Recensione Flashdance

Jennifer Beals è una giovane operaia e ballerina di night club che sogna di sfondare nel mondo della danza in Flashdance, cult musical anni '80 ricco di hit storiche diretto da Adrian Lyne.

Recensione Flashdance
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La diciottenne Alexandra "Alex" Owens sogna di diventare una ballerina professionista ma non ha ancora trovato il coraggio di iscriversi al provino per entrare all'accademia di ballo di Pittsburgh; nel frattempo svolge due lavori, quello di operaia e come dancer in un locale notturno, nel quale mette alla prova le sue abilità coreografiche. La sua vita sembra ad una svolta con l'inizio della relazione con Nick Hurley, il suo capo, che la sprona a credere in se stessa arrivando anche a "raccomandarla" ad uno dei giudici del Conservatorio affinché venga selezionata per partecipare alla prova di ammissione. Scoperto il magheggio del fidanzato la ragazza è tentata di mandare tutto all'aria, ma il rapporto con una sua anziana mentore / insegnante e il desiderio di dar corso ad una nuova fase della sua vita le forniranno il coraggio necessario per sconfiggere le sue paure.

She's a maniac

Sin dai titoli di testa, accompagnati dalle iconiche note della titletrack cantata da Irene Cara, Flashdance mette sul tavolo le sue furbe carte, trascinandoci in uno dei musical più famosi e di successo degli anni '80. Primo vero cult del regista Adrian Lyne, alla sua seconda prova dietro la macchina da presa, il titolo ottenne lo stratosferico incasso di cento milioni di dollari, garantendosi il primato d'incassi del 1983 e regalando ai posteri una manciata di hit immortali come la già citata Flashdance... What a Feeling (premiata con l'Oscar) e Maniac di Michael Sembello, fiori all'occhiello di una colonna sonora esaltante contenente altri classici quali Manhunt di Karen Kamon o I love rock'n roll di Joan Jett. E non è certo un mistero che sia proprio la musica il vero punto di forza dell'operazione, giacché la sceneggiatura, pur ripercorrendo i topoi di riscatto e rivincita assai in voga nel cinema commerciale e proletario di quel periodo, non offre spunti particolarmente originali, adagiandosi sul classico canovaccio dell'eroina popolare che trova, grazie all'ovvia ed inclusa love-story, la forza di superare i propri timori e realizzare il suo sogno. La narrazione semplice e telefonata vive su un'alternanza di coreografie, più o meno ispirate (con la scena del provino che ha fatto scuola ed è entrata nell'immaginario collettivo), che hanno preso a piene mani dal mondo dei video musicali, influenzando anche molto cinema pseudo-romantico futuro, offrendo comunque un certo coinvolgimento nei novanta minuti di, banale ma rassicurante, visione. Visione illuminata dalla presenza sinuosa e determinata di Jennifer Beals che, pur parzialmente aiutata dalle controfigure in alcune sequenze, si rivela la scelta più azzeccata di un casting altrimenti anonimo.

Flashdance Una scatenata e tenera Jennifer Beals è l'assoluta protagonista di Flashdance, vero e proprio cult musical degli anni '80, in grado di aggiornare il filone all'era dei video della MTV generation di allora. Proprio la forza della colonna sonora e delle rispettive coreografie garantisce la giusta dose di vitalità ad una sceneggiatura altrimenti scontata e prevedibile, priva di vere e proprie scene madri (esclusa la leggendaria sequenza del provino) e incanalata su un romanticismo poco ispirato. Ma se oggi bene o male, cinefili e non, tutti conoscono i ritornelli e le ritmiche di hit come Flashdance... What a Feeling e Maniac il merito è soprattutto del film di Adrian Lyne, piacevole e retorica pagina di riscatto femminile e popolare tipico degli eighties.

6

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