Camp X-Ray, la recensione del film con Kristen Stewart

Una giovane soldatessa e un prigioniero di Guantanamo stringono un complesso e sincero rapporto d'amicizia in Camp X-Ray, esordio di Peter Sattler.

Camp X-Ray, la recensione del film con Kristen Stewart
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Amy Cole è una ragazza di provincia arruolatasi di propria volontà nell'esercito americano: il suo primo incarico la vedrà servire per un anno nel campo di detenzione di Guantanamo, dove sono rinchiusi prigionieri sospettati di avere contatti con Al-qaeda o altri gruppi terroristici. Un luogo dove i più elementari diritti umani vengono violati e in cui la giovane si troverà fin da subito alle prese con l'ostilità dei prigionieri; tra i suoi compiti vi è quello di vigilare, in una sorta di breve ma costante ronda, su un'ala della struttura in cui è rinchiuso un limitato numero di detenuti. Proprio con uno di questi, il tunisino Alì, Amy stringerà un particolare rapporto di amicizia che la porterà a vedere la situazione in un altro modo e le attirerà l'antipatia di alcuni suoi commilitoni.

Nemici-amici

Il campo di prigionia di Guantanamo, nonostante i tentativi di Barack Obama di arrivarne a una chiusura definitiva, è ancora aperto e sono lì detenuti prigionieri sospettati di attività terroristiche. Per il suo esordio dietro la macchina da presa il regista e sceneggiatore Peter Sattler sceglie proprio quest'inusuale ambientazione (pressoché mai bazzicata dal cinema di finzione e più ad uso e consumo di documentari e film di denuncia) per dare vita ad un'opera drammatica ricca di sfumature che ha il grande merito di non esprimere giudizi lasciando libera interpretazione allo spettatore. Camp X-Ray non scade infatti in un facile pietismo retorico e, pur offrendo un'alta intensità drammatica nelle due ore di visione preferisce concentrarsi esclusivamente sul profondo e crescente rapporto che lega i due protagonisti, una relazione di amicizia che affronta ogni pregiudizio con lo scorrere dei giorni. La carceriera e il prigioniero in un gioco delle parti non banale, all'interno di un contesto i cui confini tra il Bene e il Male si fanno via via sempre più sottili. Una storia dove a contare è la dinamica della relazione umana, divisa sì da una porta d'acciaio ma resa più sentita e veritiera di quelle che la protagonista si trova a vivere nel mondo esterno, un mondo anch'esso parzialmente castrante in quanto donna in una realtà prettamente maschilista. Elemento che finisce per accomunare ulteriormente Amy e Alì e a convogliare in maniera intelligente l'apporto empatico della vicenda, a cui le magistrali performance dei due interpreti rendono efficace trasporto: l'iraniano Peyman Moaadi e in particolare una Kristen Stewart in stato di grazia, capace di esprimere sensazioni anche solo attraverso lo sguardo, si portano in più occasioni il film sulle proprie spalle, smussando quell'alone di potenziale monotonia che il limitato impianto scenico poteva far presagire.

Camp X-Ray Un'opera prima preziosa, capace di sussurrare emozioni e sentimenti in un contesto tanto crudo quale quello di Guantanamo: Camp X-Ray gestisce al meglio le dinamiche nascenti e crescenti tra i due protagonisti, una giovane soldatessa e un prigioniero sospettato di terrorismo che cominceranno ad abbattere i rispettivi pregiudizi dando vita ad un'amicizia sincera e sofferta. Il regista e sceneggiatore Peter Sattler evita ogni forma di pietismo e non si schiera da un punto di vista ideologico, preferendo concentrarsi sul complesso rapporto tra i due personaggi che trovano una toccante umanità nelle intense interpretazioni di Kristen Stewart e Peyman Moaadi. Il film andrà in onda stasera, martedì 10 ottobre, alle 23 su SKY CINEMA CULT.

7

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