Recensione Ghost shark

Arriva lo squalo fantasma!

Recensione Ghost shark
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Ai tempi del mitico squalo spielberghiano e dei suoi sequel ed epigoni (compreso L'ultimo squalo del nostro Enzo G. Castellari), i famigerati predatori acquatici dello schermo si limitavano ad attaccare l'uomo nuotando velocemente o, al massimo, venendo rappresentati con dimensioni che li rendevano un po' più grossi del normale.
Non sembrano affatto pensarla così i produttori e registi legati all'ondata di lungometraggi eco-vengeance d'inizio terzo millennio, i quali, in vena di esagerazioni volte ad accentuare il lato grottesco di un (sotto)genere che, forse, può continuare ancora a dire qualcosa di originale ricorrendo soltanto a massicce dosi d'ironia, hanno pensato bene di ingigantire pescecani per fargli addirittura addentare aerei in volo ad alta quota (Mega shark versus giant octopus), di renderli provvisti di ben due teste (2-headed shark attack), di coinvolgerli in improbabili scontri con altre creature (Mega shark versus crocosaurus) e di farli finire all'interno di trombe d'aria che li potessero scagliare contro l'umanità in fuga (Sharknado).
Produzioni spesso targate Asylum tra le quali, però, non rientra questo Ghost shark, anche se il regista Griff Furst include nel proprio curriculum dietro la macchina da presa diversi lavori realizzati per la label di David Michael Latt, da Universal soldiers (2007) a 100 million BC - La guerra dei dinosauri (2008).

Squal...ificati!

Come pure il co-autore del soggetto Eric Forsberg, già responsabile di Alien Abduction (2005) e Mega piranha (2010), cui dobbiamo, quindi, parte della assurda idea alla base del lungometraggio, che vuole il pesciolone di turno trasformato in un fantasma.
D'altra parte, gli intenti decisamente trash dell'operazione sono intuibili fin dal prologo, con padre e figlia pescatori che, decisi a vincere il premio in denaro messo in palio per chi riesce a catturare uno squalo bianco entro la mezzanotte, avvistano la preda soltanto dopo l'orario stabilito, optando, forse per ripicca, di accanirvisi contro gettandogli prima della salsa piccante negli occhi (!!!), poi una bomba in bocca.
Senza immaginare, però, che, finito di vivere all'interno di una particolare grotta in cui risorge chiunque vi muoia, la bestia provveda a tornare in forma di spettro dalle pinne non solo decisa a sterminare qualsiasi essere umano capiti sul suo cammino, ma anche assumendo la capacità di manifestarsi ovunque sia presente un minimo d'acqua, un po' come il pupazzo di neve assassino dei due Jack Frost (1997-2000) di Michael Cooney.

Lo squalo... più pazzo del mondo!

Quindi, mentre l'ennesimo gruppo di ragazzotti bellocci e piuttosto stupidelli tentano di fermare la fantasmagorica creatura e il veterano Richard Moll di Chi è sepolto in quella casa? (1985) provvede a concedere anima e corpo all'immancabile anziano considerato folle, ma, in realtà, a conoscenza dell'oscuro passato del posto, è impresa quasi impossibile trattenersi dalle risate nell'assistere alle imprese dello squalo traslucido alla Automan (!!! 2).
Imprese che, nel mucchio, oltre a un attacco nel corso della consueta festa in piscina, includono un'aggressione all'interno di una vasca da bagno, un idraulico risucchiato nel tubo di scarico di un lavandino (!!! 3) e una ragazza in bikini fagocitata in un secchio pieno d'acqua (!!! 4), con tanto di sangue che schizza.
Perché, al di là del contesto decisamente demenziale in cui i circa ottantaquattro minuti di visione sguazzano, non sono abbondanti dosi di splatter e cattiveria (in più di un'occasione sono dei bambini a rimetterci la pelle) a risultare assenti; man mano che prende forma un insieme volto sì a divertire tramite l'assurda commistione di shark-movie e ghost story, ma che non può fare a meno di lasciar avvertire l'approssimazione generale che lo caratterizza.
Dai comportamenti idioti dei personaggi a situazioni seriamente tragiche raccontate in maniera tutt'altro che distante dal modo di fare dei film comici di Jim Abrahams e i fratelli Zucker (quelli de L'aereo più pazzo del mondo e Top secret!, per intenderci).
Per non parlare degli errori a non finire...

Ghost shark Proprio quando il gettonatissimo filone degli shark movie sembrava aver toccato i massimi livelli del trash tramite Sharknado (2013) di Anthony C. Ferrante, nel quale i pescecani attaccano l’uomo scaraventatigli contro da trombe d’aria, ecco che Griff Furst - attore con diverse esperienze di regista presso la famigerata Asylum - sforna un bizzarrissimo squalo fantasma, capace addirittura di manifestarsi all’interno di un bicchiere d’acqua. Non privo di splatter e ricco di violente situazioni destinate a strappare (volutamente) grosse risate, il film ideale per trascorrere una serata in compagnia di amici in vena di divertimento al sapore di assurdità su celluloide e tutt’altro che intenzionati a prendersi sul serio, ma che, cinematograficamente parlando, non può fare a meno di lasciar emergere una fattura piuttosto approssimativa.

4

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