pacificazione degli individui sembra dunque invece nascondere al suo interno regole e pratiche che camminano nel verso opposto, ovvero quello di instillare delle debolezze, creare delle brecce psicologiche ed emotive poi nel tempo sempre più difficili da estirpare.

Going clear: Scientology e la prigione della fede Going Clear: Scientology e la prigione della fede s’insinua attraverso testimonianze e filmati d’archivio, nel mondo della controversa Scientology per portare poi a galla il dubbio che sia la mala(fede) piuttosto che la Fede a tenere in piedi una mastodontica organizzazione come questa. Un dubbio che nel documentario di Alex Gibney assume la forma sempre più solida di una presunta e inquietante verità associata alla paura di una domanda: “L’essere umano è davvero un’entità così profondamente fragile e condizionabile?”.

7.5

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