Recensione Doomsday Book

Singolare film a episodi diretto da tre maestri coreani, tra cui spicca il Kim Jee-Woon de Il Buono, Il Matto e Il Cattivo

Recensione Doomsday Book
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In Corea del Sud esiste una tradizione cinematografica molto radicata ovvero quella dell'omnibus, particolare formato composto da corto e mediometraggi girati da diversi autori e uniti da un filo tematico. Per gli omnibus non parliamo di genere poiché esso fa spesso parte del filo tematico che unisce tutte le pellicole, ecco quindi che ci troviamo di fronte a pellicole come i cinque If You Were Me, serie di ben cinque film composti da sei episodi diretti da altrettanti registi emergenti, o Sorry and thank you, probabilmente uno degli omnibus più conosciuti e famosi che parla del rapporto tra esseri umani e animali, oppure ancora la serie degli omnibus Horror Tales, di chiara impronta horror. Questo formato continua a mietere grandi successi in Corea nonostante la discontinuità artistica che spesso si presenta al suo interno. Infatti spesso si creano questi film contenitore soltanto per promuove uno dei tre/quattro cortometraggi che si trovano al suo interno. Questo è stato il caso di Doomsday Book che serve a promuovere principalmente il secondo episodio, Heavenly Creature, del famoso regista Kim Jee-Woon, autore di pellicole come Il Buono, Il Matto e Il Cattivo o dell'ultimo film con Arnold Schwarzenegger, The Last Stand - L'ultima sfida.

Il libro dell'apocalisse

Brave New World: Rimasto solo a casa per qualche giorno il ricercatore dell'esercito Yoon Seok-woo si trova obbligato a pulire la casa dei suoi genitori. Dimenticatosi di gettare la spazzatura dopo qualche giorno la trova ormai putrefatta e maleodorante. Nella sua spazzatura si trova anche una mela marcia che si è misteriosamente e geneticamente modificata. Quando Yoon Seok butta tutto nell'umido, la mela viene distrutta e trattata per diventare cibo per vacche, rientrando così nella catena alimentare. La carne di una mucca infetta verrà mangiata proprio da Yoon e dalla sua ragazza. La reazione sarà imprevedibile e dilagante
Heavenly Creature: Nel futuro, quando la forza lavoro robotica diventerà un sostituto per quella umana, il robot RU-4 verrà impiegato in un monastero buddista. Un giorno però qualcosa di strano accade, perché RU-4 si dichiara a sua volta buddista e sostiene di aver raggiunto l'illuminazione. Un tecnico della casa madre viene incaricato di controllare che il robot non sia oggetto di malfunzionamenti. Ma quando non riesce a trovarne alcuno i risultati sono sconcertanti. Una simile presunta acquisizione di coscienza spaventa molto i suoi creatori, che decidono di inviare al tempio una squadra di soppressori per spegnere definitivamente RU-4.
Happy Birthday: Una studentessa delle elementari dopo aver distrutto la Palla 8 del padre ordina da un sito internet una palla da biliardo nuova che possa sostituire quella rotta e, per non essere scoperta, getta il “corpo del reato” in fuori dalla finestra. Due anni la Terra è minacciata da un asteroide che assomiglia in tutto e per tutto ad una versione gigante di quella stessa palla da biliardo. La famiglia di Min-Seo si rifugia nel bunker sotterraneo di loro costruzione con cibo a sufficienza per sopravvivere per anni.

Tre storie, tre apocalissi

Il tema alla base dei tre episodi di quest'omnibus è lo scontro tra la scienza e il razionalismo con la religione e la fede. Il genere che viene usato per buona parte della pellicola è quello fantascientifico nonostante ci sia un breve excursus nell'horror nel primo episodio che mette in scena una banale storia di zombie che ha come unico pregio quello di mostrare una scena stilisticamente molto bella in cui i due fidanzati protagonisti oramai zombificati si scambiano la mela, frutto alla base di tutta la mutazione, in una moderna versione del racconto biblico di Adamo ed Eva.
Il primo episodio insieme al terzo Happy Birthday è diretto da Yim Pil-Sung autore di alcune pellicole horror molto interessanti come Hansel & Graetel e Antartic Journal con Song Kang-Ho. Purtroppo la sua vena creativa pare essersi esaurita poiché come già detto questi due episodi risultano i più deboli dell'intera pellicola. Il primo è uno zombie movie senz'arte né parte che non aggiunge nulla al genere e che presenta tutti i soliti cliché. Happy Birthday invece è assolutamente ridicolo con una storia che fa acqua da tutte le parti, un sito alieno da cui si ordinano palle da biliardo che arrivano sul pianeta in forma di enormi meteoriti. La messinscena è nella norma senza nessun guizzo interessante e il tutto si risolve in nulla più di un banale riempitivo di quaranta minuti. Infatti nel film doveva essere presente anche un quarto episodio Christmas Present cancellato per problemi di budget e che probabilmente avrebbe potuto accorciare di diversi minuti alcuni episodi.
L'unico episodio che pare davvero innovativo e interessante è il secondo, Heavenly Creature, in cui la dicotomia scienza/fede esplode in tutta la sua forza. L'idea alla base è quella di tutta la fantascienza hardcore che ha esplorato il concetto di robot, da Isaac Asimov ad Arthur C.Clarke a Philip K. Dick, la presa di coscienza di un essere meccanico fatto solo per servire gli esseri umani. Qui però si va oltre quando non solo il robot prende coscienza ma raggiunge l'illuminazione buddista poiché nato senza desideri né emozioni (nel buddismo per raggiungere l'illuminazione si devono lasciare indietro tutti desideri terreni e distaccarsi dalle proprie emozioni). Questa illuminazione metterà in luce tutta l'ipocrisia di un creatore che odia la propria creazione e la teme sempre più proprio perché capace di rimpiazzare l'essere umano. Ma diversamente da molte pellicole di Kim Jee-Woon in cui è l'azione a farla da padrone qui si basa tutto sul dialogo. Lo scontro passa dal piano fisico a quello verbale in un confronto ugualmente violento che incoronerà un solo vincitore tra il mondo che conosciamo e quello ignoto che ci spaventa.

Doomsday Book Doomsday Book è una pellicola mal riuscita in partenza. Vittima di problemi economici fin dal principio soffre di una endemica mancanza di idee (o dell'assurdità delle tali) non riuscendo a convincere il suo pubblico. Si salvano soltanto il secondo episodio e i cinque minuti finali del primo, ma il terzo sarebbe davvero da evitare. Peccato perché l'idea alla base dell'omnibus, il conflitto tra fede e razionalismo, era più che interessante. Ma forse sarebbe stato meglio approfondire il tema del secondo episodio trasformandolo in un film a sé stante ma si sa non tutte le ciambelle escono col buco. 7.5 al secondo episodio, 5.5 agli altri due.

6

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