Recensione Cold in July

Michael C. Hall, Sam Shepard e Don Johnson sono gli intensi protagonisti del teso thriller drammatico Cold in July, trasposizione del romanzo di Joe R. Lansdale diretta da Jim Mickle.

Recensione Cold in July
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Jim Mickle è tra i nomi più interessanti della folta scenda indie americana contemporanea, autore di ventate d'aria fresca nel cinema di genere come Stake Land (2010) e We are what we are (2013). La sua opera più riuscita, e ad oggi ultima su grande schermo, è senza dubbio Cold in July, trasposizione datata 2014 dell'omonimo e famoso romanzo di Joe R. Lansdale, scrittore di culto ma ancora poco sfruttato dalla Settima Arte. Un progetto dalla lunga gestazione, durata quasi sette anni, che ha offerto al protagonista Michael C. Hall l'opportunità di cimentarsi in un ruolo assai diverso dal personaggio di Dexter, che rischiava di limitare la sua carriera. Ad accompagnare il quarantaquattrenne interprete il regista ha assoldato due vecchi leoni, pronti ancora a ruggire, come Sam Shepard e Don Johnson, dando vita ad un film dalle innumerevoli sfaccettature.

Dead man down

Richard è un tranquillo padre di famiglia che vede la sua esistenza sconvolta quando uccide per legittima difesa un ladro entrato in casa sua. Ben Russell, il padre del ragazzo morto è un ex detenuto che, dopo il funerale del figlio, comincia a perseguitare Richard e la sua famiglia, portando all'intervento della polizia che riesce infine a catturarlo. Recatosi in centrale per firmare alcuni documenti, Richard noto affisso alla parete dei ricercati il volantino raffigurante la foto del ragazzo da lui ucciso e scopre che le forze dell'ordine hanno mentito sulla sua reale identità. Per andare più a fondo e scoprire la verità, Richard e Ben si troveranno ad indagare insieme.

Incubi e redenzione

Inizia come un drama-thriller paranoico, memore dei migliori lavori di Jeff Nichols, inquadrando una tematica tanto attuale e discussa come quella del diritto di difendersi in casa propria. Ma dopo una prima parte tesa e serrata, nel quale il senso di colpa e la vendetta agiscono da profondi catalizzatori emozionali in un crescendo di opprimente suspense, il racconto si stabilizza sulle solide fondamenta di un titolo di genere della miglior specie. Mickle è abile nel trasportare sullo schermo le complesse psicologie dei personaggi, infondendo al trio di protagonisti principali delle caratterizzazioni affascinanti e controverse, per sfociare in un' ultima mezzora di grande intensità emotiva, nella quale, come miccia scaturente degli eventi, viene introdotto anche lo scomodo tema degli snuff movie. Un uomo normale, un roccioso ex-detenuto e un simpatico detective si trovano così uniti a lottare per una giusta causa in una realtà dove la stessa polizia usa trucchi e inganni pur di coprire scomodi segreti. E' proprio la forza di questo trio, interpretato magnificamente dai rispettivi attori, a dare una forza secca ed istintiva alla visione, trovando nel finale da action / western moderno l'ennesima trovata stilistica di gran fascino, con una regia sempre sul "pezzo" che racconta magnificamente questa resa dei conti morale. Cold in July è un film oscuro che, muovendosi in una narrazione circolare nel quale prologo ed epilogo coincidono, lambisce coordinate sporche ma quanto mai necessarie, ballando con mirabile grazia su lidi, talvolta tragici e altrove comici, di sofferta e vibrante umanità.

Cold in July Un sorprendente Michael C. Hall e due interpreti navigati come Sam Shepard e Don Johnson sono gli intensi protagonisti di un thriller drammatico dalle forti dinamiche sociali e introspettive, ricco di colpi di scena e di profonde scene madri. Teso e violento, sia psicologicamente che non, Cold in July è un neo-noir che flirta nel finale col il western moderno per raccontare pagine di vendetta e di rimorso in un contesto nel quale niente e nessuno può dirsi completamente innocente.

8

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