Recensione Fino A Qui Tutto Bene

Roan Johnson firma la pellicola vincitrice del Festival Internazionale del Film di Roma 2014

Recensione Fino A Qui Tutto Bene
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Il racconto degli ultimi tre giorni di cinque amici che hanno condiviso, forse, il momento più bello della loro esistenza, o, sicuramente, quello che non scorderanno mai.
Il loro ultimo fine settimana dopo avere studiato e vissuto nella stessa abitazione, dove si sono consumati sughi scaduti e paste senza condimento, lunghe litigate, brevi amplessi, nottate sui libri, invidie, gioie, amori e dolori, e che li vede ora costretti ad assumersi le responsabilità nei confronti della vita adulta.
Evento che li spingerà a prendere diverse direzioni e ad andare incontro a scelte che cambieranno tutto, dal rimanere nella propria città al partire per trovare lavoro all'estero.
Quindi, ci si attenderebbe in scena un gruppetto di diciottenni che hanno appena superato la loro fase adolescenziale-brufolosa, mentre in Fino a qui tutto bene abbiamo l'Alessio Vassallo di Viola di mare (2009), il Paolo Cioni de I primi della lista (2011), la Silvia D'Amico de Il rosso e il blu (2012), la Melissa Bartolini di Meraviglioso Boccaccio (2014) e il Guglielmo Favilla conosciuto nel panorama dell'horror underground tricolore per aver preso parte agli zombie movie Eaters (2011) e Zombie Massacre (2013); il quale, non ha caso, indossa una maglietta con sopra riportato "Zombie attack survival kit".

Compagni di spola

Dunque, un aspetto che contribuisce immediatamente a rendere poco simpatici individui senza grossi problemi e dal ritardato desiderio di crescita i protagonisti del lungometraggio diretto da Roan Johnson (autore proprio del già citato I primi della lista), il quale spiega così la genesi del piccolo progetto: "Questo film sull'amicizia è stato fatto grazie agli amici, alcuni professionisti del settore, altri semplicemente amici. L'organizzatore era il proprietario di una libreria, il data manager uno stagista del Tirreno, la segretaria di edizione era la sceneggiatrice e mia compagna, incinta di cinque mesi. Avevamo un solo macchinista/elettricista, una sola costumista/scenografa. Con questa ‘Armata Brancaleone' siamo stati liberi di fare un film che ci apparteneva. Gli attori dormivano nella casa in cui stavamo girando, così da essere davvero coinquilini".
E, sebbene non risulti malvagio il dialogo riguardante il perché la Torre di Pisa sia storta e non appaia assente qualche (raro) momento divertente (citiamo soltanto la sequenza della conversazione su Skype), l'insieme non fatica a mostrarsi noioso già a partire dai primissimi minuti di visione.
Colpa non solo di una regia che finisce quasi per conferire al tutto il sapore di un filmino amatoriale riguardante le vacanze a causa della abbondanza di camera a mano, sfruttata nel probabile tentativo di sopperire alla pochezza di budget, ma anche e soprattutto di uno script - a firma dello stesso regista affiancato da Ottavia Madeddu - decisamente debole.
Infatti, tempestato di battute piuttosto stupide e di grottesche situazioni incapaci di far ridere nonostante le intenzioni (si pensi al tizio che fa sesso con una anguria), vorrebbe manifestare un certo impegno di fondo, ma si rivela soltanto l'ennesimo, qualunquista festival radical chic da schermo traboccante luoghi comuni e banalità (il "fascio" con la scritta Paracadutisti sull'abbigliamento rappresenta, di sicuro, uno dei punti più bassi delle caratterizzazioni di un personaggio nel cinema italiano).

Fino a qui tutto bene Con la Isabella Ragonese lanciata da Nuovomondo (2006) di Emanuele Crialese e Tutta la vita davanti (2008) di Paolo Virzì coinvolta in una partecipazione amichevole, il film di Roan Johnson vorrebbe raccontare con pochi mezzi e tanta voglia di fare lo spensierato ultimo week-end trascorso da un gruppo di giovani amici prima di passare alle responsabilità della vita adulta. Al di là della buona volontà manifestata dal cast, però, ci si annoia non poco fagocitati da una regia dal sapore quasi amatoriale e da uno script inconsistente, ricco di banalità e situazioni comiche tutt’altro che divertenti.

4.5

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