Garfield 2, recensione del film ispirato ai fumetti di Jim Davis

Garfield è tornato... Nascondete le lasagne! La recensione del film diretto da Tim Hill, tratto dal fumetto di Jim Davis.

Garfield 2, recensione del film ispirato ai fumetti di Jim Davis
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La nascita di un mito

Nato agli inizi degli anni '70 dalla mente di Jim Davis, Garfield si è subito ritagliato un posto nei cuori di tutti gli amanti dei fumetti e non. La sua prima apparizione cartacea porta la data del 19 giugno 1978 sulla Uniter Feature Syndacate, da lì in poi è stato tutto un crescendo. Nel 1988 la CBS gli dedica una serie animata terminata nel 1994, serie che ha portato Garfield alla consacrazione. Dal 2001 in avanti, è diventato il fumetto più pubblicato della storia, e ben 2570 riviste narrano sulle loro pagine le vicende di questo gatto pacioccone.
Piace Garfield, a grandi e piccini. Quel suo esser irriverente, quella sagacia e quella pigrizia che lo contraddistinguono lo hanno reso unico nel suo genere. Era inevitabile, quindi, lo sbarco del gattone sul grande schermo.
Il primo è stato stroncato dalla critica ma premiato dal pubblico. Questo secondo episodio che fortuna avrà?

Il mito sbarca al cinema, per la seconda volta...

Casa Arbuckle. Jon (Breckin Meyer) ha deciso di chiedere alla sua amata Liz Wilson (Jennifer Love Hewitt) di sposarlo. Tutto è come deve essere: musica soft, petali di rose sparsi per casa, cena romantica. C'è solo un piccolo problemino: Liz deve partire per Londra. Jon non si arrende e, forte del suo amore per Liz, parte anche lui. Garfield proprio non ci sta. Questo matrimonio non s'ha da fare. Si infila nella valigia di Jon con il cane Odie e parte anche lui.
Londra. Un gattone pacioccone identico a Garfield, dal nome altisonante di "Principe", diventa erede di una tenuta immensa a discapito del malvagio Lord Dargis (Billy Connolly), nipote della defunta nobile.
Per appropriarsi dell'immensa ricchezza, a Lord Dargis non resta che una cosa da fare: sbarazzarsi del micione.
Buttato nel Tamigi, del bel Principe si perdono le tracce, fin quando un servo di corte non trova in quel di Londra il nostro Garfield e, scambiatolo per il disperso "padrone", lo riporta a corte. Come è prevedibile, Principe finisce nelle mani del buon Jon, il quale scambiando il regal gattone per Garfield lo tiene con sè.
Da questo scambio di gatti scaturisce una divertente storia che avrà per protagonisti oche, pulcini, anatre, cani, topolini e quant'altro... Con un happy ending molto divertente.

...sarà stato un bene o un male?

Questo è uno di quei film per i quali il seguito è meglio del primo episodio. E' divertente quanto basta per non cadere nel ridicolo, ed è un film godibilissimo. Più volte vi capiterà di sorridere, di guardare meravigliati e divertiti le movenze del gattone arancione.
Realizzato con una nuova tecnica digitale (più innovativa rispetto al primo episodio, e il risultato si vede) Garfield è colorato, definito, vivo, si riesce quasi a percepire la sofficità del paffuto gattone attraverso lo schermo. Come non rimanere sorpresi nel vedere la stupenda realizzazione tecnica dei peli del gatto, come non sorridere davanti al suo balletto iniziale stile rockstar o alla scena in cui insegna ai suoi sudditi (animali) come cucinare le lasagne (di cui è ghiottissimo), mentre come sottofondo si sente "Pump it" dei Black Eyed Peas. Certo non siamo davanti ad un capolavoro, ma fa quello che un film di animazione deve fare: divertire. Gli 80 minuti della pellicola passano di colpo. C'è un certo richiamo a George Orwell e alla sua "Fattoria degli animali" nella forte caratterizzazione dei comprotagonisti ferini: non si può non amare il fedele bulldog consigliere del Principe, o le anatre che fungono da trombe all'ingresso in sala del gattone. Altri sono i riferimenti da cui Joel Cohen e Alec Sokolow hanno tratto ispirazione: ricordiamo ad esempio il celeberrimo "Il principe e il povero" di cui questo film sembra una rivisitazione in chiave animalesca.
Le musiche fanno il loro dovere, sanno accompagnare al meglio le divertenti scene del film, le movenze di Garfield nel palazzo e le peripezie del perfido Dargis, dando quella completezza che rende le scene mai noiose.
La regia non presenta grosse imprecisioni o sbavature, ma non è nemmeno di particolare pregio. Il film è scorrevole, semplice, diretto. Tutto qua. Non verrà ricordato come un capolavoro assoluto, ma per la sua godibilità non finirà, forse, nel dimenticatoio.
O per lo meno non troppo presto. E' un film per tutti, grandi e piccini, godibile da soli o in coppia, con amici o con la famiglia. Per tutte le età. Per quelli che sono bambini e che Garfield ancora non lo conoscono, per quelli che con le sue strisce ci sono cresciuti, per quelli che sono grandi e che con la scusa di accompagnare il figlioletto al cinema guardano i film per i piccoli, per quelli che vogliono passar 80 minuti in allegria: Garfield è il film per voi.

Garfield 2 Come già detto nel corso della recensione, non siamo davanti ad un capolavoro. Questo è un film senza grosse pretese, migliorato senza dubbio dal doppiaggio del mitico Fiorello, e per tale deve esser preso. E’ divertente, leggero, spensierato. E’ un film per tutti. Grandi e piccini. Consigliato a chi vuol passare 80 minuti senza pensieri. Per chi cerca un film impegnato, un capolavoro del genere, o altro, alla larga. Però... Un sorriso potrebbe strapparlo anche a voi.

6

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