Recensione Bridget Jones's Baby

Bridget Jones, l'anti eroina per eccellenza della letteratura chick lit e del cinema è tornata... Con un grande dilemma.

Recensione Bridget Jones's Baby
Articolo a cura di

"Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?" è questa la domanda che ogni volta, alla fine della visione di un film che vedeva come protagonista Bridget Jones (Renée Zellweger), alcune di noi si sono poste incuriosite, e forse invidiose, dalla facilità con cui la vita della "sfigatella" Bridget in pochissimo tempo è diventata crocevia di due tra gli uomini più desiderabili del mondo. Preso in prestito dalla poetica canzone di Fabrizio di De Andrè Verranno a Chiederti del Nostro Amore, questo quesito ha avuto (in parte) la sua risposta nell'ultimo lungometraggio dedicato all'antieroina nata dalla penna della scrittrice britannica Helen Fielding nel quale, stavolta davvero suo malgrado, Bridget si ritrova nuovamente al centro di un triangolo amoroso e ancor più surreale del solito ... In perfetto stile Jones!


Dove eravamo rimasti

Sono 11 anni che noi ragazze del XXI secolo non incontravamo una delle nostre più grandi amiche: Bridget Jones. L'ultima che l'avevamo vista era felicemente fidanzata con il suo Mark Darcy (Colin Firth), riconquistato con onore dopo una brutta avventura in Thailandia. Da allora Bridget di strada ne ha fatta: la sua relazione con Mark è finita (le loro differenze, a quanto pare, hanno avuto di meglio sull'amore) ma il lavoro, i suoi vecchi amici e le sue nuove colleghe "trentenni che non hanno la fissa del principe azzurro e della famiglia", rendono la sua vita degna di essere vissuta. Quarantatreenne in splendida forma, libera da legami e dalla zavorra dei suoi chili di troppo, Bridget - almeno all'apparenza - è una donna nuova, sempre rigorosamente imperfetta, e serena. Una donna che preferisce vivere piuttosto che crogiolarsi nell'autocommiserazione e nella retorica di una canzone che, oggi come un decennio fa, recita "all by myself".

Deve cambiare tutto perché niente cambi

La vita di Bridget è un limbo che si (ri)trasforma in inferno nel momento in cui miss Jones si lascia andare prima tra le braccia dello sconosciuto Jack (Patrick Dempsey) e poco dopo tra quelle del sempre (troppo) impeccabile neo divorziato Mark, per poi scoprire di essere incinta... Ma di chi? Questo dilemma porta Bridget, e noi con lei, indietro nel tempo. Ed ecco che Bridget Jones 2.0 ritorna ad essere oggetto del desiderio, stavolta insieme al nascituro, di "merce" rara: due uomini stabili ed entrambi prontissimi a prendersi tutte le responsabilità che comporta il diventare padre. Tale paradossale situazione si traduce sul grande schermo in una commedia degli equivoci egregiamente recitata, (quasi) mai scontata e soprattutto forte di una grande coerenza nel voler concludere nel modo più indolore (per il pubblico) e fiabesco possibile la sua epopea


Un'eroina ancora vittoriana

La fama di Bridget Jones, nonostante il primo libro della Fielding sia stato pubblicato nel 1995, ha avuto il suo picco più alto nei primi anni '00 quando la maggior parte delle ragazze aspiravano, faticosamente, a correre per New York con una paio di Manolo Blahnik ai piedi come Carrie Bradshaw. Bridget è stata colei che ha (ri)dato voce alle donne qualunque a coloro che, nonostante anni di lotte per l'emancipazione, sono ancora nell'essenza molto simili alle eroine vittoriane di Jane Austen (ovvero alla perpetua ricerca di un marito) a cui il suo personaggio è palesemente inspirato. Il fatto che Bridget si sia evoluta, cresciuta pur rimanendo sempre se stessa rende questo nuovo capitolo della sua vita irresistibile e perfetto, totalmente privo di ipocrisie "girl power". Di "furiose" alla Mad Max ormai la cinematografia è piena: Bridget è altro. Bridget è un personaggio che tende la mano a una certa metà dell'altra metà del cielo. E ci piace, così com'è: anacronistica.

Bridget Jones's baby Quando è stato annunciato che a più di un decennio dall'ultimo film Bridget Jones sarebbe tornata in molti abbiamo storto il naso. E invece, grazie alla sceneggiatura della stessa Fielding e alla regia di Sharon Maguire che aveva già diretto Il Diario di Bridget Jones, ci siamo ritrovati dinanzi a un sequel perfetto in cui tutto cambiato intorno a Bridget, tranne lei e il perenne oggetto del suo desiderio: Mark Darcy. Inoltre l'arrivo di nuovi personaggi, come Jack e la ginecologa interpretata da Emma Thompson, danno una ventata di freschezza e di nuove risate a una delle pochissime saghe che, nei limiti del genere a cui appartiene e del target a cui è dedicata, riesce nell'intento di non stancare mai.

7

Che voto dai a: Bridget Jones's baby

Media Voto Utenti
Voti: 5
6.8
nd