Recensione Diario di una schiappa

Greg Heffley e lo 'spietato' mondo della scuola media

Recensione Diario di una schiappa
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Un vero e proprio successo planetario è stato definito quello di Jeff Kinney, che con il suo Diario di una schiappa (Diary of a wimpy kid) ha venduto più di 50 milioni di copie di libri nel mondo, scalzando perfino il ‘gigante' Dan Brown dalla vetta delle classifiche americane. Un successo editoriale che ora si sta trasformando in successo cinematografico (in America sono usciti già i primi due film), mentre già si parla della preparazione di un terzo film. Insomma una schiappa a dir poco geniale se si tiene conto della sua capacità di calamitare l'attenzione del grande - e soprattutto ‘piccolo' - pubblico. Ma cosa ha di tanto speciale la storia di questo ragazzino ‘normale' alle prese con le consuete asperità della vita di scuola?

It’s awesome to be me

"Un giorno sarò famoso, ma per ora sono imprigionato qui alla scuola media con un manipolo di idioti". È così che descrive la sua attuale vita da neo-frequentante delle scuole medie Greg Heffley (Zachary Gordon), un preadolescente del tutto ‘normale' e senza particolari doti che lo rendano il numero uno, ma senz'altro dotato di un'ironia e di un'intelligenza singolari che lo porteranno a destreggiarsi tra il bullismo dei compagni, le angherie del fratello più grande e i vari turbamenti della fase pre-adolescenziale, senza perdersi mai d'animo e ritrovando infine la strada per essere (comunemente) sé stesso. La storia è presto raccontata. Greg Heffley è al suo primo anno di scuola media, un mondo che se confrontato con le docili sicurezze della scuola elementare appare pieno di insidie (si parte dal dover scegliere il banco giusto) e costellato di personaggi malefici (una vecchia compagna delle elementari che per qualche misterioso motivo ti detesta può essere un ottimo esempio). Nella sua testa c'è l'intento di diventare il più celebre della classe (che sia per meriti sportivi o sociali poco importa). Così l'ingegnoso Greg comincerà a escogitare una serie di idee per cercare di entrare a far parte della rosa dei più ‘quotati' della scuola, spronato dall'idea per cui "non c'è niente di peggio dell'emarginazione". Purtroppo i suoi tentativi si riveleranno tutti fallimentari e, anzi, a conti fatti gli alieneranno anche la complicità del suo unico vero amico, il goffo ma simpatico Rowley(Robert Capron) . Prima, però, che la sua vita scolastica cominci a imputridire come accade a una negletta e putrescente fetta di formaggio (si dice che sia portatrice di formaggite) che campeggia al centro della scuola come simbolo dell'infausto destino che attende gli emarginati, Greg, avendo fatto tesoro dei propri sbagli, scoprirà che in realtà "It's awesome to be me" (è fantastico essere me stesso) e ricomincerà la sua avventura scolastica con il piede giusto. Il tutto verrà fedelmente registrato non su un comune diario, bensì su un giornale di bordo (il che basta a sancire l'eccentrica originalità del piccolo protagonista), corredato di vignette e fumetti, che diventerà testimone di tutte le vicissitudini scolastico-sociali del simpatico Greg.

Fa’ la cosa giusta!

Thor Freudenthal, già cimentatosi con il mondo dei ragazzi, la loro onesta creatività e i loro valori nella commedia ‘canina' Hotel Bau, raccoglie il materiale fumettistico-narrativo uscito dalla matita di Jeff Kinney per realizzare un film il cui valore aggiunto è la normalità di un protagonista con cui tutti (ma in special modo chi appartiene alla 'banale' categoria delle persone 'qualunque'), possono entrare entrare in empatia. Un ragazzino qualunque che non sempre riesce a fare la cosa giusta, e che spesso sbaglia, ma che poi in determinati momenti ha anche la sensibilità di rivedere la scala delle sue priorità per riposizionare al primo posto i veri affetti, abdicando alla sua chimera di notorietà. Lo sguardo furbetto ma sincero del protagonista, circondato da una serie di bravi comprimari (la filosofica Angie interpretata da Chloe Moretz, il sadico fratello Rodrick e il goffo ma leale amico Rowley) conferisce alla pellicola ritmo e una certa freschezza; mentre la trama lineare, arricchita dai fumetti e dalle divertenti incursioni di Greg nel suo ideale mondo immaginario (dove lui è bello, ricco e famoso, e deve prendersi la briga di rispondere alle stupide domande della gente) si pone al servizio di un racconto dove, per una volta, è un ragazzino comune, che vuole ritagliarsi la sua parte nel mondo, a guadagnarsi la luce di proscenio. In fondo il mondo è fatto perlopiù di persone comuni, ed è forse proprio per questo che la storia di Greg Heffley ha suscitato tanto interesse. Un lavoro che a uno spettatore più maturo potrà apparire a tratti troppo didascalico e lineare, ma che otterrà sicuramente i favori del pubblico più ‘piccolo', facilmente contagiato dalla freschezza del protagonista e indotto a un processo di partecipativa immedesimazione, che è poi lo stesso ingrediente che sta alla base del successo dei libri.

Diario di una schiappa Rielaborando in una trama lineare gli episodi più divertenti e caratteristici dell’omonimo libro, Diario di una schiappa si propone come un onesto excursus nel mondo dei pre-adolescenti, atterriti dal primo vero approccio con il mondo talvolta crudele della scuola. Se lo stile semplice e il dispiegarsi cronologico dei contenuti rendono il film non particolarmente adatto a un pubblico adulto, gli stessi elementi lo rendono ottimo per la fruizione da parte di un pubblico più giovane (quello rappresentato dallo stesso Greg), che non mancherà di calarsi in prima persona nel mondo di apparenti e reali avversità vissuto da Greg.

6.5

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