Recensione Bloody sin

Domiziano Cristopharo omaggia il vecchio fumetto horror erotico Oltretomba

Recensione Bloody sin
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Sotto la regia di Domiziano Cristopharo, autore dell'horror a tinte porno House of flesh mannequins (2009), nonché fautore del progetto collettivo P.O.E. - Poetry of eerie (2011) e del suo sequel P.O.E. - Project of evil (2012), Maria Rosaria Omaggio, Venantino Venantini e il regista di Cannibal holocaust (1980) Ruggero Deodato avevano già preso parte a The museum of wonders (2010), visivamente accattivante mix in salsa macabra di Niagara (1953), Ascensore per il patibolo (1958) e Freaks (1932).
In questo caso, mentre i primi due sono coinvolti nel prologo immediatamente splatter ambientato a Olevano nel XIII secolo, la interprete di Squadra antiscippo (1976) e Incubo sulla città contaminata (1980) si trova a capo di una redazione giornalistica statunitense che, comprendente la quasi fissa presenza cristophariana Nancy De Lucia e un fotografo con le fattezze del Lorenzo Balducci visto, tra l'altro, in Tre metri sopra il cielo (2004) di Federico Moccia e Last minute Marocco (2007) di Francesco Falaschi, nel 1974 intende realizzare all'interno di un antico castello sito nel comune laziale il backstage di un servizio erotico collocato ai tempi dell'inquisizione e con protagonista una attrice hard.

Racconti da... Oltretomba!

Attrice hard che non poteva possedere altro che i connotati della splendida Roberta Gemma, vera stella delle luci rosse d'inizio terzo millennio che già non poche volte ha avuto modo di lavorare con il cineasta romano e che, regalandoci un nudo integrale spiato mentre fa il bagno, contribuisce non poco a richiamare alla memoria una certa pruriginosa celluloide di genere degli anni Settanta.
Del resto, con una storia molto meno astratta e più concreta rispetto a quelle che furono alla base dei suoi precedenti, succitati lavori, Cristopharo intende qui omaggiare Oltretomba, serie a fumetti che provvide a fondere orrore ed erotismo nel decennio in cui nelle nostre sale spopolarono la Commedia sexy e il poliziottesco.
Ma i suoi riferimenti non si fermano soltanto a quella allora gettonatissima carta stampata, oltretutto richiamata nel film attraverso momenti disegnati, in quanto se da un lato il personaggio della Omaggio si chiama Steele, proprio come la Barbara reginetta del gotico tricolore che fu, non mancano neppure un signor Lenzi e un Terence Fischer, chiaramente derivati dall'Umberto regista di Sette orchidee macchiate di rosso (1972) e dal Terence Fisher che ci regalò Dracula il vampiro (1958) e La maschera di Frankenstein (1957).
E, man mano che Questo amore un po' strano di Giovanna Nocetti fa da efficace commento musicale ed abbiamo anche una sequenza-flashback girata a mo' di film muto in cui troviamo la Antonella Salvucci de L'educazione sentimentale di Eugenie (2005) calata in uniforme nazista, l'aria che si respira non sembra essere distante da quella che caratterizzò le cupe bizzarrie da schermo appartenenti alle filmografie dei compianti Paolo Solvay e Renato Polselli, rispettivamente responsabili di Nuda per Satana (1974) e Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento (1973).
Anche se le ristrettezze di budget che si fanno in parte sentire (il momento di necrofilia ispirato al tedesco Nekromantik appare un po' troppo finto) ci spingono quasi ad accostare a uno dei deliri trash di David DeCoteau - ma sotto la produzione del Charles Band post-anni Novanta - un insieme che, paradossalmente, riesce comunque a funzionare ed a conquistare gli appassionati di quella tutt'altro che edulcorata Settima arte sporca e cattiva confezionata dai "poveri" artigiani nostrani cancellati dal perbenismo delle major e della cultura da multisala-supermercato.

Bloody sin Con un cast comprendente, tra gli altri, la cesaroniana Elda Alvigini e la pornostar Roberta Gemma, Domiziano Cristopharo omaggia il fumetto gotico-erotico Oltretomba attraverso un low budget ricco di citazionismo e riferimenti al cinema di genere del passato. Il risultato è un’opera non eccelsa, ma che si lascia tranquillamente guardare senza annoiare, mentre sullo schermo imperversano nudi femminili integrali, evirazioni, necrofilia e momenti da nazi-movie... proprio come nei brutti, sporchi e cattivi anni Settanta italiani su celluloide.

6

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