Recensione Cuore di tuono

Val Kilmer, Sam Shepard e Graham Greene sono i protagonisti del bel poliziesco di Michael Apted che, ispirandosi ad una storia vera, riflette sulle condizioni dei nativi americani.

Recensione Cuore di tuono
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Il film andrà in onda stasera, mercoledì 26 agosto, alle 23.15 su LA7.

Se la tematica indiana era stata trattata sin dagli anni '60 / 70 nei primi western revisionisti, è stato il successo di Balla coi lupi a riportarla agli onori delle cronache sul grande schermo. Ma tolto il genere tipicamente di frontiera, il cinema non ha mai indagato approfonditamente la piaga sociale riguardante i nativi americani. Piacevole eccezione è stata perciò nel 1992 Cuore di tuono, il bel poliziesco dell'ottimo Michael Apted con protagonisti Val Kilmer, Sam Shepard e "l'autoctono" Graham Greene, che proprio due anni prima era stato candidato all'Oscar per l'interpretazione nel capolavoro di Costner. La sceneggiatura è ispirata a dei fatti realmente accaduti e segna il ritorno del regista nell'argomento dopo la realizzazione del documentario Incident at Oglala.

Thunderheart

Il giovane agente dell'FBI Ray Levoli, di padre Sioux e madre americana, viene inviato ad indagare in una riserva indiana del South Dakota, dove è stato ucciso un nativo. Ray viene affiancato dall'esperto agente Frank Coutelle, che ha già trovato un potenziale sospetto, appartenente al movimento radicale per i diritti degli indiani. Durante la sua permanenza nelle lande desertiche, dove i nativi e i bianchi sono in una lotta continua, Ray si appassiona gradualmente alla tradizioni paterne, mentre scopre il razzismo e le ingiustizie che il "suo" popolo è costretto a subire. Con l'aiuto di una bella e coraggiosa attivista e del poliziotto indigeno Walter Cavallo Esultante l'agente scoprirà una rete di menzogne e dovrà scegliere da che parte stare.

Piccolo grande uomo

Il grande e compianto critico Roger Ebert ha così scritto "ciò che più affascina è il perfetto senso del posto e del tempo" e non si può che concordare. Cuore di tuono, pur non eccellendo, è un solido poliziesco di genere che riesce a coniugare nel migliore dei modi le splendide, desertiche, ambientazioni con un implacabile senso del ritmo, lasciando alla storia il giusto tempo di crescere ed appassionare fino allo spettacolare inseguimento finale. Apted è attento nel concedere un calibrato spazio all'entertainment senza dimenticarsi della profonda tematica narrativa, che emerge con un notevole peso drammatico e ci trascina senza vene eccessivamente folkloristiche nelle tradizioni della popolazione indiana. I criptici discorsi con l'anziano capo tribù, le intense visioni che attanagliano Ray e il razzismo sociale che discrimina i nativi vengono qui sfruttati nel migliore dei modi per raccontare il percorso di riscoperta delle origini da parte del protagonista, interpretato con la corretta solerzia da un bravo Val Kilmer. E in una storia in cui il personaggio più gustoso rimane indubbiamente quello di Graham Greene, attore utilizzato poco e male dal grande cinema, il passato documentaristico del regista assume un peso fondamentale in questo racconto teso e narrativamente efficace che indaga con rispetto, e con le ovvie libertà di sceneggiatura, in un violento fatto di cronaca.

Cuore di tuono Opera coraggiosa che trova nel suo perfetto equilibrio tra suspense di genere e dramma sociale più di un motivo di interesse, Cuore di tuono è uno di quei polizieschi che, nella loro efficacia, fanno rimpiangere le produzioni "ordinarie" degli anni '90. Michael Apted prende spunto da un drammatico fatto di cronaca per trascinarci in una vicenda tesa e serrata che si addentra nella spinosa "questione indiana" per raccontarci le condizioni odierne dei nativi che vivono ancora nelle riserve, spesso vittime di razzismo e ingiustizie sociali. Con un trio di protagonisti in gran forma e una narrazione in crescendo, l'operazione può dirsi compiuta più che degnamente.

7

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