Recensione Chi è Dayani Cristal?

Morti invisibili e perdita d'identità protagoniste del toccante documentario interpretato e prodotto da Gael García Bernal

Recensione Chi è Dayani Cristal?
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Un titolo che è un quesito: Chi è Dayani Cristal? Un titolo composto da due parole a prima vista incomprensibili, senza alcun senso, al quale il documentario prodotto e interpretato dal noto attore messicano Gael Garcia Bernal e diretto da Marc Silver si ripropone di dare (o meglio, tracciare) una risposta. Un viaggio alla ricerca dell'identità di un uomo deceduto - e oramai in decomposizione - nell'immenso deserto del Sonora, cui bisogna restituire un'identità, quell'identità profondamente legata alle due parole Dayani Cristal che l'uomo riportava indelebilmente tatuate sul petto. Quelle stesse due parole che gli sono, suo malgrado, sopravvissute, e che si portano appresso il significato di una vita così come (forse) quello di una morte. Gael Garcìa Bernal parte dunque alla volta di un viaggio commemorativo che ripercorre (il più possibile) il destino di quell'uomo scomparso senza documenti né identità in uno ‘spersonalizzante' deserto al confine tra due mondi - definito non a caso "il corridoio della morte". Un viaggio pieno di pericoli e paure, desideri e spesso speranze disattese che marca il confine (non solo geografico) tra due mondi: quello delle realtà da cui fuggire (Messico) e quello dei sogni infranti (Stati Uniti). Si parla, anche e soprattutto, di uomini invisibili in vita che diventano un problema visibile in morte, perché non si sa e non si capisce a quali origini vadano restituiti. Infine e in primis si parla, attraverso il profilo di queste esistenze ingiustamente e precocemente interrotte, di immigrazione. Un tema che oggi più che mai è all'ordine del giorno e che è dunque ed evidentemente trasversale e attraversa - inalterato - i tempi storici così come i continenti. Uomini senza prospettiva che rischiano la loro vita, viaggiando su treni (o su barconi) della morte pur di averne qualcuna, e (di contro) Stati che tentano di preservarsi tenendo fuori gli abitanti dei loro meno fortunati ‘confinanti'. Un'opera che si pone innanzitutto come monito umanitario e sociale su un tema d'attualità sempre più generale e scottante.

Identità smarrite

Gael Garcia Bernal segue il filo e il percorso di quella che da strenua lotta per la sopravvivenza si trasforma poi in una morte senza nome, nella complessità di indizi che da soli (nelle mani degli antropologi forensi) devono cercare di ripristinare se non la vita almeno l'identità perduta. Un'opera sensibile che rimette al centro il valore di una vita umana e l'impegno (non l'indifferenza) che il mondo dovrebbe ogni giorno porre in essere per salvaguardarla. Presentato lo scorso anno al Festival Internazionale del Film di Roma (che tra l'altro ha accolto quest'anno nella sezione Cinema d'Oggi anche il titolo NN, che affronta similmente il dramma delle morti invisibili e delle esasperanti attese di ricongiungimento ai propri cari) nella sezione Alice nella città, Chi è Dayani Crystal arriva nelle sale italiane grazie alla distribuzione di P.F.A Films/PMI.

Chi è Dayani Cristal Vincitore del Sundance 2013, Cinematography Award, e nominato per il World Documentary Competition, Chi è Dayani Cristal, co-diretto, interpretato e prodotto dal celebre attore messicano Gael García Bernal mette a fuoco il tema dell’immigrazione attraverso un viaggio che lega l’anonimato della morte allo smarrimento di identità. Un percorso toccante e in qualche modo illuminante sul viaggio della morte compiuto in nome di una speranza negata, che il noto attore messicano ripercorre seguendo il percorso di quelle identità appese al filo di un indizio sempre troppo vago. Un importante tema d’attualità che il documentario affronta con empatica lucidità, riaccendendo una luce d’attenzione su quelle tante vite che ogni giorno diventano morti senza che il mondo se ne ricordi o (se non altro) possa in qualche modo ricordarsene.

7

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