Recensione Bedtime Stories

Cosa succederebbe se le favole della buonanotte divenissero realtà?

Recensione Bedtime Stories
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C'erano una volta le fiabe della buonanotte

In principio c’erano le favole della buonanotte: Andersen, i fratelli Grimm, le leggende che oralmente si tramandavano di generazione in generazione. Fiabe che, dietro un più o meno complesso sistema di personaggi ed avvenimenti, nascondevano sempre una morale comune e terminavano con il famoso “e vissero felici e contenti”.
Poi arrivò Walt Disney e le cose cominciarono ad acquisire una nuova dimensione, quella animata. Egli prese tutte queste storie e diede loro una propria vita, mantenendone immutati i messaggi e a volte addirittura creando un lieto fine dove c’erano solo lacrime (come per esempio ne La Sirenetta), consegnandole all’eternità della memoria collettiva e rendendo la loro presenza una consolidata tradizione.
Le favole della buonanotte divennero così spettacolo e l’intrattenimento di ogni bambino ad ogni ora del giorno e la casa madre di Topolino privò molti genitori del lavoro di cantastorie da camera.

Quando la magia diviene reale

Racconti Incantati incentra la propria trama proprio sulle fiabe che si raccontano ai più piccoli prima di andare a letto. Skeeter Bronson (Adam Sandler) è cresciuto creando e vivendo le proprie avventure all’interno dell’albergo di famiglia. Adorava quel posto e sin da piccolo era inserito a pieno nella gestione dello stesso. Ma, come suo padre afferma, erano dei bravi albergatori ma dei pessimi imprenditori. L’edificio fu venduto quindi al ricco signor Notthingam (Richard Griffiths) che promise di dare un giorno la possibilità a Skeeter di poter divenire il direttore della struttura. Gli anni passano e il piccolo bambino diviene il tuttofare del Notthingam Hotel, sempre impegnato in mille lavoretti e disposto ad accomodare le più impazienti richieste dei clienti. Ma, come in tutte le fiabe, al protagonista infelice deve sempre essere data una possibilità di riscatto: Wendy (Courteney Cox), sua sorella, per motivi di lavoro è costretta ad abbandonare la città per un po’ ed i suoi due figli verranno lasciati nelle mani dell’impacciato zio Skeeter nelle ore serali e della dolce Jil (Keri Russell) nelle ore diurne. Prendersi cura dei due bambini inizialmente sarà piuttosto complicato, ma pian piano le ore passate insieme diverranno sempre più piacevoli, soprattutto all'avvicinarsi del momento delle favole della buonanotte. Come suo padre prima di lui, Skeeter inventerà storie ispirate alla realtà dei personaggi, ma ambientate nel più classico medioevo, nella Roma antica, nel selvaggio West o addirittura nello spazio. I nipotini stessi partecipano alla stesura delle avventure, aggiungendo particolari e modificando gli eventi a loro piacimento. Quando il tempo delle favole termina ed una nuova giornata comincia, le cose sembrano però seguire inaspettatamente una strana serie di coincidenze, che rendono reali tutti i particolari che i bambini stessi hanno introdotto la sera precedente e il sogno espresso a voce bassa di far divenire le storie realtà, sembra avverarsi. L’eroe in tuta da operaio cercherà di volgere questa magia in proprio favore, alternandosi tra situazioni divertenti e catastrofi sventate fino a tendere il proprio sguardo verso l’atteso lieto fine.

