Recensione Che Bella Giornata

Recensione del secondo film interpretato da Checco Zalone

Recensione Che Bella Giornata
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Era nel novembre del 2009 che abbiamo avuto modo di vedere per la prima volta sul grande schermo Luca Medici in arte Checco Zelone, comico della trasmissione tv di Mediaset Zelig, entrato nelle simpatie del pubblico italiano attraverso i suoi spettacoli e cd all'insegna delle canzoni di taglio ironico.
Era in Cado dalle nubi di Gennaro Nunziante, pellicola dai toni vagamente autobiografici nella quale vestiva i panni del giovane cantante pugliese Checco che, sognatore del grande successo nel mondo dello spettacolo, decideva di passare dalla realtà provinciale barese a quella metropolitana di Milano, dove finiva anche per innamorarsi di Marika alias Giulia"Ricordati di me"Michelini.
Un successo (in)aspettato che, con oltre tredici milioni di euro d'incasso e non pochi dvd venduti, ha inevitabilmente spinto il produttore Pietro Valsecchi a richiamare l'accoppiata Zalone-Nunziante per una seconda avventura cinematografica.
Seconda avventura cinematografica che, oltre allo scatenato protagonista, recupera dal film precedente l'ottimo Ivano Marescotti, qui nei panni di un carabiniere di alto grado.

Cado dalle nubi... un anno dopo

Infatti, mentre, come già detto, Cado dalle nubi partiva dalla Puglia per svolgersi a Milano, qui è direttamente nella Brianza che troviamo Checco, il quale precisa subito che la sua famiglia vive lì da trent'anni e si trova alle prese, senza successo, con il concorso per diventare carabiniere.
In poco tempo lo vediamo prima impegnato a lavorare per la security di una misera discoteca locale, poi, grazie ad una forte raccomandazione, come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano, dove, a causa delle sue tutt'altro che spiccate capacità intellettuali, diventa la vera minaccia del patrimonio artistico italiano.
Soprattutto dopo il suo incontro-innamoramento per la studentessa d'architettura Farah, con le fattezze di Nabiha Akkari, che si finge francese ma è in realtà una ragazza araba intenta a portare a termine un attentato terroristico per attuare la sua personalissima vendetta.
Mentre, tra un'impresa da imbranato e l'altra, a contornarlo sono anche lo sfortunato amico Giovanni, cui concede anima e corpo il Luigi Luciano di macciocapatondiana conoscenza, e il giovane Don Ivano, interpretato dal Michele Alhaique visto in Polvere e L'uomo che ama.

Che sicurezza con Checco

Ma, nel ruolo di Maria, innamorata di Checco, abbiamo anche Anna Bellato all'interno del ben assortito cast che, comprendente i veterani Tullio Solenghi e Cinzia Mascoli, si trova al servizio di un'operazione capace di strappare risate fin dall'esilarante prologo, proprio come avvenne con il primo, riuscitissimo film zaloniano, concentrato sulla tematica della tanto battuta strada del sogno per entrare nel mondo della musica e capace di tirare in ballo, con un certo garbo, le intolleranze razziali e sessuali.
Questa volta, invece, come la trama lascia intuire, è dall'universo delle raccomandazioni che tutto prende il via, trasformando il meravigliosamente mediocre Checco cantautore di Cado dalle nubi in un meravigliosamente mediocre Checco agente della sicurezza, il quale torna a sfoggiare la sua bassa preparazione culturale al fine di generare la sequela di situazioni e battute che lo script - per mano dello stesso Zalone insieme al regista - dissemina a dovere, spingendo lo spettatore a (sor)ridere per la quasi totale durata della visione.
E, ovviamente, tra gag basate sull'equivoco e classico storpiamento zaloniano delle parole che stavolta non salva neppure la lingua araba, non mancano le assurde canzoni a fare da colonna sonora, insieme a Sarà perché ti amo dei Ricchi e poveri e Non amarmi di Aleandro Baldi e Francesca Alotta rilette da Caparezza, il quale compare in uno dei momenti più divertenti del lungometraggio, comprendente anche un sempre grande Rocco Papaleo che, nel ruolo del padre di Checco, sfoggia: "Quando vieni in meridione è come tornare al Medioevo, cappa e spada".
Quindi, è difficile stabilire se questo Una bella giornata sia o no superiore a Cado dalle nubi, ma, dal confronto, non esce di sicuro sconfitto, efficacemente costruito, proprio come quello, per lasciare pienamente soddisfatto -dal punto di vista comico - lo spettatore una volta abbandonata la sala, ma anche per regalargli una moderna favola tricolore la cui morale, tra l'altro, prevede che "Se il cuore ti batte per una seconda coppa b, forse quello è amore".
Riconferma del fatto che l'accoppiata Zalone-Nunziante, grazie alla sua azzeccata formula volta ad immergere l'ingenuità di quello che viene volgarmente definito "ignorante del sud" nel marciume che caratterizza le apparentemente linde realtà metropolitane italiane, pare sia destinata a rappresentare una delle più felici rivelazioni dello stanco universo comico tricolore d'inizio terzo millennio, tempestato di brutti cinepanettoni incapaci di rinnovarsi e commedie degne del peggior cabaret televisivo.

Che Bella Giornata Dopo lo strepitoso successo di Cado dalle nubi, lo scatenato Checco Zalone torna al servizio del regista e sceneggiatore Gennaro Nunziante per una commedia che, partendo dall’universo delle raccomandazioni, arriva a toccare il mondo musulmano e il dramma degli attentati terroristici con lo stesso modo di fare scorretto che aveva caratterizzato la pellicola precedente, ma solo per tirare fuori, giustamente, un prodotto politically correct. Un prodotto che diverte dalla prima all’ultima inquadratura, senza annoiare mai ed alla cui conclusione, appagati, sorge veramente spontaneo affermare: “Che bella giornata”.

7

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