Recensione G.I.Joe: La Nascita dei Cobra

I G.I. Joe arrivano in DVD

Recensione G.I.Joe: La Nascita dei Cobra
Articolo a cura di

L'America ha una curiosa peculiarità: è capace di raccontare se stessa attraverso le sue creazioni, non solo artistiche ma anche industriali. Gli enormi pick up di General Motors, i personal computer, la M dorata di McDonalds, e tantissimi altri. Se consideriamo solo i giocattoli, il primo nome che ci viene in mente è Barbie, la bambola di Mattel, biondissima protagonista delle infanzie di molte nostre lettrici. Barbie, però, non era un semplice divertimento, in quei venti centimetri di plastica rosa si intravedeva (e si intravede tuttora) un vero e proprio manifesto dell'American Way of Life, dedicato alla ragazzine.E per i maschietti invece?Fino al 1960, possiamo dire che nessuna azienda s'era mai posta il problema di trovare l'equivalente maschile delle bambole. I genitori preferivano che i loro figli maschi giocassero a basket, all'aria aperta, insieme ai loro coetanei. Dopotutto il loro futuro "da uomini" mal s'accompagnava ai vezzi di giocattoli pieni di pizzi, gonne, capelli da pettinare e accessori per il trucco. Hasbro, tuttavia, capendo che il successo di Barbie era replicabile anche fra i ragazzini, lanciò una nuova linea di bambole (chiamate, con un neologismo che entrerà nella lingua comune, action figures) ispirata all'esercito americano. Il loro nome? G.I. Joe.Mai brand sarebbe potuto essere meno casuale: G.I. sta per Government issued, emesso dal governo, sigla cucita - stampata - scritta su ogni pezzo dell'equipaggiamento di marines e affini, mentre Joe era (ed è) il nome più comune negli Stati Uniti, non a caso, quando in America ci si vuole riferire al cittadino medio si parla di average Joe. Il nuovo giocattolo, insomma, non era un eroe, ma un semplice soldato di fanteria, un ragazzo normale, in cui qualsiasi bambino avrebbe potuto identificarsi.A partire dagli anni '70, con la concorrenza sempre più pressante di videogiochi e altre forme d'intrattenimento, però i G.I Joe scomparirono lentamente dai negozi, nonostante qualche fallimentare tentativo di revival nei primissimi anni novanta.Oggi, a quasi sessantacinque anni dalla loro prima apparizione nei negozi, i G.I. Joe sono stati riscoperti da Hollywood e, in particolare, da Stephen Sommers (che di revival se ne intende, avendo diretto il primo "nuovo" episodio de La Mummia), deciso più che mai a svecchiarne l'immagine per lanciarli nel ventunesimo secolo.

Togliamoci il sassolino immediatamente: da questo film non ci aspettavamo molto e, possiamo dire, che le nostre aspettative non sono state deluse. Sommers, coadiuvato dall'immancabile Brendan Fraser, attore specializzato in capolavori quali La Mummia, uno, due, tre, quattro, x^n, Viaggio al centro della Terra 3D e Indiavolato, confeziona un action mediocre, che fa della comicità (involontaria, purtroppo) il suo punto di forza, una specie di Transformers Wannabe, senza il carisma e la sfacciataggione di Michael Bay. D'altronde, come si fa a rimanere seri quando, appena dopo i titoli di testa, scopriamo che G.I. Joe altro non è che l'acronimo di Joint Integrated Global Operating Entity? Vabbé che c'era lo sciopero degli sceneggiatori, ma qui scadiamo davvero nel patetico. Lasciamo pure perdere tutti i doppi sensi antimilitaristici racchiusi nell'espressione government issued Joe, tra l'altro già colti nel 1997 nel bel G.I Jane (da noi Soldato Jane) di Ridely Scott, non sarebbe stato molto più semplice recuperare l'ambientazione militare anziché lanciarsi in un reboot pseudo supereroistico, con una trama che mescola Ninja, armi battereologiche, agenzie segrete e terroristi? Nel film di Sommers non c'è niente di nuovo, e neppure di divertente, i combattimenti sono didascalici, quasi grossolani, mentre gli effetti speciali, al di la di qualche esplosione, non appagano né la vista né la fantasia.Passando al commento tecnico, il DVD, edito in Italia da Paramount Home Video, garantisce un'ottima resa visiva, con pochissimi artefatti di compressione e colori sempre ben definiti. L'audio, in Dolby 5.1 per il film e Stereo per i contenuti extra, si fa apprezzare in entrambi i doppiaggi presenti (inglese originale e italiano), anche se una maggiore chiarezza dei singoli canali non avrebbe fatto male, dato che ogni tanto l'audio risulta essere un po' troppo pastoso. Per quanto riguarda gli extra, segnaliamo due documentari abbastanza scialbi sulla creazione degli effetti speciali e il commento al film del regista e del produttore, Bob Ducsay; niente di eccezionale, ma per gli appassionati, sentire un regista che commenta la propria opera, anche se mediocre come questa, può essere sempre molto interessante.

G.I.Joe: La Nascita dei Cobra G.I Joe è un film che nasce con le premesse sbagliate, nel tentativo di rilanciare un marchio ormai consegnato alla storia, il regista costruisce un action caciarone e noioso, apprezzabile forse solo dagli amanti del genere. L’edizione DVD, tuttavia, non è disprezzabile e, magari a noleggio, può regalare un paio d’ore di distrazione, a patto di non essere troppo severi con le evidenti pecche della pellicola.

6

Che voto dai a: G.I.Joe: La Nascita dei Cobra

Media Voto Utenti
Voti: 228
7
nd