Recensione Cobain: Montage of Heck

Nei cinema solo il 28 e 29 aprile arriva il primo documentario totalmente autorizzato su Kurt Cobain, indimenticato frontman dei Nirvana. Un racconto approfondito e toccante su uno degli artisti della scena musicale più amati di sempre.

Recensione Cobain: Montage of Heck
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Nato ad Aberdeen (Washington) nel 1967, Kurt Cobain era figlio del meccanico Donald Leland Cobain e della segretaria/barista Wendy Elizabeth Fradenburg. Bambino curioso, magnetico ed iperattivo, il piccolo Kurt non troverà mai in quella genitorialità provinciale, poco attenta, culturalmente modesta, il luogo ideale per dare voce all'incredibile mondo artistico ed espressivo che gli si muove dentro già in tenerissima età (a soli quattro anni iniziò a suonare il pianoforte). Un bellissimo caschetto biondo poi profondamente traumatizzato dalla separazione dei genitori (avvenuta nel 1975), causa scatenante di una forte depressione che da lì in poi lo accompagnerà - per mano - per il resto della vita. Messo alla porta (prima dalla madre, poi dal padre) e sballottato - ancora bambino - di famiglia in famiglia, comincerà infatti e ben presto per Kurt un percorso di sofferenza che spingerà il ragazzo a rinchiudersi in sé stesso e a vivere un'esistenza sempre più solitaria, raminga, tanto che per stessa affermazione del musicista la sua prima vera amica sarà la marijuana. Anni difficili che saranno però anche gli anni determinanti per quell'avvicinamento alla musica e alla scoperta del punk rock poi divenuti tasselli fondamentali del suo successo. Un successo che troverà il suo perfetto mezzo espressivo nei Nirvana, la band formata dallo stesso Kurt Cobain insieme a Krist Novoselic nel 1987. Something in the way, Heart shaped box, Lake of fire, Come as your are, Rape me, Smells like teen spirit, Montage of Heck - l'omonima canzone che dà il titolo a questo documentario diretto da Brett Morgen: Kurt Cobain - Montage of Heck. Canzoni cupe, malinconiche ma allo stesso tempo intrise di una vitalità e di un senso della vita profondi che faranno la storia della musica rock e che diventeranno esegesi e voce della realtà disfunzionale di un'intera generazione. Canzoni in un certo senso molto intime, in cui tantissimi giovani cominceranno a riconoscersi e ad aderire consacrando di fatto all'olimpo del successo il nome di Kurt Cobain.

Come as you are

Primo documentario interamente autorizzato su Kurt Cobain e prodotto dalla stessa figlia dell'artista Frances Bean Cobain, Kurt Cobain - Montage of Heck ricostruisce in maniera non canonica e piuttosto coinvolgente il percorso intimo di un'artista talentuoso e complesso, vissuto in fragile equilibrio tra le ombre della sua depressione e le sfolgoranti luci del suo talento. Utilizzando filmati di repertorio inediti, scritti, parole e disegni dello stesso Kurt Cobain in un flusso canalizzato di racconti ed emozioni, l'opera del regista americano Brett Morgen è un bel lavoro biografico, funzionale soprattutto nella capacità di ricucire insieme picchi e abissi della vita del celebre cantautore, per tracciarne poi la parabola di una profonda sofferenza destinata a due grandi eventi: l'enorme e indiscusso talento e l'incolmabile infelicità interiore. Un'infelicità che non verrà arginata nemmeno dall'incontro con Courtney Love e dalla successiva nascita della figlia Frances. Quel vuoto esistenziale divenuto invece sempre più pressante, e colmato col tempo dalla droga e da una dipendenza sempre più necessaria, insostituibile. L'opera di Morgen rievoca questo stato lisergico, onirico, di un'interiorità esuberante e alla perenne ricerca di una propria voce, attraverso l'alternanza di una parte documentaristica e una parte animata (che ripercorre le fasi dell'adolescenza di Cobain), molto bella, anche se non sempre perfettamente integrata nel resto dell'opera. Un collage di materiali che in ogni caso disegna la complessità emotiva di Cobain uomo e artista, sottolineando come nella sua purtroppo breve e celebre esistenza a dominare sarà sempre quel sottile senso di frustrazione, quel rifiuto del senso di umiliazione (come racconterà anche l'amico Krist Novoselic), quella sensazione dannatamente ostile che porterà il Cobain bambino gioioso ma impossibilitato ad avere una famiglia unita e l'affetto dei genitori a diventare il Cobain adulto incapace di riscattarsi dal suo passato, di lenirlo. Insomma il racconto di un guerriero d'argilla offuscato dalle matrici del suo stesso talento.

Cobain: Montage of Heck Per due giorni al cinema (28 e 29 aprile), Cobain Montage of Heck di Brett Morgen ripercorre l’esistenza breve ma complessa, celebre e disperata di Kurt Cobain, celebre frontman del gruppo musicale grunge Nirvana. Un documentario (il primo totalmente autorizzato) che mescola in maniera anarchica ma piuttosto funzionale materiale documentaristico tratto dagli archivi privati dell’artista e racconto animato, luci e ombre di un artista che ha fatto la storia della musica rock. Un ritratto complesso che cattura e sedimenta per la forza della sofferenza e del talento che convivono a braccetto nel nome di Kurt, un artista che ha sempre desiderato apparire per ciò che era, nel bene e nel male: “Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttosto che essere amato per ciò che non sono”.

7.5

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