Recensione Gagarin: Primo nello spazio

Il regista russo Pavel Parkhomenko dirige Gagarin: Primo nello spazio, convincente biografia filmica del leggendario cosmonauta russo, primo uomo a volare nello spazio sulla navicella Vostok 1.

Recensione Gagarin: Primo nello spazio
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Ci sono uomini destinati ad entrare nella leggenda, il cui nome verrà ricordato nei secoli a venire. E' questo il caso toccato anche a Jurij Alekseevic Gagarin, cosmonauta ed aviatore russo diventato il primo uomo a volare nello spazio. Il 12 aprile 1961 segnò una pagina storica per l'intera umanità e il film di Pavel Parkhomenko (production designer al suo esordio registico) la ripercorre per filo e per segna, intarsiando la narrazione con numerosi flashback che ci raccontano l'uomo dietro il mito, pur troncando il "day after" dell'atterraggio e scansando furbescamente alcuni dei passaggi meno chiari della vita del pilota, scomparso sette anni dopo in circostanze controverse. Gagarin: Primo nello spazio d'altronde cerca di unire ad una sana dose di spettacolo una carica retorica pregna di nazionalismo, e non a caso le voci vogliono che il governo russo abbia avallato la realizzazione dell'operazione solo dopo certe assicurazioni.

Spazio: Ultima frontiera

Yuri Gagarin è un giovane pilota che viene selezionato insieme ad altri pari-grado per partecipare alle selezioni del programma spaziale russo, che ha intenzione di far volare il primo uomo nello spazio. Le dure prove da superare per arrivare a raggiungere l'ambito traguardo lo mettono in competizione con German Titov, in un rapporto di solida amicizia ma anche di ferrea rivalità. Gagarin riesce comunque a sbaragliare la concorrenza e diventa il cosmonauta prescelto: il 12 aprile 1961 tutto è pronto per lanciarlo in orbita sulla navicella Vostok 1, mentre in patria la popolazione attende il buon esito della missione, in particolare Valentina Ivanova, la moglie di Yuri.

Correttezza ed equilibrio

Se a tratti si respira un tono sin troppo elegiaco, va comunque detto che Gagarin: Primo nello spazio è un film biografico nel complesso riuscito, in grado di gestire la narrazione con efficace solidità. La storia si muove su due fronti: il primo è una sorta di presente filmico che parte dalle ore che precedono il lancio e si conclude con l'ovvio atterraggio, mentre il secondo è infarcito di numerosi flashback che spaziano nell'intera vita del coraggioso cosmonauta. Grazie alle ottime scelte di montaggio lo stacco che avviene spesso tra i vari passaggi temporali assume una naturalezza invidiabile, mantenendo sempre alto l'interesse e mostrandoci diversi lati del carattere di Gagarin, cresciuto in una famiglia povera in mezzo alle brutalità della guerra. Lo stesso lato melodrammatico che emerge nel rapporto con l'amata Valentina e con la famiglia, contrari alla sua decisione, scorre con una certa leggerezza evitando tempi morti. Al resto pensano le buone sequenze spaziali, caratterizzate da riusciti effetti visivi, che riportano alla mente, con le dovute proporzioni, quelle del premio Oscar Gravity, realizzato nello stesso anno. Una colonna sonora tronfia ma pregna di istinti epici e le convincenti prove del cast (in particolare Yaroslav Zhalnin nei panni del protagonista) rendono l'operazione, non certo priva di emozioni, un bell'omaggio alla figura di Gagarin.

Gagarin: Primo nello spazio Film biografico intenso e narrativamente intelligente, Gagarin: Primo nello spazio coniuga con efficacia dramma e spettacolo, potendo contare su sprazzi di ironia e coinvolgenti effetti speciali per quanto concerne le scene sulla navicella. Le quasi due ore di visione ripercorrono con intenti in parte celebrativi e nazionalistici una pagina di storia fondamentale per l'intera umanità, mettendo in campo uno stuolo di attori preparati e un comparto tecnico di buona fattura, con una colonna sonora d'effetto ad aumentare la carica epica di una vicenda già di per sé entrata nel Mito.

7

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