El bar, la recensione del film di Álex De la Iglesia disponibile su Netflix

Otto individui si trovano asserragliati in un bar preso di mira da un cecchino in El Bar, feroce e avvincente comedy-thriller di Álex De la Iglesia.

El bar, la recensione del film di Álex De la Iglesia disponibile su Netflix
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Una mattina come tante nel cuore di Madrid. Alcuni individui di diversa estrazione sociale si trovano all'interno di un piccolo bar di quartiere: tra di loro vi sono una giovane donna in procinto di un appuntamento galante, un venditore di biancheria intima, un ex-poliziotto, un senzatetto, una casalinga di mezz'età con il vizio del gioco e un pubblicitario, oltre ai due gestori del locale. La quiete viene improvvisamente scossa quando un altro avventore, appena varcata la porta d'uscita, viene steso da un cecchino. Le strade diventano deserte, e la polizia tarda ad arrivare; ad aggiungere ulteriore panico anche i cellulari non prendono campo e i notiziari televisivi sembrano ancora all'oscuro di quanto sta accadendo. I clienti cominciano così a pensare il peggio, arrivando a sospettare un attacco terroristico o addirittura l'intervento di forze aliene e mentre la situazione si fa sempre più incerta e inspiegabile, costretti a rimanere chiusi all'interno del bar per non subire la stessa sorta del deceduto, i sospetti reciproci cominciano ad insinuarsi all'interno dell'eterogeneo gruppo.

La fine dell'umanità

Su una trama che potrebbe mescolare, almeno inizialmente, influenze di The Mist (2007) e In linea con l'assassino (2002), il regista spagnolo Álex De la Iglesia imbastisce una feroce thriller comedy sul deterioramento dei rapporti umani in una situazione di estremo pericolo, in cui la paura fa venire allo scoperto i lati peggiori di ogni individuo. Dopo una prima parte più leggera, per quanto la morte cominci ad aleggiare su schermo già nei primi giri di lancetta, le gustose istanze black humour lasciano spazio ad un'escalation tensiva in cui "uomo mangia uomo", dando via ad una forsennata lotta del tutti contro tutti ai fini della sopravvivenza. Uno scontro primordiale che riporta alla mente le dinamiche di un altro cult del cineasta quale La comunidad (2000) e qui esasperata in una spirale di violenza psicologica (e fisica, ma pur senza eccessi) atta a trainare al gran finale, tutto sporcizia e adrenalina. Sin dall'inizio El Bar (disponibile su Netflix) riesce a gestire al meglio il suo binomio narrativo, introducendo con brevi ma incisivi passaggi i caratteri dei numerosi protagonisti e scatenando un avvincente senso di mistero su quale sia la reale causa di quanto sta accadendo, tirando fuori ipotesi improbabili e/o complottistiche che trovano infine una plausibile risposta di genere. L'ironia è sempre presente anche nei passaggi più crudi, pervasa da un'amarezza di fondo che riflette sui rapporti sociali del mondo contemporaneo, con persone ritenute possibili terroristi solo per la lunga barba o schifate per un aspetto esteriore giudicato brutto, ponendo anche inquietanti divagazioni sulla dipendenza dal gioco e sulla povertà in senso estremo. L'entrata in scena di una pistola mescola maggiormente la carte dividendo ancora maggiormente il già mal assortito manipolo di personaggi, e le citazioni bibliche e apocalittiche citate in più occasioni dalla figura del clochard si rivelano quanto mai adatte all'umore di un contesto sempre più magneticamente dissacrante, per un film che urla il proprio messaggio con innegabile efficacia.

El bar Il cinema di Álex De la Iglesia non va mai per il sottile e anche nel suo ultimo lavoro il regista spagnolo confeziona un'opera feroce e graffiante, equilibrato mix di generi che, tra gustosi istinti da commedia nera e una violenza thriller che rischia di sfociare nell'horror psicologico, dice la sua sulla decadenza morale nella società contemporanea. Otto individui, un bar scalcinato e un cecchino che uccide chiunque valichi la porta d'uscita: su una trama inizialmente semplice El Bar costruisce pian piano dinamiche sempre più interessanti e ferali, in cui il peggio degli individui viene alla luce con spietata crudeltà in un grottesco disseminarsi di ipotesi e colpi di scena che prima incuriosiscono e dopo lasciano con il fiato sospeso fino all'energica resa dei conti finale, lasciando trasparire dietro tutta la genuinità di genere l'importanza di un vibrante messaggio.

8

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