Recensione Detective Dee

Il wuxia a tinte giallo-fantasy diretto da Tsui Hark

Recensione Detective Dee
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"Quello del detective Dee è un personaggio storico molto importante, quindi abbiamo cercato di rispettare le aspettative del pubblico".
Definito da molti il George Lucas di Hong Kong, a parlare è Tsui Hark, produttore di The killer (1989) di John Woo e della nota serie Once upon a time in China, nonché regista con oltre quaranta titoli nel curriculum, tra cui A better Tomorrow 3 (1989), The blade (1995) e due film interpretati dal colosso belga Jean-Claude Van Damme: Double team-Gioco di squadra (1997) e Hong Kong colpo su colpo (1998).
Senza contare il wuxiapian Seven swords (2005) e il racconto romantico a tinte giallo-fantasmagoriche Missing (2008), i quali vanno a precedere questo Detective Dee and the mystery of the phantom flame, che prende le mosse dalla figura dell'onorevole magistrato Dee, realmente esistito e protagonista di una serie di romanzi polizieschi scritti da Robert van Gulik, scrittore, diplomatico, orientalista e musicista olandese.

L’attore Andy Lau a proposito del suo personaggio

Nel film interpreto il detective Dee, personaggio che ho preparato solo dopo che vi avevano lavorato il regista e lo sceneggiatore. Mi era stato detto di non guardare le cose del passato perché, in questo caso, l’intenzione era di fare qualcosa di diverso e di cercare di capire a quale animale corrispondesse Dee. Alla fine, abbiamo capito che lui è una scimmia, perché, tra l’altro, è veloce come essa.

Il giallo dei gialli

E, su sceneggiatura di Jialu Zhang e del Kuo-fu Chen regista di Double vision (2002), è nella città capitale di Luoyang, nell'anno 690 d.C. al tempo della dinastia Tang, che si svolge il film di Hark, con Wu Zetian, interpretata da Carina"2046"Lau, prima donna imperatrice della Cina che salirà formalmente al trono del Paese più grande e potente del mondo quando verrà terminata la costruzione di un monumentale stupa buddhista. Un'ascesa che, minacciata da una serie di misteriose sciagure, a partire dal fatto che alcuni uomini sono morti per autocombustione in pubblico, vede Wu, decisa a risolvere il caso prima di salire al trono, costretta a rivolgersi a Di Renjie alias Andy"Infernal affairs"Lau, ex giudice della corte imperiale fatto imprigionare otto anni prima, dopo che l'aveva criticata per aver preso il potere alla morte dell'Imperatore. Nominato Giudice supremo dell'impero proprio dalla donna, Di Renjie porta avanti le indagini affiancato dal violento e ambizioso magistrato Bei Donglai.

Wuxia in fiamme

Tenendo in considerazione un po' tutta la filmografia del regista di Swordsman (1990), c'era quindi da aspettarsi un altro prodotto notevole dal punto di vista tecnico, ma non troppo incalzante per quanto riguarda il ritmo narrativo. Invece, in questo Di Renjie zhi Tongtian diguo (come è conosciuto in patria il film) è proprio il movimento a non risultare assente, già a partire dai primissimi minuti di visione, i quali, fin dal prologo, tendono allo sfoggio di effetti digitali che, però, lasciano abbastanza a desiderare.
Effetti digitali destinati comunque a migliorare strada facendo, soprattutto nelle sequenze in cui vengono tirati in ballo i succitati corpi che si carbonizzano; mentre tornano in parte alla memoria sia alcuni aspetti della serie Pirati dei Caraibi che il look generale alla base di Storie di fantasmi cinesi (1987) di Ching Siu-Tung, del quale, non a caso, Hark fu produttore.
E, tra classica ironia orientale venata anche di un certo cinismo e sequenze d'azione coreografate a dovere, come di consueto, dal veterano Sammo Hung (L'ultimo combattimento di Chen), sono oltre due ore di spettacolo tecnicamente accattivanti quelle che scorrono davanti ai nostri occhi, immerse nella bella fotografia di Chi Ying Chan (Koma) e Chor Keung Chan (Give love) tendente a privilegiare i toni caldi, in quanto, come il titolo stesso lascia intuire, il fuoco è l'elemento dominante.
Con duelli diretti in maniera magistrale, fino all'epilogo altamente spettacolare di un atipico mix di giallo, commedia, wuxiapian a tinte fantasy e perfino riflessione politica che, sicuramente non eccelso, si lascia comunque guardare, senza troppi problemi.

Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma Il prolifico produttore e regista di Hong Kong Tsui Hark confeziona un movimentato miscuglio di giallo, commedia, wuxiapian a tinte fantasy e riflessione politica prendendo le mosse dalla figura dell’onorevole magistrato Dee, realmente esistito e protagonista di una serie di romanzi polizieschi scritti dall’olandese Robert van Gulik. L’insieme, tutt’altro che noioso nonostante la non breve durata (siamo sui 122 minuti circa), risulta confezionato a dovere, ma guardabile e niente più.

6

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