Recensione Bellas Mariposas

Il viaggio di un'adolescenza magica capace di reinventare le brutture della periferia

Recensione Bellas Mariposas
INFORMAZIONI FILM
Articolo a cura di

Cate ha undici anni e tutta la vita davanti, molti (troppi) fratelli e un padre "pezzemmerda" che non è invalido ma riscuote la pensione come tale. La sua vita nella desolante periferia del cagliaritano è un inferno dal quale fuggire. La sorella Mandarina è rimasta incinta a soli tredici anni per concedersi poi all'unico lavoro disponibile su piazza: la prostituzione, mentre la coetanea Samantha è divenuta senza troppe difficoltà corpo a disposizione dell'intero quartiere. Ma per Cate no, sarà tutto diverso e lei diventerà una famosa cantante piena di soldi e successo, anche se per ora le vie di fuga da quel palazzo-quartiere che sembra opprimere la sua intera esistenza appaiono davvero esigue. Ciò nonostante, Cate può contare sul supporto di Luna, sua amica e anima gemella con cui condivide ogni gesto, perfino ogni pensiero. Un'amica con la quale sognare e vagheggiare di liberarsi da quell'esistenza grigia, un'amica con la quale la giungla di guai e personaggi che la abitano diventano burattini dei quali ridere. E poi c'è Gigi, l'occhialuto e poco sveglio coinquilino del palazzo del quale Cate è innamorata e al quale vorrebbe dichiararsi, se non fosse che il di lei fratello maggiore Tonio ha deciso di ucciderlo. Decisa a salvare il suo Gigi dalle grinfie del fratello e a evadere da quella prigione, Cate trascorrerà una lunga e bizzarra giornata estiva in compagnia della sua amica Luna, condita di molti gelati e anche di una punta di magia che farà (per un attimo o forse per sempre) cambiare il corso delle cose.

Un piccolo gioiello filmico

Per il suo quarto lungometraggio Salvatore Mereu (Ballo a tre passi, Sonetàula) adatta per il grande schermo l'omonimo racconto di Sergio Atzeni Bellas Mariposas. Immerso nella cultura sarda della quale il film di Mereu rievoca intatti colori e suoni, Bellas Mariposas colma però a grandi passi il divario esistente tra micro e macro società ritraendo con voce fiabesca e incedere realistico tutto lo slancio e la voglia di volare di un'adolescenza rinchiusa tra i vicoli ciechi di una periferia senza sbocchi. Una gabbia dalla quale le belle farfalle (Bellas Mariposas, appunto) tratteggiate da Mereu cercheranno di fuggire, aiutate solo dalla loro luminosa fantasia e dal particolare rapporto che le lega, che è pienamente imbevuto di quel senso d'infinto che solo l'adolescenza sa regalare. Dal piccolo e affollato bagno di casa di Cate, Mereu fa dunque partire il racconto dell'avventura di una giornata come tante ma in fondo anche molto diversa, ritraendo con grazia esemplare lo spirito di rivalsa (anche solo estemporanea) che appartiene alle due protagoniste. La storia di due semplici eroine alle prese con le mille avversità dell'adolescenza (la mancanza di forme, l'ossessione per i ragazzi) e le mille avversità di una microsocietà che (per un verso o per un altro) fa degli uomini dei buoni a nulla e conduce le donne verso la consueta svendita del corpo. E proprio nella mancanza del diversivo (la vera malattia delle realtà periferiche) Mereu trova la propria chiave narrativa, conferendo a Cate e Luna la capacità di vedere quel mondo fuorviante attraverso le lenti ancor più deformanti dei loro occhi, lasciando così che il tragico diventi comico e il realismo un potenziale di fantasia. Fresco e capace di farsi spazio nell'emotività dello spettatore, Bellas Mariposas (senza dubbio esaltato dalla genuina bravura delle due debuttanti attrici protagoniste Sara Podda e Maya Mulas) è la dimostrazione di come la veracità e la peculiarità di certi luoghi riesca (molto meglio di pellicole che partono con un profilo universalizzante) a descrivere l'unicità di 'stati' unici come quelli dell'adolescenza o della periferia. Un film capace (come pochi di questi tempi) di lasciare impresso il proprio segno stilistico e (soprattutto) emozionale.

Bellas Mariposas Vincitore del Premio Schermi di qualità alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 2012 arriva direttamente dalla terra sarda Bellas Mariposas, rilettura filmica a cura di Salvatore Mereu dell’omonimo racconto di Sergio Atzeni. Colori, emozioni, realismo e fantasia convergono in questa eterogenea tavolozza audiovisiva che racconta la brutta vita di periferia attraverso gli occhi luminosi di due adolescenti leggiadre. Un piccolo gioiello filmico che mescola al meglio stile e contenuto per arrivare dritto al cuore dello spettatore lasciando forse un unico rammarico: con buona probabilità saranno in pochi a vederlo.

8

Che voto dai a: Bellas Mariposas

Media Voto Utenti
Voti: 3
6.7
nd