Recensione Europa Report

Sei astronauti di diverse nazionalità partirono per una missione spaziale, per giungere su Europa, satellite naturale di Giove dove, secondo i dati della NASA, potrebbero esservi prove di vita sotto la spessa coltre di ghiaccio. Ma un giorno i contatti con la missione si persero improvvisamente a causa di un guasto tecnico, e solo dopo diverso tempo furono rinvenuti e mostrati al pubblico i filmati pervenuti dall'ente spaziale. Questa è la loro storia.Lo spazio sembra tornato di moda negli ultimi tempi, basti vedere l'incredibile e meritato successo di Gravity, e la sempre più copiosa uscita di titoli a tema. Europa Report (presentato all'ultima edizione del Trieste Science Fiction), diretto dall'esordiente regista ecuadoriano Sebastián Cordero, si basa su una solida sceneggiatura firmata da Philip Gelatt, che è riuscito nella non facile impresa di unire divagazioni fantascientifiche ad una trama matura e profondamente ancorata alla scienza reale.

Europa: Ultima frontiera

Girato con la collaborazione di gente "del mestiere", come i due scienziati della NASA Steve Vance e Kevin Hand e l'astronomo Phil Plait, il film si avvale perciò di una certa aura di veridicità che non può che rendere più affascinante e al contempo inquietante la narrazione, che non lesina in momenti drammatici di grande intensità che riescono bene nell'obiettivo di trasmettere la solitudine di questi sei uomini, lontanissimi da Terra e dispersi nel nulla senza possibilità di comunicare con nessuno. Girato con la tecnica del fount footage, Europa Report è una sorta di mockumentary che ben si alterna tra mistero e introspezione, riuscendo con piccoli tocchi a delineare delle convincenti caratterizzazioni dei personaggi, e lontano anni luce qualitativamente dal pessimo Apollo 17, progetto similare ma dalla riuscita assai scadente. Qui la domanda che vien posta sin da subito da una delle astronaute è chiara e profetica: "siamo soli nell'universo?" e da lì lo spettatore comprende che il satellite Europa nasconderà qualche inaspettata sorpresa per i protagonisti, sfociando soprattutto nell'ultima mezz'ora in un'escalation di tensione che non lascia indifferenti e sfocia in un finale appropriato. La regia alterna false interviste ai progettisti della missione sulla Terra, ai numerosi filmati trasmessi dalla navicella, riuscendo a garantire una certa varietà alla narrazione, e non disdegnando fascinose riprese nello spazio o sul satellite di Giove, con inquadrature provenienti direttamente dall'interno del casco degli astronauti. Una pellicola d'atmosfera, per la quale è stata costruita una vera e propria "astronave" in modo da aumentare la credibilità del racconto, accompagnata da una colonna sonora mai invadente e da convincenti interpretazioni di un cast multi-etnico. Nei panni dei sei protagonisti troviamo volti più o meno noti come il cinese Daniel Wu (La vendetta del dragone, L'uomo coi pugni di ferro), il sudafricano Sharlto Copley (District 9, Elysium), l'americano Christian Camargo (The Hurt Locker, Il mistero delle pagine perdute), lo svedese Michaen Nyqvist (Uomini che odiano le donne, Mission: Impossible - Protocollo fantasma), la polacca Karolyna Wydra (Crazy, stupid, love, Be kind rewind) e la rumena Anamaria Marinca (The countess, 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni), che trovano un buon affiatamento e contribuiscono non poco alla forza emotiva del film.