Bokeh, la recensione del dramma sci-fi disponibile su Netflix

Una coppia di giovani fidanzati in vacanza in Islanda scopre che il resto dell'umanità è sparita nel nulla in Bokeh, affascinante dramma sci-fi.

Bokeh, la recensione del dramma sci-fi disponibile su Netflix
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Il termine bokeh viene usato, in ambito fotografico, per rappresentare una sfocatura o una sorta di "confusione mentale": titolo non poteva essere più adatto per l'omonimo film d'esordio della coppia di registi formata da Geoffrey Orthwein e Andrew Sullivan. In Bokeh infatti, frutto di una co-produzione tra Stati Uniti e Islanda e ambientato proprio negli splendidi paesaggi della nazione insulare, la coppia di giovani protagonisti (di cui lui è non casualmente un aspirante fotografo) sta trascorrendo un periodo di vacanza romantica sull'Isola. Un mattino però al risveglio la giovane coppia scopre che ogni altro essere umano della cittadina è scomparso nel nulla, e lo stesso destino pare essere toccato ad ogni individuo sulla faccia della Terra. Soli e inizialmente terrorizzati dalla situazione, i fidanzati dovranno fare di necessità virtù cercando di sopravvivere e scoprire se possibile cosa abbia causato la sparizione di massa.

Il mondo ai piedi

Un dramma sci-fi intimista che amplifica all'estremo una tematica cara a certe diramazioni del filone, quella inerente alla scomparsa improvvisa di un tot numero di individui, portandola qui alle estreme conseguenze: Jenai e Riley, i due protagonisti, si ritrovano infatti alle prese con un mondo dove sono gli unici superstiti. Ipotesi quali rapimenti alieni, epidemie e addirittura apocalissi di biblica memoria fanno la loro comparsa durante i novanta minuti di visione, ma la soluzione del mistero rimane inesplorata anche dopo i titoli di coda; una scelta questa che può parzialmente irritare chi è sempre a caccia di risposte, ma che avvalora l'importanza del viaggio filmico che i due esordienti registi mettono in atto. Ha una sua forte vena poetica Bokeh (disponibile su Netflix), con sequenze che catturano magnificamente la bellezza di paesaggi incontaminati in cui l'essere umano è capace di sintonizzarsi con il battito della Terra stessa, e proprio l'impatto visivo ammaliante aiuta a nascondere una certa monotonia narrativa che si palesa in alcune occasioni. Monotonia d'altronde difficile da scampare in un racconto con due soli personaggi, e che esplora con una certa incisività (e grazie anche alle intense prove di Malika Monroe e Matt O'Leary) le dinamiche di una coppia alle prese con una situazione impossibile da affrontare senza cedere allo sconforto. Ed è ancora una volta il mezzo fotografico, capace di immortalare per sempre l'essenza di un istante, a suggellare nel più amaro dei modi il tragico epilogo, consegnando un mondo sempre più povero in cui la volontà di vivere è comunque più forte di qualsiasi dolore.

Bokeh Un film elementare per messa in scena e spunti narrativi che trova proprio nella sua semplicità una straniante poetica, trascinando lo spettatore in un mondo in cui una coppia di fidanzati in vacanza in Islanda scopre un mattino che il resto dell'umanità è scomparso nel nulla. Bokeh camuffa una certa ripetitività grazie ad un'oculata gestione drammatica e introspettiva nelle dinamiche romantiche tra i due protagonisti, destinate ad evolvere e/o deteriorarsi in una situazione razionalmente impossibile da gestire per chiunque, lasciando che l'elemento fantastico ponga nuove e intense sfumature ad un dramma personale sempre in bilico tra speranza e rassegnazione.

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