Recensione Before I disappear

Dopo la vittoria del premio Oscar con il cortometraggio Curfew, Shawn Christensen debutta sul grande schermo

Recensione Before I disappear
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Il regista Shawn Christensen, dopo la vittoria del premio Oscar con il cortometraggio Curfew, debutta sul grande schermo con Before I disappear, versione estesa e maggiormente articolata proprio del progetto che l'ha imposto all'attenzione del pubblico e della critica.
Per realizzarlo, il giovane filmmaker ha collaborato nuovamente con l'attrice Fatima Ptacek e con l'amico di sempre Paul Wesley. L'interprete di Stefan Salvatore nella serie The Vampire Diaries, targata The CW, ha collaborato alla realizzazione del lungometraggio in veste di produttore e interpretando un piccolo ruolo, ma importante. Shawn e Paul, infatti, sono amici fin dai tempi della scuola di recitazione che hanno frequentato insieme a New York e dalla loro collaborazione potrebbe presto nascere un nuovo progetto.
Il film (che vanta un cast di altissimo livello: oltre alla giovane Fatima e Wesley ci sono inoltre Ron Perlman ed Emmy Rossum) è stato presentato in anteprima italiana alla 71a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione indipendente delle Giornate degli autori, e si fa subito notare poiché perde un po' di incisività nel cambiamento di formato, mantenendo comunque il suo fascino pur non essendo privo di difetti.

Una notte ricca di eventi

Richie (Shawn Christensen), durante il suo ultimo turno nel locale in cui lavora, trova una ragazza morta per overdose in uno dei bagni e si accorda con il suo capo per nascondere quanto accaduto. L'evento aggrava la sua situazione personale e il giovane decide di suicidarsi, anche a causa della dolorosa fase sentimentale che sta attraversando.
A porre (almeno temporaneamente) fine ai suoi propositi è l'inaspettata telefonata di sua sorella Maggie (Emmy Rossum) che gli chiede di occuparsi di Sophia (Fatima Ptacek), sua figlia. La donna è stata infatti arrestata e il fratello accetta di andare a prendere a scuola la ragazzina e di accompagnarla alla sua lezione di ginnastica artistica e a casa. La situazione si evolve però in modo inaspettato quando Sophia richiama lo zio la sera, perché la madre è ancora sotto custodia, e i due si ritrovano così a vivere una notte ricca di eventi che li cambierà entrambi.

Buone potenzialità non del tutto sviluppate

Shawn Christensen si è messo alla prova con un lungometraggio dalla trama molto semplice e lineare ma che sfrutta a suo favore uno svolgimento più sperimentale e ricco di dettagli, dalla fotografia originale e una colonna sonora studiata con attenzione.
La scelta di dirigere, produrre e interpretare Before I disappear permette a Christensen di muoversi con una certa sicurezza all'interno della storia, anche se purtroppo nell'adattamento dal corto al lungometraggio l'intensità della storia si è un po' troppo diluita, facendo perdere incisività all'insieme.
A trarre, invece, un giovamento rispetto alla versione precedente è il personaggio di Sophia che, anche grazie alla maturazione della sua protagonista, assume molte più sfumature e spessore, compiendo un'evoluzione più naturale e credibile. Fatima Ptacek si rivela infatti un'interprete brillante in grado di muoversi con sicurezza tra determinazione e vulnerabilità, senza mai risultare sopra le righe nella sua recitazione.
Christensen non ha molte difficoltà dal punto di vista attoriale e appare a suo agio nel rappresentare Richie, la cui sofferenza interiore l'ha spinto a perdere ogni speranza e lo ha allontanato da ogni possibile legame affettivo, anche di tipo famigliare.
Il regista ha posto molta attenzione anche all'utilizzo degli oggetti di scena, creando un punto di contatto con l'essere bloccato nel passato, aspetto che caratterizza il protagonista, con alcuni oggetti (tra cui il telefono che assume un ruolo fondamentale nel corso degli eventi), e la colonna sonora.
Narrativamente Before I disappear risulta particolarmente interessante per la capacità di mostrare l'evoluzione della particolare coppia protagonista che si muove in due direzioni quasi opposte, imparando a vicenda un approccio diverso alla vita e invertendo più volte i propri ruoli di educatore e di persona da proteggere.
Tecnicamente il film possiede uno stile sospeso, creato utilizzando qualche elemento un po' in stile videoclip musicale e una fotografia che enfatizza gli aspetti più onirici della notte. Essenziale, inoltre, l'apporto della colonna sonora che, con un mix di canzoni cult del passato e composizioni originali dello stesso Christensen, fa da accompagnamento musicale all'atipico road movie che, nonostante si addentri in angoli oscuri e dolorosi della vita umana, non è privo di positività e possiede la giusta dose di dolcezza, mai retorica, in grado di rendere la rapida evoluzione dei protagonisti coerente e non sforzata.
Il film, purtroppo, introduce troppi personaggi e situazioni che non sempre appaiono delineati con cura, e alcuni elementi vengono solo introdotti nella trama senza però essere adeguatamente elaborati, come accade ad esempio con Maggie, ruolo affidato a Emmy Rossum. La trama, inoltre, appare priva di svolte a sorpresa, risultando piuttosto banale nel suo svolgimento pur potendo contare su delle buone interpretazioni.

Before I disappear Before I disappear è un esordio promettente, che non raggiunge il livello del cortometraggio originale, ma ha il merito di far emergere le doti di sceneggiatore di Christensen e la sua capacità di gestire, visivamente e narrativamente, i vari tasselli di cui è composto un film. Il suo esordio dietro la macchina da presa di un lungometraggio, tuttavia, pecca un po' di ambizione e in più di un passaggio è privo della necessaria cura nel delineare personaggi e situazioni. La passione per la musica del filmmaker, inoltre, è evidente ma il suo lavoro sulla colonna sonora rischia di risultare ridondante. Before I disappear è comunque un film da vedere per poter apprezzare la bravura del cast, in particolare dell'emergente Fatima Ptacek.

6

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