Recensione Divergent

La nuova saga young adult pronta a conquistare il mondo arriva infine nei cinema

Recensione Divergent
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Per la premiere di Londra, la fila dei ragazzi che volevano accedere al red carpet è iniziata due giorni prima. Su Twitter è il film di cui si è discusso maggiormente mesi e mesi prima della sua uscita. La sua stessa nascita letteraria è stata caratterizzata da uno di quei successi fulminei che ti porta all'ottavo posto in classifica nella prima settimana di pubblicazione e a vendere i diritti di sfruttamento cinematografico del libro ancor prima che questo sia stato presentato al grande pubblico. Divergent, prima parte della trilogia d'esordio di Veronica Roth, ha alle spalle una di quelle storie che non puoi far a meno di notare e che ti portano a pensare a un futuro ricco di successi. È scritto nel suo destino, non può tirarsi indietro. Soprattutto in un periodo come questo: dopo che Twilight ha aperto (in modo positivo o negativo, poco importa) le porte della narrativa per giovani adulti alla conoscenza mondiale, le storie di questo genere continuano a bussare alla nostra porta, chiedendo di essere amate, idolatrate, diventare iconiche. C'è riuscito Hunger Games, ma molti, prima e dopo di lui, sono ripiombati in un, spesso giustificabilissimo, dimenticatoio. Gli ingredienti base per una ricetta perfetta? Una vita sconvolta improvvisamente, un amore impossibile, un mondo completamente diverso a quello di appartenenza e un elemento di forte impatto: guerra, sovrannaturale, fantascienza... decidete voi. Intanto, con i suoi 100 milioni di dollari incassati in patria nei primi 10 giorni di programmazione, Divergent ha già iniziato il suo piano di conquista del mondo.

Essere diversi è pericoloso

Come vi abbiamo raccontato nel nostro speciale sulle fazioni, Divergent è ambientato in un mondo distopico nel quale la società, per preservare la pace, si è divisa in 5 fazioni: Eruditi, Intrepidi, Candidi, Pacifici e Abneganti. È proprio tra questi ultimi che è nata Beatrice Prior (Shailene Woodley): tra i suoi compagni sempre pronti ad aiutare il prossimo, non mettersi in mostra e non infrangere le regole, Tris si è sempre sentita un po' inadeguata, non all'altezza della sua fazione. Raggiunta l'età di 16 anni, a tutti i membri di questa società viene chiesto di affrontare un test che valuterà la loro vera indole. Subito dopo sarà chiesto loro di decidere in quale fazione vivere per il resto della loro vita. Il test di Tris è inconcludente: cosa significa? Che lei è una Divergente e appartiene, in minima parte, a tre diverse fazioni. Non può dirlo a nessuno, nemmeno alla sua famiglia, perché i Divergenti sono considerati pericolosi, impossibili da tenere sotto controllo. Così Tris decide di abbandonare la sua vita di calmi stenti, compresa la sua famiglia, e di unirsi agli Intrepidi, la più coraggiosa, litigiosa e dissennata della fazioni. Ma per farne ufficialmente parte dovrà superare la dura iniziazione e sopravvivere a tutte le prove, fisiche e psicologiche che questa impone. Tra le altre cose dovrà imparare ad aprire gli occhi e iniziare a fidarsi delle persone, e soprattutto scoprire perché essere un Divergente è così pericoloso!

Un film divergente

Ve lo diciamo noi perché essere un Divergente è pericoloso: perché fondamentalmente non sei una parte completa di qualcosa, sei una somma diversificata di tante cose. È una cosa positiva? Nell'essere umano sicuramente si, ma in un film come questo... parliamone! Nel suo primo libro Veronica Roth riesce a spiegare bene il sistema della fazioni utilizzato in questa Chicago post guerra e il perché, per sopravvivere, si sia arrivati a prendere questa decisione. Senza dilungarsi troppo, senza divagare in inutili congetture politiche, senza fuoriuscire dalla narrazione focalizzata dal punto di vista di una protagonista che, alla fine dei conti, è un'adolescente costretta a crescere all'improvviso. E il suo metodo narrativo funziona, tenendo il lettore incollato alla storia pagina dopo pagina, riempiendolo di aspettative, paure e inaspettati colpi di scena. Ma se questo ritmo permette al lettore di costruirsi mentalmente le giuste immagini delle storia, trasportato sul grande schermo, il plot di Divergent diventa improvvisamente prolisso, lento e continuamente alla rincorsa di un colpo di scena che non arriva. Evan Daugherty e Vanessa Taylor hanno cercato di rimanere il più fedeli possibili al libro, raccontando la storia di Tris tassello dopo tassello. Ma in questo processo di costruzione, si sono persi per strada qualche connessione emotiva, rendendo la narrazione un piatto racconto che si trascina per ben 140 minuti. Sullo schermo vedi scorrere tutto quello che dovrebbe succedere, esattamente come dovrebbe essere, eppure non ti entusiasma e non ti lega ai protagonisti come dovrebbe. Non coinvolge, non affanna, non ti fa sentire davvero in ansia per il destino di Tris e del suo bellissimo ed enigmatico compagno Four (Theo James). Senti sotto pelle che qualcosa non va per il verso giusto... ed è un vero peccato, perché a livello tecnico Divergent è decisamente superiore a molti film dello stesso genere. La fotografia, la scenografia, la colonna sonora e i movimenti di macchina sono studiati in modo da creare un complesso davvero godibile, che si scontra con quel gap strutturale nascosto tra le pieghe dell'adattamento.

Divergent Quindi non abbiamo capito, è un brutto film? No, considerato lo standard di questo genere di prodotti, Divergent non è assolutamente un brutto film. Ma se le fazioni di appartenenza fossero Twilight e Hunger Games, lui si troverebbe nel mezzo, un film divergente, disperso nel suo appartenere un po’ a entrambe le categorie. Una buona regia e delle performance recitative adeguate alle richieste della pellicola si scontrano contro l’innaturale senso di pesantezza che un film, con queste tematiche e questo genere di trama e azione, non dovrebbe far sentire allo spettatore. Divergent sembra muoversi troppo lentamente sul suo percorso, pur non soffermandosi nelle stazioni, forse importanti, delle relazioni (poco approfondite) tra i personaggi e di come queste influenzino ogni decisione degli stessi.

6.5

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