Recensione City Island

Recensione del film interpretato da Andy Garcia

Recensione City Island
Articolo a cura di

"Scrivendo City island mi sono impegnato ad esplorare il mistero che mantiene in vita una famiglia; ad indagare su come il nostro passato, spesso doloroso, non smetta mai di entrare nelle nostre vite presenti e future, e come, se sei sufficientemente aperto alla vita, non è mai troppo tardi per cambiare e scoprire chi sei veramente".
A parlare è il newyorkese Raymond De Felitta, sceneggiatore e regista di City Island che, vincitore del premio del pubblico presso il Tribeca Film Festival, porta in scena il vecchio motto dello scrittore e drammaturgo irlandese George Bernard Shaw: "Se non puoi liberarti degli scheletri di famiglia, tanto vale ballarci insieme".
La vicenda parte dalla figura della guardia carcerata e padre di famiglia di New York Vince Rizzo (Andy Garcia), il quale, notato un nome familiare nella nuova lista dei detenuti, capisce immediatamente che si tratta di un ragazzo, Tony Nardella (Steven Strait), di cui era stato padre vent'anni prima, ma che poi aveva dovuto abbandonare. Ragazzo che decide di portare a casa con lui, senza rivelargli la sua vera identità e senza rivelarla neppure alla nuova famiglia che ha nel frattempo messo su, costituita dalla moglie Joyce (Julianna Margulies), la figlia Vivian (Dominick Garcia-Lorido) e il figlio più giovane, Vinnie Jr (Ezra Miller), che nasconde a tutti le proprie tendenze sessuali feticiste e viene ritenuto sull'orlo della follia.

Bugiardi bugiardi

Da qui, De Felitta orchestra circa 104 minuti puntando in maniera principale su un cast decisamente in forma, coinvolto in una girandola di segreti volti ad includere non solo quelli perversi del citato Vinnie Jr. Da un lato abbiamo Vivian che, creduta dai suoi familiari una studentessa del college, è in realtà impegnata come spogliarellista in un locale notturno, dall'altro Joyce che attribuisce le frequenti uscite serali del marito ad una relazione clandestina, ignara del fatto che Vince, con una passione smisurata per Marlon Brando, stia semplicemente frequentando un corso di recitazione.
Ed è proprio la sequenza in cui l'uomo si cimenta in un provino per un nuovo film di Martin Scorsese a rientrare tra i momenti più divertenti di questo neo-American beauty in salsa ironica che, nelle parole del regista, sembrerebbe però essere ispirato alla capacità di Pietro Germi di rendere reale e divertente qualsiasi situazione spiacevole mantenendo sempre un volto impassibile, a Woody Allen, le cui opere più profonde - come Hannah e le sue sorelle e Manhattan - mostrano in che modo siamo pericolosamente vicini all'abisso emotivo nel quale potremmo cadere, e a James L. Brooks, i cui film mettono insieme umorismo ed emozioni senza paura, sempre caratterizzati da una certa complessità e da ingenuità emotiva.
Con la Emily Mortimer di Match point coinvolta nel ruolo di Molly Charlesworth, collega studentessa di recitazione con cui Vince coltiva una relazione platonica, per un non disprezzabile prodotto unicamente destinato a ribadire che Dio ha il suo modo di presentarsi quando ne hai bisogno, quando ti occorre una seconda possibilità per riparare ai tuoi errori.

City Island Vincitore del premio del pubblico presso il Tribeca Film Festival, City Island, che vede tra le sue fonti d’ispirazione Stregata dalla luna di Norman Jewison, nelle parole del regista Raymond De Felitta una storia irripetibile di casa, amore, paura, famiglia e del trovare se stessi tra le strade e gli odori di New York, altro non è che una commedia indipendente principalmente incentrata sui segreti nascosti di uno strambo nucleo familiare e sulla tanto desiderata seconda chance. Con un ottimo Andy Garcia, come anche il resto del cast, ma guardabile e niente più.

6

Che voto dai a: City Island

Media Voto Utenti
Voti: 22
5.9
nd