Recensione Distancias Cortas

Dal Messico un'opera dolce-amara, che narra le inquietudini di un'esistenza impossibilitata a compiere anche delle brevi distanze (Distancias Cortas, appunto), ma che riscoprirà ciò nonostante la voglia di vivere, e battersi, per una vita migliore

Recensione Distancias Cortas
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Fede soffre di obesità cronica e vive in uno stato d'isolamento perpetuo. A causa della sua condizione, ogni piccola attività come lavarsi, fare una passeggiata, o addirittura una vacanza, rappresentano infatti per lui e per il suo fisico delle sfide notevoli. La sua patologia e il suo peso hanno inoltre determinato anche un'aritmia cardiaca che gli rende ancora più impossibile vivere una vita normale. Ostracizzato per la sua condizione da molti, perfino dalla sorella, l'esistenza di Fede sembra oramai condannata a un pessimismo dilagante, che ha contagiato di fatto ogni sua attività e relazione. Uno sprazzo di freschezza giungerà però nella sua vita con la riscoperta della passione per la fotografia, condivisa con il cognato Ramon, e con la nascita di una nuova amicizia, ovvero quella con Paulo, il ragazzo che lavora nel negozio di fotografia dove Fede svilupperà un vecchio rullino di foto, riaprendo il vaso di pandora della sua vita precedente, con ‘qualche' chilo in meno e molte speranze in più. La nuova amicizia con Ramon, e il conseguente contatto con l'energia e la vitalità del ragazzo, saranno nuove occasioni per Fede per fare un nuovo bilancio sulla propria vita, e realizzare che in mezzo a tanto buio (l'obesità, i problemi cardiaci, la difficoltà di compiere anche quelle piccole distanze - Distancias Cortas - che per tutti gli altri sono invece attività di normale amministrazione) è possibile scorgere anche un po' di luci, se solo si ha la forza di cambiare per un attimo la propria prospettiva.

Riscoprire la vita

Dal Messico, il regista Alejandro Guzman Alvarez affronta con eleganza e tatto il tema di un'obesità cronica che diventa limitazione esistenziale estrema. I 180 chili di Fede non rappresentano infatti solo una condizione fisica estremamente complessa da gestire, ma (di conseguenza) anche un condizionamento mentale quasi impossibile da superare. Nella fotografia di Alvarez, però, attraverso la scoperta di una passione e di una nuova amicizia, si accende una luce sul potenziale inespresso di una vita pregiudizialmente bollata come inutile. In Distancias Cortas la rivoluzione è tutta interna, data dalla riscoperta interiore di potenzialità fino a quel momento insondate. Una bellissima fotografia marca stretto la rivoluzione di un protagonista complesso e affascinante (il bravissimo Luca Ortega qui alla sua prima prova d'attore e presente anche nelle vesti di curatore delle musiche), intrappolato nel proprio corpo e in qualche modo deciso a liberarsi, ritrovare la libertà di un vivere non più e non tanto all'ombra del proprio malessere (il senso d'impotenza, la lista delle persone che si ucciderebbero con piacere), quanto alla luce delle proprie forze e delle proprie virtù (esaltata dall'apparente banalità di una passione o dal guizzo vitale di rapporti/affetti capaci di rimetterci 'in pista').

Distancias Cortas Distancias Cortas, ovvero quelle piccole distanza che Fede, il protagonista di questa storia, non riesce a compiere per via della sua obesità cronica. Una condizione fisica limitante che ne ha generata una mentale ancora più invalidante. Il messicano Alejandro Guzman Alvarez racconta questa storia con estrema grazia e intelligenza, mettendo a fuoco ombre e luci di un ritratto umano complesso ma estremamente ricco di spunti positivi. Un film dove non si muove (quasi) nulla, se non il motore di una forza di volontà ritrovata, riaccesa da un paio di quegli incontri (la passione, un amico speciale) che possono dirottare la negatività cronica di uno stato esistenziale e far ripartire quell'autostima che pareva per sempre perduta.

7

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