Recensione Devil's Tomb - A caccia del diavolo

Un gruppo di soldati capitanati dal tormentato Mack viene contattato da un'agente della CIA per indagare in una base sotterranea nel deserto mediorientale. Lo scopo della squadra è quello di recuperare uno scienziato, ma dopo il ritrovamento del corpo morente di un prete, con delle orribile piaghe sul corpo, ben presto il team si rende conto di trovarsi di fronte a qualcosa di sovrannaturale. Inquietanti allucinazioni e la comparsa di individui mutati geneticamente e simili a dei morti viventi rendono la missione ben più complicata del previsto.

Ormai è assodato come Cuba Gooding Jr., dopo il premio Oscar per Jerry Maguire (1996) e una discreta carriera commerciale alla fine degli anni '90, sia diventato una vera e propria icona degli straight to video. L'interprete di colore ha sprecato tutto il suo potenziale talento in una carriera di b/ z-movie della peggior specie, alla quale appartiene anche Devil's Tomb - A caccia del diavolo, improbabile horror sci-fi diretto nel 2009 dall'esordiente Jason Connery (figlio del grande Sean) che, dopo una discreta carriera attoriale, si è cimentato con scarsi risultati in campo registico.

Mostri e mostruosità

Incredibile pensare che per realizzare questo film siano stati spesi dieci milioni di dollari: la pochezza complessiva dell'operazione è tale da concorrere con le classiche produzioni Asylum style. Ma se spesso nei titoli della pacchiana casa di produzione americana è presente una forte auto-ironia, in grado come nel caso degli Sharknado di ergere la visione a scult, in quest'occasione ci troviamo di fronte ad un'operazione che nella sua rara bruttezza si prende dannatamente sul serio. Devil's Tomb - A caccia del diavolo affastella in una narrazione confusa e forzata tutti gli elementi cardine dell'horror sci/fi: dagli pseudo-zombi ai Nephilim si cavalcano tutte le più strampalate teoria apocalittiche a sfondo biblico in maniera pretenziosa e sconsiderata nel quale il Dio cristiano è destinato sempre e comunque a vincere sul Male. Ambientazioni spoglie, interpretazioni anonime ed un tripudio di effetti gore gratuiti (almeno realizzati discretamente) caratterizzano il poco credibile plot, con tanto di numerosi flashback sul passato di Mack a cercare, senza riuscirvi, di approfondire la psicologia del protagonista, interpretato da un Cuba Gooding Jr. dal volto immutabile anche nelle situazioni più concitate. Le gustose partecipazioni in piccoli ruoli (seppur chiave) di Ron Perlman e Ray Winstone possono dirsi gli unici elementi vagamente curiosi di una pellicola da dimenticare il più in fretta possibile.