Recensione Gli amori folli

La libertà dell'amore nell'ultima grande Opera del (quasi) novantenne Resnais

Recensione Gli amori folli
Articolo a cura di

A quasi novantanni Alain Resnais non sembra per nulla stanco della carriera di regista, e a tre anni dal precedente, bellissimo, Cuori, torna con un nuovo film a incantare il pubblico. Gli amori folli, (in originale Les herbes folles, ben più consono) è l'esempio di come la saggezza e la cultura cinematografica non perdano alcuno smalto nonostante l'età avanzata, e d'altronde basta vedere come l'ultracentenario Manoel de Oliveira lavori ancora a pieno regime non perdendo di vista la qualità. E' lo stesso caso del "giovincello" francese Resnais, che in quest'occasione ha scelto di adattare il romanzo L'incident di Christian Gailly, definito dallo stesso regista un libro dalle sonorità jazz, e per questo molto adatte al suo gusto e modo di fare Cinema. Gli amori folli è un film che sarà apprezzato tantissimo dalla schiera dei cinefili colti, ma che potrebbe lasciare completamente impassibile molta gente. Sperando che risiediate nella prima fascia, andiamo a osservare con la lente d'ingrandimento l'ultimo capolavoro di un Maestro.

Le casualità del destino

Marguerite (Sabine Azema), una dentista di mezz'età, dopo aver comprato un paio di scarpe subisce il furto della sua borsetta, al cui interno oltre a trentacinque euro vi erano tutti i documenti e le carte di credito. Il portafoglio viene ritrovato nel parcheggio di un centro commerciale da Georges (Andre Dussolier), il quale lo riporta alla polizia. Inspiegabilmente però l'uomo, sposato con la bella Suzanne (Anne Consigny), molto più giovane di lui e da cui ha avuto due figli, viene "catturato" dalla figura di questa donna che non conosce, ma per la quale comincia a sviluppare un'ossessione senza fine. Comincia così a telefonarle ogni sera, a lasciarle delle lettere nella buca della posta, e quando non si vede ricambiato, arriva perfino a bucarle le gomme dell'auto. Marguerite, in un primo tempo spaventata, si rivolge alla polizia, che consiglia a George di starle lontano pena conseguenze legali per stalking. In seguito però la dentista cambia idea e decide di incontrare lo "spasimante", solo per finire immischiata in una sorta di menage a quattro che oltre a Suzanne comprende anche la sua collega Josepha (Emmanuelle Davos), dapprima ostica verso l'uomo perchè distoglieva l'amica dal lavoro, ma poi paradossalmente attratta. Inizia così un viaggio di un amore irrazionale alla licerca della libertà come espressione di vita.

Arte libera

Fin dal suo esordio con Hiroshima Mon Amour i personaggi delle storie di Resnais non hanno mai vissuto amori facili, e la semplicità affettiva veniva sempre messa in gioco da componenti più o meno stavaganti, derivanti o meno da istinti masochistici insiti nell'animo umano. Per alcuni apparirà come un paragone azzardato, ma paradossalmente un film che ha molti punti in comune con Gli amori folli risulta essere L'anno scorso a Marienbad, capolavoro onirico del regista. Qua non viaggiamo per iperbole e viaggi concentrici / temporale di livello così estremo, ma il tempo e lo spazio cinematografico sono comunque plasmati, raffinatamente, a piacimento e gusto dello spettatore più esigente. Non è un caso se in certe scene gli attori sembrano collocati, a susseguirsi di inquadrature, nello stesso ambiente ma trasfigurato nelle dimensioni. Un taglio non così evidente, ma che cambia in qualche modo l'atmosfera di una scena, rendendola simile e diversa nello stesso tempo. O come alcuni flashback al contrario che accompagnano sinuosi i pensieri dei protagonisti, che trasmutano il mondo che li circonda ai loro fini. Nota di merito anche alle luci, capaci di accompagnare le tribolazioni emotive con una leggerezza degna dei Maestri. Eh si, perchè in quest'Opera niente è solido e artificiale, ma tutto si muove come fosse una metafora gassosa delle essenze più pure e liberatorie della psiche. La storia è apparentemente nonsense e improbabile proprio per rappresentare al meglio questo scopo, distaccandosi dalle convenzioni della classica love story, a favore di un messaggio più libero e meno razionale dell'amore puro, della trascendenza cui questo sentimento può portare, andando a rovesciare ideali e stili consolidati di una vita "normale". E' interessante notare come i personaggi della narrazione appaiano incredibilmente autonomi nelle loro scelte, una volta tanto non schiavi di una sceneggiatura schematica ma risultino talmente folli da essere impossibili da catalogare. La caratterizzazione è curiosa e affabile, complice anche le strepitose interpretazioni dell'intero cast, che riescono a infondere ai loro involucri cinematografici tutta la spensieratezza acrobatica che la parte richiedeva. Per tutti i motivi appena elencati, Gli amori folli è una pellicola che senza ombra di dubbio spiazzerà chi è abituato al Cinema schematico e lineare, ma allo stesso modo è capace di entusiasmare tutti coloro i quali non considerano la Settima Arte soltanto come un fine ragionato, ma come un mezzo di espressione che travalica ogni confine della ragione stessa.

Gli amori folli Gli amori folli è un film 100 % Resnais. Il Maestro francese ci regala un'altra grande Opera, indagando la libertà dell'amore come ricerca della vera felicità, con una storia dai tratti surreali pur nella sua fin troppo ingenua semplicità. E' un canto raffinato e potente di un Cinema di accrescimento, lontano da qualsiasi forma di vacuo intrattenimento, ma portatore con sè di verità, seppur non sempre condivisibili, sicuramente in grado di far pensare e ammaliare per il modo in cui vengono qui narrate. Se non è un capolavoro, poco ci manca.

8

Che voto dai a: Gli amori folli

Media Voto Utenti
Voti: 27
6.6
nd