Battleship, la recensione del film di Peter Berg

La battaglia navale secondo Peter Berg: la nostra recensione di Battleship.

Battleship, la recensione del film di Peter Berg
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Per chi non ne fosse al corrente, il newyorkese classe 1964 Peter Berg è colui che, prima di passare dietro la macchina da presa - se escludiamo un paio di regie televisive - con la commedia grottesca Cose molto cattive (1998), interpretata da Cameron Diaz e Christian Slater, abbiamo avuto modo di vedere in vesti d'attore, tra l'altro, in Sotto shock (1989) di Wes Craven, nel quale fronteggiava il sanguinario serial killer "elettrico" Horace Pinker, e nel sexy thriller L'ultima seduzione (1994) di John Dahl, al fianco di Linda Fiorentino e Bill Pullman.
Un'attività, quella della recitazione, che ha continuato comunque a portare avanti parallelamente alla carriera di regista, proseguita con titoli del calibro de Il tesoro dell'Amazzonia (2003), The kingdom (2007) e Hancock (2008), ai quali va ora ad aggiungersi questo Battleship, trasposizione su schermo del gioco Hasbro Battaglia navale, di cui dice: "Battleship è una mia passione perché, da bambino, ho trascorso tantissimo tempo sulle navi, ascoltando storie dettagliate sulle grandi battaglie della Seconda Guerra Mondiale raccontate da mio padre. Quando mi è arrivato tra le mani, non mi ci è voluto molto per immaginare il film".

Dalla parte del Kitsch

Ma, a differenza di precedenti lungometraggi che hanno provveduto a trasferire i giocattoli all'interno del grande schermo come Transformers (2007) di Michael Bay e G.I. Joe-La nascita dei Cobra (2009) di Stephen Sommers, qui si parte da un gioco che non ha figure di riferimento, infatti il produttore Scott Stuber spiega: "Quando lavori a film adattati dalla letteratura o dai fumetti e simili, il pubblico ha già delle nozioni prestabilite dei personaggi e dello sviluppo, visualizza la storia mentre la legge; questa è una sfida completamente diversa, perché noi abbiamo dovuto creare dei personaggi. Il bello del gioco è che si va alla cieca, è la strategia, il me contro te. Non cominciare con personaggi preesistenti è liberatorio, perché non si è limitati da quello che è scritto nel materiale originario".
E l'elemento ancor più inaspettato è individuabile nel fatto che, tra mare, cielo e terraferma, è contro una misteriosa forza superiore di origini extraterrestri che si trovano a dover combattere i protagonisti: l'Ufficiale della Marina militare degli Stati Uniti Alex Hopper alias Taylor"John Carter"Kitsch, suo fratello maggiore Stone, con le fattezze dell'Alexander Skarsgård della serie televisiva True blood, il sottufficiale Cora Raikes, cui concede anima e corpo la superstar della musica Rihanna, il Capitano Yugi Nagata, interpretato dal Tadanobu Asano di Thor (2011), e l'Ammiraglio Shane, Comandante della Flotta Pacifica con il volto di Liam Neeson.

La marina Hasbro(ccato)

Un manipolo di combattenti cui vanno aggiunti Sam Shane, fidanzata di Hopper e fisioterapista specializzata nella riabilitazione dei feriti di guerra interpretata dalla Brooklyn Decker vista nella commedia sandleriana Mia moglie per finta (2010) e il Tenente Colonnello Mick Canales, incarnato dal Colonnello dell'Esercito degli Stati Uniti Gregory D. Gadson, che ha perso ambedue le gambe in Iraq nel 2007.
Tutti coinvolti in circa due ore e dieci di visione che, inizialmente vicine alle produzioni d'azione di carattere bellico sfornate durante il periodo del cosiddetto "machismo reaganiano", cominciano a ricordare non poco - soprattutto nell'estetica - proprio il costoso cinema d'intrattenimento del succitato Bay, da Armageddon-Giudizio finale (1998) alla bella trilogia sui robot trasformabili.
D'altra parte, non possono fare a meno di apparire quali derivati dei vari Megatron e Optimus Prime le avanzatissime macchine da guerra utilizzate dagli alieni, testimonianza dell'ottima fattura degli effetti speciali visivi destinati a "invadere" (in ogni senso) la vicenda, quasi del tutto costruita sul movimento e gli scontri a fuoco.
Mentre una colonna sonora spaziante da Hard as a rock degli AC/DC a Fortunate son dei Creedence Clearwater Revival provvede a rendere maggiormente "orecchiabile" un fracassone spettacolo di celluloide caratterizzato da un certo sapore anni Ottanta e non privo di riferimenti più o meno espliciti all'11 Settembre e ad altri aspetti legati alla storia americana.
Pur senza eccellere e sfiorando addirittura l'horror, ma riuscendo a non annoiare mai lo spettatore... fino a una sequenza a sorpresa che lo attende dopo i titoli di coda.

Battleship “Una storia contemporanea di una flotta internazionale impegnata in una battaglia molto dinamica, violenta e intensa che è piena zeppa di battaglie navali cariche d’azione con grandi armamenti e conflitto”. Sarebbe sufficiente questa dichiarazione del regista Peter Berg per lasciare intendere cosa propone il suo Battleship, trasposizione su celluloide del gioco Hasbro Battaglia navale. Circa 131 minuti di visione traboccanti ottimi effetti visivi e popolati di decisi combattenti alla Michael Bay che compiono sufficientemente il loro dovere di intrattenere lo spettatore - in maniera fracassona, ovvio - senza annoiarlo. E con un inaspettato risvolto dai connotati ironici che, posto quasi a fine pellicola, testimonia più di ogni altro elemento la presenza dietro la macchina da presa dell’autore di Cose molto cattive (1998) e Hancock (2008), sempre propenso a conferire un tocco particolare ai suoi non eccelsi lavori.

6

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