Recensione Boulevard

Dito Montiel dirige Robin Williams nella sua ultima, superba e toccante, interpretazione in una storia intensa riguardante l'omosessualità e la paura del coming out in età avanzata.

Recensione Boulevard
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Gli è toccato l'onore di dirigere per l'ultima volta Robin Williams: Dito Montiel, regista newyorkese salito alla ribalta col folgorante esordio Guida per riconoscere i tuoi santi, alla sua quinta opera si è infatti affidato all'istrionica bravura del compianto e amatissimo interprete. E in Boulevard, nonostante tutte le smentite di rito da parte degli addetti ai lavori, si intravedono già nella performance dell'ex Peter Pan alcuni sintomi della costante depressione che lo assillava da anni e che lo ha condotto poi alla morte. Questo anche per via del forte impatto drammatico della sceneggiatura semi-autobiografica scritta da Douglas Soesbe e riguardante il tema del coming out sessuale in età avanzata.

Segreti e bugie

Nolan Mack è un sessantenne dalla vita apparentemente tranquilla: lavora da 26 anni nella stessa banca ed è sposato felicemente con l'amata Joy. Ma in realtà Nolan ha mentito a tutti, a cominciare da sé stesso, per quasi tutta la sua vita. L'uomo infatti è omosessuale e comprende ancora di più la sua natura quando conosce Leo, un giovane che si prostituisce e del quale deciderà di prendersi cura, rischiando di mandare a scatafascio sia la carriera che il matrimonio.

Viale del tramonto

Montiel mantiene la sua cifra stilistica con una regia che non si stacca mai dai personaggi, rendendo anche in questo caso la figura di Mack come un'essenza che abbatte il muro dello schermo. Boulevard è un film che adatta le regolari basi della retorica cinematografica ad una storia di nuove consapevolezze e rotture col passato, riuscendo a colpire per la forte carica introspettiva che accompagna i personaggi, protagonista in primis. Il cineasta è bravo nel gestire il turbinio emotivo colmando così in parte il pericolo di eccessiva staticità che sfiora alcuni passaggi del racconto, compensando la mancanza di ritmo con una notevole attenzione nel rapporto tra la varie figure in gioco. Una narrazione pregna di una liberatoria amarezza, smussata da un epilogo intriso di speranza, che riesce nel suo obiettivo soprattutto grazie alla toccante performance di Williams, in una delle prove più maestose della carriera post-2000: dialoghi e sguardi che commuovono in più occasioni, complice anche l'ispirata e dolente colonna sonora firmata da Jimmy Haune e David Wittman.

Boulevard Un canto del cigno di rara armonia per uno dei volti più amati da grandi e piccini. Un Robin Williams magnifico alla sua ultima interpretazione è il perfetto protagonista di Boulevard, dramma aspro e amaro sul tema dell'omosessualità diretto dal sempre valido Dito Montiel. Un film più attuale che mai capace di commuovere e far pensare indagando in quei bivi della vita che spesso condizionano un'intera esistenza, tra le paure e i rimpianti di aver mentito a se stessi.

7

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