Recensione Fanboys

La road comedy ispirata all'universo di Star Wars

Recensione Fanboys
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I fan di Star Wars son sempre stati un caso a parte nel vasto universo di appassionati cinematografici, (quasi) raggiunti in termini di fanatismo soltanto dagli omologhi colleghi di Star Trek. In diverse occasioni costoro si rivelano vere e proprie enciclopedie viventi di tutto ciò che concerne l'universo partorito dalla mente di George Lucas, e come tutti gli appassionati di una saga attendono con trepidazione l'uscita di un nuovo film del franchise. È ancora fresco, in molti, il ricordo dell'attesa e degli eventi preparatori all'uscita, nel 1999, del primo capitolo della "nuova" trilogia, Episodio I: La minaccia fantasma. Dieci anni dopo l'arrivo nelle sale del controverso nuovo episodio, il regista Kyle Newman (The Hollow, Barely Lethal) realizza una storia ambientata proprio a ridosso del succitato come-back della saga, con protagonisti quattro fan sfegatati di Guerre Stellari e una loro amica. In attesa di un seguito, già annunciato per il 2014 e che vedrà alla regia nuovamente Newman, possiamo dunque cogliere l'occasione per rinfrescarci la memoria o (ri)scoprire Fanboys.

Che la farsa sia con voi

Tutto ha inizio il 31 ottobre del 1998 quando Eric (Sam Huntington) ritrova gli amici del liceo, Linus (Chris Marquette), Hutch (Dan Fogler), Windows (Jay Baruchel) e Zoe (Kristen Bell) ad una festa di Halloween dove alcuni di loro si sono travestiti da Darth Vader e soldati imperiali. Qualche giorno dopo Linus propone ai compagni di iniziare un viaggio per gli States per giungere allo Skywalker Ranch di proprietà di George Lucas, dove sarebbe nascosta una copia preparatoria di Episodio I: La minaccia fantasma, in uscita al cinema qualche mese dopo. Lo scopo del viaggio è quello di far visionare il film proprio a Linus, malato terminale di cancro che se lo porterà via, con tutta probabilità, di lì a poche settimane, negandogli la possibilità di poter per vedere la pellicola tanto bramata. Dopo mille peripezie l'insolito gruppetto giungerà infine a raggiungere l'agognata meta, scoprendo anche il vero significato dell'amicizia.

Road Wars

Seppur su una struttura da road movie / comedy adolescenziale tanto in voga nel cinema americano post '90, Fanboys riesce ad elevarsi nel marasma di genere grazie ad una verve citazionista incontenibile che gioca su situazioni classiche della saga di Star Wars ed offre camei impensabili: William Shatner, Danny Trejo, Seth Rogen fino ad arrivare a due interpreti della saga stessa come la storica Carrie Fisher e Ray Park si riciclano in piccoli e divertiti ruoli che riescono a regalare ogni volta aliti di sorpresa. La presenza, inoltre, di Kevin Smith, regista di cult come Clerks, sembra invece quasi scontata, visto che, seppur in chiave più mainstream e meno contestualizzata, i dialoghi pronunciati dai quattro protagonisti riportano alla mente in più occasioni le sagaci battute dei suoi "commessi". Pur non brillando propriamente di originalità, con situazioni abbastanza classiche del filone reinterpretate ad uso e consumo di una trama tutta particolare, la pellicola si fa convincente proprio nei rimandi alla creazione di Lucas, con i dieci minuti finali capaci di strappare più di qualche sorriso. Non mancano poi riferimenti anche ad altri film (Full Monty) e all'eterna lotta tra i fan di Star Wars e i Trekkie che, se si esclude la partecipazione del grande "capitano Kirk", sono dipinti in modo alquanto irriverente. Un viaggio demenziale, spruzzato nell'ultima parte di un alone vagamente malinconico, con protagonista un cast principale adatto al compito e nel quale si staglia (pur senza eccellere) la frizzante bellezza di Kristen "Veronica Mars" Bell che, ad un certo punto, diventa anche la "principessa da salvare".

Fanboys Si ride e si sorride in questa road comedy e, nonostante alcune cadute di tono, l'originalità è garantita da un citazionismo irrefrenabile che guarda con rispetto, e la giusta dose di irriverenza (il "...e se poi il film fa schifo?"finale), alla saga di Star Wars, virando in riferimenti spesso declinati al demenziale. In un cast che non brilla, esclusa la freschezza di Kristen Bell, sono da citare i numerosissimi camei di guest star d'eccezione tra cui spiccano quelli più iconici di Carrie Fisher e Ray Park.

6.5

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