Recensione Babylon A.D.

Vin Diesel verso la salvezza...

Recensione Babylon A.D.
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Kassovitz Vs 20th Century Fox

E' decisamente difficile, anche sforzandosi, dimenticare un film meraviglioso come L'odio... e di sicuro I fiumi di porpora avrà appassionato molti. Entrambe le pellicole hanno consacrato Mathieu Kassovitz come un giovane talento in ascesa, potenzialmente in grado di segnare la settima arte nel profondo. Babylon A.D. nasce con le migliori intenzioni salvo precipitare inspiegabilmente in un burrone di incompiutezze nel quale è difficile intravedere anche solo uno spiraglio di luce. Il pessimo esordio al box office americano non deve però sembrare una doccia ghiacciata ma una prevedibile risposta pubblica alle accuse del regista nei confronti della Fox, casa cinematografica che ha prodotto il film (da noi distribuita da Moviemax).
Lo scorso agosto Kassovitz affermò pubblicamente di boicottare il film perché il montaggio finale non rispecchiava assolutamente la sua visione. Ma non solo, oltre che verso l'editing, puntò il dito sull'intera fase produttiva, affermando che non ebbe mai piena libertà creativa e il risultato è quello che si vede: “pura violenza e stupidità”. Prima che potesse in qualche modo salvare il salvabile, diede il colpo di grazia liquidandola senza mezzi termini come una “terribile esperienza”.
Sebbene sia cosciente della bontà di molte sequenze oniriche e dell'energia immaginifica che esse emanano, la sua è più che altro una cocente delusione: “... Avevo così tanto in mano... non mi hanno permesso di lavorare.” afferma infine sconfitto. Se alla base di tali incomprensioni c'è una pessima gestione del budget, è altrettanto vero che la sceneggiatura - scritta a sei mani dallo stesso regista, Joseph Simas e Eric Besnard - lascia perplessi.

Seguimi e ti salverò da te stessa

Tratto dal romanzo “Babylon Babies” di Maurice Georges Dantec (da cui Kassovitz si distacca volutamente), Babylon A.D. narra le gesta del mercenario Toorop (Vin Diesel) e della sua missione apparentemente tranquilla: scortare la misteriosa Aurora (Mélanie Thierry) da un monastero in Mongolia fino al cuore di Manhattan. La ragazza, che a soli due anni sapeva parlare 19 lingue, raggiunta la maggiore età ha iniziato a sviluppare capacità paranormali di preveggenza. Nata nel monastero, sempre sorvegliata a vista dalla sua tutrice Suor Rebecca (Michelle Yeoh), non ne è mai uscita. Toorop però non sa quale terribile segreto nasconda questa bellissima ragazza dai capelli biondi e dagli occhi celesti...

Babylon Babies

Il romanzo originale è un techno-thriller difficilmente classificabile, sicuramente delirante e visionario. Il pregio di Dantec è quello di scrivere (e descrivere) il futuro tenendo sempre in considerazione l'uomo e la sua spiritualità. Scritto divinamente e dallo stile ricercato, Babylon Babies è un romanzo da leggere tutto d'un fiato.

Fuga incoerente

Sci-fi tecnicamente modesto dall'ambientazione low-tech, sfrutta il romanzo di Maurice Georges Dantec per concentrare nel sottotesto un messaggio fortemente critico, cercando di emozionare (nelle intenzioni) lo spettatore. In che modo? E' proprio questo il problema. La storia, oltre a mancare di mordente, appare drasticamente deframmentata, come se fosse stata tagliata pesantemente durante la post produzione. La metafora legata a Babilonia, città del peccato, traspare solo a tratti, coperta da lungaggini incoerenti - inframmezzati da dialoghi talvolta ridicoli - e tonnellate di violenza dal discutibile fine espressivo. Un film dall'animo messianico incapace di sfruttare le enormi potenzialità del soggetto e altrettanto goffo nel chiudere il cerchio, minato oltretutto da una sceneggiatura involontariamente comica e poco approfondita.
Sullo sfondo di questa apocalisse di idee, una metropoli distrutta dal caos e soffocata dall'anarchia, nella quale si inseriscono i personaggi simbolo interpretati da Vin Diesel e Mélanie Thierry. Confusi e inspiegabilmente compiaciuti dai loro stessi ruoli, i due attori non danno un'interpretazione convincente. Nonostante l'azione non manchi di accelerare un ritmo generalmente fiacco, la pellicola manca di inventiva oltre che di un solido stile visionario. Ironico Gérard Depardieu, fuori contesto Michelle Yeoh. Vittima, quasi palese, di un anatema produttivo, Babylon A.D. risulta in sintesi castrato e inconsistente; assunto di un cinema commerciale e facilone incompatibile con l'autorialità, semmai ne conservi ancora, di Kassovitz. Una versione alternativa di Dante 01 - col quale condivide per altro un attore chiave, Lambert Wilson - e altrettanto poco riuscita. Ennesimo buco nell'acqua per Vin Diesel, il quale, sempre rimanendo in tema, preferiamo ricordarlo con affetto nell'unico vero film di valore a cui abbia mai preso parte: Pitch Black.

Babylon A.D. Criptico, incompleto e fuori parametro per qualsivoglia critica obbiettiva, il nuovo film di Kassovitz è una delusione su tutti i fronti. Talento ribelle e a conti fatti in discesa, il regista francese questa volta non ce l'ha fatta. Certo, la cosa davvero incredibile è che per la prima volta il massacro critico non proviene dalla stampa specializzata ma dallo stesso autore e regista. Come da sua stessa ammissione: “Babylon A.D. è in fin dei conti pura violenza e stupidità.” Noi apprezziamo la sincerità e siamo totalmente d'accordo con lui.

5

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