Recensione Cold War

Da Hong Kong un nuovo potenziale classico del thriller poliziesco

Recensione Cold War
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Tra i film più attesi presentati alla quindicesima edizione del Far East Film Festival figura senza dubbio Cold War, esordio dietro la macchina da presa della nuova coppia registica formata da Longman Leung e Sunny Luk che ha conquistato i botteghini di Hong Kong nel 2012. Merito anche di un cast di volti noti al pubblico (non solo orientale) come Aaron Kwok (The Detective, The Stormwarriors), Tony Leung Ka-Fai (L'amante, Election), Gordon Lam (Mad Detective, Ip Man) e in una piccola parte anche il divo Andy Lau (Infernal affairs, La foresta dei pugnali volanti).Hong Kong è considerata la città più sicura dell'intero Oriente. Ma una sera le cose sembrano improvvisamente cambiare: una bomba esplode in un cinema, e un van con cinque poliziotti è misteriosamente scomparso. Poche ore dopo i piani alti della polizia ricevono una chiamata da una voce misteriosa che chiede un ingente riscatto in cambio della vita degli agenti. Sin da subito si accende una furiosa discussione tra M.B. Lee (Tony Leung Ka-Fai), il vice-commissario della direzione operativa, e Sean Lau (Aaron Kwok), vice-commissario di quella direttiva. Lau è convinto che Lee sia troppo coinvolto nell'operazione, dato che tra gli ostaggi vi è anche suo figlio, e con l'aiuto di alcuni suoi colleghi riesce a scavalcarlo e a prendere il potere decisionale. Ma quando l'operazione non si risolve come dovrebbe, e sia Lee che Lau vengono presi di mira dall'ICAC (Commissione indipendente anticorruzione), i due uomini comprendono che dovranno collaborare per salvare i poliziotti e le loro carriere.

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Suspence e azione si ibridano alla perfezione in questo interessantissimo esordio. Cold War ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo classico del thriller di matrice poliziesca made in Hong Kong, degno erede di classici come la trilogia di Infernal Affairs. Diretto già con una sicurezza invidiabile dai due registi alla loro opera prima, scava bene in profondità negli intrighi e nei doppi giochi che possono celarsi anche all'interno di una centrale di polizia, con una lotta interna tra i due personaggi principali, entrambi candidati al ruolo di chief in commander in seguito all'annunciato ritiro dell'attuale capo. Una lotta che, se nella prima parte non lesina colpi bassi, col procedere degli eventi (alcuni tragici) si trasforma ben presto in una salda collaborazione per risolvere il caso, scovare la "talpa" e mettere in salvo la rispettiva credibilità. Avvincente nelle sequenze action (una pirotecnica sparatoria all'interno di un grattacielo, una spietata caccia all'uomo in un'affollata autostrada), Cold War non si dimostra inferiore nella componente procedurale, con interrogatori serrati e accese discussioni, sorrette anche da delle performance attoriali di altissimo livello: se Aaron Kwok, artista poliedrico non nuovo a intense interpretazioni drammatiche, è perfetto nei panni di Lau, un irriconoscibile Tony Leung offre una prova austera e combattuta, che soprattutto nei minuti finali è davvero da applausi. Ricco di colpi di scena, incluso uno, sorprendente, nell'epilogo, il film mantiene una tensione costante dall'inizio alla fine poggiandosi su una sceneggiatura (scritta dagli stessi registi) solida e rocciosa non priva di una certa veridicità.

Cold War Intenso e credibile, Cold War è un thriller di deriva poliziesca che ibrida alla perfezione la componente action con quella più intensa e drammatica. Uno spettacolo a tratti elettrizzante, che ha conquistato il pubblico di Hong Kong, e che può vantarsi di un cast in splendida forma su cui spiccano i due protagonisti Tony Leung Ka-Fai e Aaron Kwok.

7.5

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