Recensione Cosa voglio di più

Recensione del film di Silvio Soldini

Recensione Cosa voglio di più
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Con quasi trenta regie all'attivo, tra le quali ricordiamo Pane e tulipani (2000) e Agata e la tempesta (2004), il milanese classe 1958 Silvio Soldini torna dietro la macchina da presa, a due anni dal documentario Un paese diverso (2008), co-diretto da Giorgio Garini, per raccontare quello che si potrebbe definire "l'amore ai tempi della crisi", oppure "la crisi ai tempi dell'amore", come dichiarato dall'attore protagonista Pierfrancesco"Romanzo criminale"Favino.
Nei panni di Domenico, padre di due bambini e sposato con Miriam alias Teresa"Bianco e nero"Saponangelo, quest'ultimo irrompe nell'esistenza di Anna che, con le fattezze della Alba Rohrwacher de Il papà di Giovanna (2008), ha un impiego modesto ma sicuro, è vitale, affettuosa con la famiglia, gli amici e con il suo compagno Alessio, interpretato dal Giuseppe Battiston de La bestia nel cuore (2005) e insieme al quale progetta(va) di avere un figlio.
Quindi, tra desiderio, passione, scoperta dei confini del corpo, incontri clandestini, litigate al cellulare, bugie e carezze soffocate dallo scadere della pausa pranzo, è il rapporta tra i due che seguiamo, destinato a trasformarsi in una ribellione sottovoce che, come la loro vita, si regge su un equilibrio precario, con il sesso coinvolgente consumato soprattutto nella stanza di un motel a ore.

Quando si parla di Soldini... c'è la crisi!

"Tutto è cominciato quando una mia amica impiegata mi ha raccontato il momento che stava vivendo: per la prima volta è stato un episodio di vita reale a fare scattare l'idea di un film - spiega Soldini - "Il racconto di quella vicenda personale mi ha trasmesso una forte sensazione di mancanze: di tempo, di luoghi per incontrarsi, di soldi. Volevo mettere in scena proprio questo. Un innamoramento, una grande passione, ma in un contesto familiare, sociale, culturale molto specifico, con tutti i condizionamenti che ne derivano. Nel cinema storie di questo tipo sono spesso avulse da tutto ciò che c'è intorno. I personaggi in fondo sono liberi, non hanno grossi impedimenti, si parla solo d'innamoramento e di tradimento. Assieme ai miei sceneggiatori (Doriana Leondeff e Angelo Carbone, nda) volevo invece raccontare personaggi molto reali e quindi con i problemi di tutti, come fossero persone che conosciamo, in situazioni di vita che tutti noi viviamo. Anni fa rimasi molto colpito da un film come Innamorarsi, dove due star come De Niro e la Streep sembrano persone qualsiasi".
In un certo senso, quindi, supportato dall'ottimo cast comprendente anche il bravo Fabio"Cado dalle nubi"Troiano, il regista prosegue il suo discorso riguardante la crisi cominciato con Giorni e nuvole (2007), che vedeva Antonio Albanese e Margherita Buy nei panni di una coppia sposata alle prese con l'improvviso mutamento del mercato del lavoro.
E, tra sequenze di sesso piuttosto audaci e Favino ormai tranquillamente definibile quale risposta italiana a Mark Ruffalo, non è la solita Milano del business a fare da sfondo alla storia di corna, bensì quella dei comuni lavoratori.
Una Milano che il cinema difficilmente racconta nei suoi fotogrammi e che qui, senza rinunciare a un pizzico d'ironia, Soldini sfrutta a dovere mentre costruisce le psicologie dei vari personaggi.
Personaggi di cui descrive sapientemente l'evoluzione dei rispettivi percorsi emotivi, sfoggiando, come di consueto, una regia capace di coinvolgere senza annoiare mai.
Anche se al servizio di una prova che, seppur nella media, risulta decisamente inferiore ad altre sue precedenti, spingendoci oltretutto a chiederci quanto, in un periodo storico come questo, afflitto da non pochi problemi dovuti al precariato, si sentisse veramente il bisogno di un film riguardante la ristrettezza economica quale ostacolo per due individui dediti a una tutt'altro che lodevole pratica come quella dell'infedeltà coniugale. Roba da spingere i "cornuti" a gridare: "Ben venga la crisi!".

Cosa voglio di più Ideale proseguimento del discorso riguardante la crisi cominciato nel 2007 attraverso Giorni e nuvole, Cosa voglio di più è una storia di tradimento consumata in una Milano decisamente lontana da quella del business cui il cinema ci ha abituati. Il regista Soldini si riconferma ancora una volta sapiente narratore da schermo, tanto che la pellicola, nonostante la durata di quasi due ore, scorre via tranquillamente senza annoiare mai lo spettatore. Il risultato, però, è guardabile e niente più.

6

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