Recensione Ember - Il Mistero della Città di Luce

Un mondo senza sole e due ragazzini affamati di verità

Recensione Ember - Il Mistero della Città di Luce
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E Luce Fu

Cinque anni fa Jeanne Duprau scrisse una serie di libri incentrati su una enigmatica città elettrica, un grande mistero e un'epica indagine. Il lungo viaggio di due ragazzini oppressi da un soffitto troppo basso, un romanzo fantasy ispirato alle atmosfere di Metropolis di Fritz Lang e ai drammi delle energie non rinnovabili.
Una piccola perla piena di citazioni e rimandi ad una cultura passata (con una speranza verso il futuro) adatto come storia della buona notte. Nulla di pretenzioso, solo un concentrato di avventura perfetto per i ragazzi.
Seppur non baciato da un successo globale in stile Harry Potter, il libro è riuscito comunque a farsi strada tra le vendite, resistendo per qualche settimana. Poi, ad esclusione dei fan più accaniti, venne dimenticato e messo da parte sparendo nel dimenticatoio.
Ma era solo questione di tempo prima che una casa di produzione affamata di materiale fantasy si "ricordasse" del libro di Duprau.
Walden Media Pictures (The Chronicles of Narnia - Charlotte's Web), ormai specilizzata in film fantasy, si è affrettata ad accaparrarsi i diritti di Ember - il Mistero della Città di Luce.
La formula "Bambini - Segreto - Avventura" attira molte famiglie alla ricerca di tranquillità serale, fiabe a buon mercato e figli contenti senza sforzo, perché: "è più facile guardare un film che leggere un libro".
Tim Robbins (Le Ali della Libertà - La Guerra dei Mondi), ultimamente molto legato ai film per ragazzi (ad esempio con il pessimo Zathura), è quasi sicuramente in partita per attrarre anche un pubblico più maturo che altrimenti troverebbe ben poco d'interessante.
Lo stesso vale per la partecipazione di Bill Murray (Ghostbusters - Lost in Translation), inserito in un contesto atipico per le sue interpretazioni; sembra esser stato scelto più per dare un tono al film piuttosto che per il suo reale apporto alla pellicola.

Un Lampo di Genio

Ember è una città illuminata perennemente dalla fredda luce delle lampadine elettriche. Nessuno dei suoi abitanti si domanda perchè non ci sia un cielo sopra le loro teste.
Da ben duecento anni si è persa la memoria delle vere motivazioni della scelta di questo stile di vita.
Il sindaco della città (Bill Murray), incaricato di preservare "la grande verità", ha perso la scatola che la conteneva.
Nessuno sembra in grado di svelare il mistero di Ember, di vedere cosa ci sia oltre quel soffitto e di scoprire il grande segreto che il sindaco sembra voler tacere.
Solo due bambini curiosi e sognatori, lotteranno per la verità in un mondo avverso e apparentemente senza speranza. Lina e Doon riusciranno a cambiare le cose? Ma soprattuto potranno convivere con quello che verranno a sapere?

Alla Luce dei Fatti

Gil Kenan con Monster House ha dimostrato di sapersi rivolgere ai ragazzi. Ha guadagnato la fiducia del pubblico più giovane (ma soprattuto dei loro genitori) con una storia meno semplice e banale di quello che poteva sembrare, e con City of Ember ha voluto tentare di nuovo, rimettendosi in gioco.
Kenan confeziona una regia adatta ad un film di avventura, per lo più con enfatiche riprese dall'alto utilizzate al tempo giusto; anche se da manuale e un po' ovvie risultano in linea con l'indole adventure della pellicola.
Ember - il Mistero della Città di Luce più che rifarsi a film del filone "La Bussola D'oro" si trova più in linea con lavori come "I Goonies" o "Labyrinth", con un modo di raccontare più concreto e meno etereo.
Purtroppo, però, le influenze esterne si notano, e non poco.
Scegliere attori come Bill Murray e Martin Landau per ruoli marginali o come semplici macchiette senza spessore, toglie molta della credibilità che la pellicola poteva guadagnarsi se composta da un cast totalmente sconosciuto, capace di catalizzare l'attenzione per l'eventuale bravura che avrebbe dimostrato, piuttosto che oer merito del blasonato nome
La, per fortuna, poca computer grafica stona parecchio: dal goffo mostro talpa agli ingranaggi giganti fuori della città, il tutto ci suggerisce l'idea di un lavoro compiuto a metà, di qualcosa che poteva essere ma non c'è stato (mancanza di idee, di budget i d'entrambe le cose?).
Il clima che si respira per tutto il film viene del tutto annientato dalla poca eleganza con la quale vengono introdotti questi effetti.
Un'altra nota stonata risiede nel finale incredibilmente aperto per un ovvio seguito: senza nemmeno una chiara morale conclusiva, lo spettatore rimane spiazzato e pieno di dubbi.
Guardando la pellicola il primo pensiero che potrebbe balzare in mente è :" il libro deve essere proprio ben fatto"
Infatti, nonostante la sceneggiatura faccia acqua alle volte, si percepisce che dietro all'idea appena suggerita del film, si nasconde una grande inventiva e una solida storia.
Ember risente troppo del clima con la quale è venuta alla luce. Spiderwick , Arthur e il Popolo dei Minimei sono solo alcuni esempi di pellicole che hanno ormai "saturato" la richiesta di fantasy da parte del pubblico.
Film che da soli, visti in contesti non "modaioli", potrebbero dimostrare a pieno il loro valore, ma in queste condizioni zoppicano un po' perché risultano più un modo per battere cassa, piuttosto che un veicolo espressivo di genuine creazioni fantastiche.

Ember - Il Mistero della Città di Luce Ember - il Mistero della Città di Luce è una grande storia mal rappresentata. Nonostante gli sforzi di attori e regista per non farla sembrare del tutto “venduta” fallisce nel suo intento. Sicuramente, risulterà interessante per un bambino voglioso di avventura, ma del tutto avvilente per un ragazzo che si aspetta un film eroico. Un film che fa venir voglia di leggere il libro dal quale è tratto non è un buon film, ma un'ottima pubblicità per la sua controparte cartacea.

5.5

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