L'incanto Disney

Racconti Incantati si inserisce, con non molta originalità, all’interno delle già sperimentate produzioni cine-televisive in cui le favole, lette o raccontate, all’improvviso prendono vita. Al contrario di esse, però, non utilizza la magia per dimostrare avvenimenti bizzarri e spudorate coincidenze tra realtà e fantasia e si affida più che altro ad accennate spiegazioni. Una pioggia di colorate gomme da masticare non dipenderà da una strana condizione meteorologica o dall’agitarsi di una bacchetta, quanto piuttosto da un incidente avvenuto su un ponte stradale, sotto cui guarda caso si trovava in quel momento in protagonista. Questa accortezza dona una certa dicotomia alla narrazione filmica, che spazia tra momenti realistici e flash fantasiosi, in cui i vari personaggi indossano i panni degli interpreti delle favole, ritrovandosi inseriti nei più strani ambienti e mutati nelle caratteristiche fisiche. Come nelle più intramontabili fiabe Disney, i ruoli saranno assegnati fin dall’inizio: l’eroe sottovalutato che cerca di dimostrare il proprio valore; l’amica che nei panni di una sirena maestra o ancella cerca di sostenerlo; la bellezza fatale da dover conquistare per salvare il regno, rappresentata dalla figlia di Notthingam, Violet (Teresa Palmer); l’antagonista ingrato e leccapiedi, Kendall (Guy Pearce), con cui lo stesso Skeeter deve scontarsi nella vita reale per conquistarsi la possibilità di divenire direttore di un nuovo hotel.
La pellicola, sia da punto di vista narrativo che da quello registico, non presenta nessuna corda fuori tono, ed è costruita con sapienza ed accortezza. Tutto il cast tecnico d’altronde proviene da precedenti collaborazione in altre affermate produzioni Disney e quindi era già al corrente dei metodi e dei punti fermi tipici della major californiana. Ciò nonostante non è riscontrabile nessun tratto particolarmente originale che permetta a Racconti Incantati di entrare nella tradizione dei grandi film difficili da dimenticare, relegandolo ad intrattenimento di una sera o a possibile pacchetto cinematografico pre-pasquale.

Un carismatico cast

Sandler, che oltre ad essere attore è anche produttore del film, con Racconti Incantati ha realizzato il desiderio di recitare una parte che potesse piacere ai suoi bambini. Il personaggio di Skeeter sembra costruito completamente attorno alla sua persona: dolce ed impacciato, intrappolato dentro una sorta di sindrome di Peter Pan, sempre pronto a sdrammatizzare e divertirsi. Abbandonati i personaggi che reggono la propria comicità su atteggiamenti cinici, volgari poco apprezzabili da casa Disney, Sandler riesce a divertire in maniera molto semplice e pulita, affidandosi a piccole situazioni surreali e al suo innato carisma. In ciò è accompagnato da una moltitudine di attori dal volto noto, provenienti dal mondo della televisione, che sarà impossibile non riconoscere: dal misofobico signor Notthingam interpretato da Richard Griffiths famoso per essere lo zio Vernon di Harry Potter, alla statuaria Lucy Lawless che, abbandonati i gonnellini in cuoio di Xena, si trasforma in un’autoritaria Aspen, passando per le più famose Monica di FRIENDS (C. Cox) e Felicity (K. Russell), dell’omonima serie televisiva della WB.
Da notare anche l’apparizione fugace di un altro personaggio made in Disney: all’interno dell’avventura nello spazio non si potrà fare a meno di sorridere alla presenza, tra il pubblico, di Buzz Lightyear che fa il tifo per Skeeter. Al di la di questo rimando epslicito, il film è comunque cosparso di mille piccoli riferimenti ad altre favole e produzioni, che allieteranno tanto i piccoli avventori quanto i loro accompagnatori.

Bedtime Stories Racconti Incantati, pur con dei buoni propositi registici ed interpretativi, e nonostante un ingente impego di effetti speciali e tecnologici, non riesce a superare la barriera della piacevolezza, fermandosi nella zona dei film gradevoli da vedere, ma che non suscitano nessun desiderio irrompente di una seconda e poi successiva visione ad oltranza, come spesso succede con i grandi capolavori Disney. Divertente, a tratti triste, movimentato e saturo di buoni sentimenti, sembra voler gridare di non smettere mai di credere (come suggerisce il tema musicale Don't stop believin') nel potere delle favole e dell'esistenza del lieto fine dietro ogni angolo.

6

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