Come ammazzare il capo... e vivere felici, la recensione del film con Jason Bateman

Quando hai dei capi orribili, sarebbe immorale non ucciderli... la nostra recensione del film con Jason Bateman.

Come ammazzare il capo... e vivere felici, la recensione del film con Jason Bateman
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Il lavoro nobilita l'uomo... o almeno così ci hanno sempre insegnato fin da piccoli. Eppure appena entrati nel suddetto mondo, fatto di ricerche, affanni e continui miglioramenti, tutto quello che abbiamo sentito non è certo quel senso di nobiltà acquisita, quanto più che altro un sempre maggiore stress e un'opprimente idea di alienazione che ci si stringe attorno. Non si tratta certo di una linea di condotta generale e non sono rari i casi di gente appagata dalla propria situazione lavorativa, ma ammettiamolo, a chi non è mai passato nemmeno una volta per la testa di farla pagare al proprio capo per svariati motivi? E così Come ammazzare il capo... e vivere felici stuzzica la fantasia dello spettatore fin dal suo titolo, così velatamente vicino ai desideri di tutti quelli che almeno una volta hanno sognato di mettere in atto uno strampalato piano di vendetta verso gli alti vertici del proprio ufficio. Ma se la paura o l'insicurezza (o magari il buon senso, chissà!) vi hanno sempre fermati, una sbirciatina ai tentativi messi in atto da Nick, Dale e Kurt potrebbe potrebbe essere illuminante... e divertente.

Adesso basta!

Nick (Jason Bateman) è un aspirante manager: lavora duro dodici ore al giorno sperando in una promozione che gli è stata più volte promessa. Remissivo e accondiscendente, evita di chiedere persino delle ore di permesso per assentarsi nei momenti più difficili della sua vita personale pur di non indispettire il suo autoritario capo Harken (Kevin Spacey), che nonostante ciò continua a sottoporlo a continue angherie. Tutto quello che invece vuole Dale (Charlie Day) è vivere una vita tranquilla e serena sia a casa, dove lo aspetta la sua adorata fidanzata, sia sul posto di lavoro, dove invece ad attenderlo è un'assatanata dottoressa Julia Harris (Jennifer Aniston), davanti alle cui continue richieste a luci rosse è davvero difficile riuscire a mentenere un'integrità morale. Kurt (Jason Sudeikis) invece adora il suo capo: paterno, amorevole e sempre gentile è il sogno di ogni impiegato. Peccato che un improvviso incidente metta a capo dell'azienza il suo strambo figlio. Pellit Jr. (Colin Farrell) è disinteressato, maligno e menefreghista nei confronti sia dell'azienda famigliare che di tutti i suoi dipendenti. Per andare avanti nelle loro assurde situazioni, i tre amici si incontrano regolarmente in un bar di fiducia, dove si raccontano le proprie sfighe e maturano, grazie a una dose di troppo di entusiasmo e alcool, l'idea di ammazzare i loro insopportabili capi. Dopotutto "Questi tre pezzi di m**** dovranno comunque morire un giorno. Noi non faremo altro che accelerare un processo naturale", spiega Kurt.

Horrible Bosses

"Quasi tutti almeno una volta nella vita hanno avuto un capo orribile, qualcuno che rendesse la loro esistenza insopportabile", dice il regista Seth Gordon. "Conosciamo tutti la tentazione di quanto sarebbe migliore la vita se non ci fossero più. Questa è la storia di tre ragazzi che decidono di passare ai fatti". Come ammazzare il capo... e vivere felici pone nel sue basi proprio in questo senso di frustrante insoddisfazione che più o meno ci accomuna tutti, sviluppandolo poi in maniera comica e inaspettata. Stabilito che vorremmo tutti ammazzare il nostro capo, ne saremmo poi capaci? Nick, Dale e Kurt sono certi di non essere i tipi da omicidio, ma ciò nonostante si imbarcano in questa pazza missione. Deciso che i loro capi meritano di morire, il passo successivo non sembra troppo difficile da compiere. Il problema è che, a parte la rabbia, le fantasie morbose e le tante idee ispirate alle innumerevoli puntate di serial polizieschi viste, i tre amici non hanno alcuna qualifica, esperienza o tendenza negli affari criminali, nemmeno quando si tratta di cercarsi una guida che li aiuti a fare ciò. Quello che inizialmente doveva essere un lavoro semplice e pulito, effettuato da un killer dal quale non si potesse mai risalire ai loro nomi, si risolve in un susseguirsi di situazioni surreali e sempre più intrecciate tra loro, dove il rischio di essere scoperti è pari a quello di essere ammazzati a causa delle ire proprio di questi poco amorevoli capi. Incursioni notturne, appostamenti nascosti nella propria macchina, inseguimenti ad alta velocità: gli elementi per comporre un adrenalinico giallo d'azione ci sono davvero tutti. Consiste proprio in questo uno dei punti forti della pellicola di Gordon, che si avvale di tutti i tratti classici di questo tipo di genere cinematografico per consegnarli nelle mani di persone comuni, che inevitabilmente non sanno come gestirli e li trasformano quindi in disastrose gag comiche.
Impossibile non lasciarsi trasportare e strappare qualche risata: ogni personaggio è portato all'estremo delle proprie peculiarità e, nonostante questo debba razionalmente farlo apparire meno credibile, è proprio questo insieme di estremismi messi uno di fianco all'altro a creare un'alchimia dinamica e scoppiettante. Nick, Dale e Kurt non potrebbero essere più diversi tra loro, componendo così un'assurda squadra di impacciati killer che tremano solo all'idea di maneggiare una pistola. La loro innata simpatia è dovuta soprattutto a un cast comico ben consolidato, dai tempi comici ben incastrati tra loro. Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis dimostrano ancora una volta che una comicità nata in televisione non deve per forza essere relegata al piccolo schermo e che, con le giuste accortezze, funziona benissimo anche su larga scala.

Come ammazzare il capo...e vivere felici Come ammazzare il capo... e vivere felici riflette una fantasiosa, quanto surreale, messa in scena del diffuso desiderio di buttare il proprio capo giù dal tetto. Il comportamento dei protagonisti riscatta in maniera esilarante tutti coloro che vivono una situazione analoga alla loro, perché i tre uomini si spingono oltre i limiti consentiti, compiendo gesti che normalmente nessuno ha il coraggio di fare. Ed è proprio in questa distante duplicità tra il quotidiano e l'assurdo che si nasconde la forza comica della pellicola, un vero e proprio intermezzo divertente in una frustrante giornata lavorativa. E se nel cervello vi frulla ancora l'idea di dare una bella lezione al vostro capo, vi consigliamo di seguire il consiglio di Bateman: “Non è certo un comportamento razionale e spero davvero che non ci siano persone del genere in giro. E se gli spettatori troveranno un nesso anche con la propria vita, allora meglio ancora... ma non consiglierei a nessuno di provarci davvero!”.

7

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