Civiltà Perduta: Charlie Hunnam alla volta della città di Z Recensione

James Gray si dà al cinema d'avventura senza snaturare il suo stile, e lo fa con un cast stellare. Partiamo con Charlie Hunnam alla volta della città di Z.

Civiltà Perduta: Charlie Hunnam alla volta della città di Z Recensione
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In 200.000 anni di storia, dalla comparsa del primo Homo Sapiens a oggi, l'uomo è riuscito a sviluppare società, metropoli, tecnologie, ha esplorato il Pianeta Terra palmo a palmo, fino a scoprire ogni segreto. Adesso si può viaggiare verso una qualsiasi coordinata del globo direttamente dal divano di casa grazie a internet, i satelliti e le mappe, all'inizio del 1900 però le carte in tavola erano tutt'altre. Diverse zone terrestri erano considerate territori inesplorati dalle grandi nazioni del vecchio continente, aree spesso in mano a tribù selvagge, senza cultura secondo gli studiosi dell'epoca. È proprio la curiosità che spinge la Royal Geographical Society di Londra ad organizzare pericolose spedizioni in Amazzonia all'inizio del secolo scorso, con protagonista un uomo il cui nome appartiene ormai alla leggenda: Percy Fawcett. Una leggenda fatta non soltanto di gloria e riflettori, tutt'altro, soprattutto di sacrificio, di sogni infranti e tragedie universali. Da queste premesse nasce Civiltà Perduta, infelice titolo italiano di The Lost City of Z, progetto con cui James Gray si dà al cinema d'avventura senza snaturare il suo classico stile.

Un ragazzone che si crede adulto

Probabilmente è proprio lo stile della messa in scena a fare di Civiltà Perduta un ottimo film, ben più della sceneggiatura che può apparire eccessivamente semplice e lineare. Viviamo tutto dal punto di vista del nostro protagonista, un esploratore britannico che ha come desiderio primario quello di riscattare l'orgoglio del proprio nome di famiglia - massacrato da un particolare passato. Questo però è il Percy Fawcett del 1905, un ragazzone che si crede un adulto, immaturo e istintivo, che parte alla volta della Bolivia unicamente per rivalsa personale. Ogni spedizione in loco però lo cambia in modo radicale, la fatica e la morte - costantemente alle calcagna - lo fanno crescere sul serio, più di quanto lo studio e l'alta società abbiano mai fatto. Ad ogni ritorno in patria salutiamo un uomo diverso, dallo spirito sempre più gonfio, con un seme che gli cresce dentro: l'ambiziosa idea di raggiungere la città perduta di Z, aiutato dai selvaggi del luogo che potrebbero avere tutte le potenzialità per collaborare. Per l'alta borghesia inglese, non si tratta che di un'eresia in piena regola, il delirante piano di uno scellerato sognatore che ha perso bussola e direzione.

Fra stile e intrattenimento

Chi invece conosce alla perfezione la propria rotta è il regista James Gray, capace di girare ogni sequenza con forza magnetica, con eleganza e classe estrema. Un rigore stilistico sempre più raro da incontrare nel cinema contemporaneo, almeno guardando a progetti ad alto budget con cast pieni zeppi di stelle di Hollywood. L'autore di C'era una volta a New York (The Immigrant) e Two Lovers riesce a mescolare alla perfezione un linguaggio cinematografico aulico al giusto intrattenimento, firmando probabilmente il suo film più compatto e appassionante. Di certo però non ha fatto tutto questo da solo, una grande mano è arrivata dai suoi protagonisti: Charlie Hunnam è un interprete straordinario, un esploratore dal cui volto trasudano sofferenza e felicità, sogno e disperazione, determinazione e accettazione; il lavoro svolto in King Arthur è qui portato ad un livello successivo, lo stesso si può dire di Robert Pattinson rispetto a molti lavori precedenti a questo, non lo abbiamo mai visto così maturo e ricco di sfumature. Insieme strappano gran parte della scena a Sienna Miller e al giovane Spider-Man Tom Holland, ma soltanto per via dei loro ruoli minori. Degna di nota l'apparizione di Ian McDiarmid, anche se il celebre Palpatine di Star Wars fa più un cameo che altro nei panni di Sir George Goldie.


Verso nuovi luoghi e culture

Guardare Civiltà Perduta al cinema significa dunque imbarcarsi verso una terra inesplorata, prendere parte ad un viaggio la cui meta è sconosciuta e la parte più importante è rappresentata proprio dal viaggiare. Non solo una rincorsa frenetica ai nostri sogni, ai nostri desideri più irraggiungibili, anche un saggio sull'accettazione del diverso, sull'apertura mentale verso luoghi e culture di cui conosciamo poco e nulla - e non per questo poco interessanti o inferiori. Un tema che può sembrare retorico e inflazionato, ma che in un momento così delicato in cui si discute soltanto di immigrazione, profughi e rifugiati di guerra assume una valenza più che attuale. L'unico neo potrebbe essere la durata del progetto, 140 minuti sono forse eccessivi alla luce di un finale che rallenta non poco la velocità di crociera, ma nulla che non si possa perdonare.

Civiltà Perduta Non siamo di fronte ad un Blockbuster puro e crudo, chi conosce James Gray ricorda anche i suoi ritmi e il suo linguaggio talvolta barocco. Chi ha apprezzato questi elementi in passato non potrà che uscire dalla sala rigonfio di felicità, chi invece affronta un suo film per la prima volta parte davvero alla ricerca della città perduta di Z. Non sa se la troverà per davvero e se, alla fine del percorso, questa avrà soddisfatto le aspettative. Percy Fawcett è partito alla volta del mondo senza conoscere nulla di tutto questo e ne è rimasto rapito, potrebbe succedere anche a voi nel buio della sala.

7.5

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