Recensione Barry, Gloria e i Disco Worms

Persino gli animaletti meno amati posso diventare star simpaticissime grazie alla versione animata. In Barry, Gloria e i Disco Worms, la prima distribuzione firmata da Filmet, succede ad un gruppo di vermetti a dir poco singolare, a cui prestano le voci Arisa e i Vitiello di Radio Deejay. In un’atmosfera colorata in stile Anni Settanta diretta da Thomas Borch Nielsen, il protagonista Barry (Gabriele Lopez) vive un’annoiata vita da lombrico impiegato. Gli amici lo chiamano “vermatto” perché invece ha ambizioni artistiche e anima romantica, perdutamente innamorata della biondina Gloria. “Non sogni mai una vita diversa dalla nostra?”, chiede all’amico rotondetto e disincantato Tito. I due sono colleghi nella ditta di compostaggio che li vede compilare infiniti verbali su foglie spillate e la madre di Barry immagina per lui un futuro da dirigente medio, ma “la disco - spiega il capo dell’azienda - è incompatibile con il rigore della compagnia”. Ecco perché l’idea di andare in tv a partecipare ad uno spettacolo trasmesso in giardino visione sembra a tutti strampalata e impossibile.

La potenza di un sogno

L’energia e la determinazione del protagonista lo portano a non arrendersi davanti ai pregiudizi delle altre specie e alle opposizioni della famiglia. Così, una volta messi insieme i componenti della band, la festa può avere inizio.
Ecco come questo lungometraggio combina divertenti numeri musicali con personaggi buffi e ben delineati, inserendoli in un contesto frizzante e imprevedibile. Anche se l’idea della rivincita del loser non appare freschissima né particolarmente innovativa, va riconosciuto al cartoon il merito di aver confezionato un prodotto delizioso, pur nella propria semplicità (a volte persino elementare). I Disco Worms sono ben assortiti, abbastanza comici da conquistare il pubblico dei più piccoli, soprattutto in età prescolare. E i “cattivi” di turno, se così si possono chiamare, non fanno così tanta paura da scoraggiare i genitori dal portare i bimbi al cinema dopo la mattinata alla scuola materna senza che i fratelli maggiori si annoino.