Recensione Annabelle

Arriva il prequel dell'inquietante L'evocazione - The conjuring: i più paurosi sono stati avvertiti!

Recensione Annabelle
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Tenendo in considerazione il fatto che il primo lungometraggio cinematografico a cui ha collaborato come direttore della fotografia sia stato La bambola assassina 3 (1991) di Jack Bender, sembrava quasi un segno del destino che il californiano John R. Leonetti dovesse dirigere - dopo Mortal kombat - Distruzione totale (1997) e The butterfly effect 2 (2006) - una pellicola horror riguardante un tutt'altro che raccomandabile pupazzo dai connotati femminili.
Per la precisione, non un film di burattini o fantocci killer, bensì il prequel di quel L'evocazione - The conjuring (2013) che, firmato dal cineasta di origini malesi James Wan - artefice delle saghe Saw e Insidious - ed ispirato, a quanto pare, a fatti realmente accaduti, pose Patrick"Young adult"Wilson e Vera"Tra le nuvole"Farmiga nei panni di due noti investigatori del paranormale chiamati ad aiutare una famiglia terrorizzata dalla presenza maligna manifestatasi all'interno della sua isolata fattoria.
Fattoria in cui, appunto, faceva la sua apparizione la bellissima e rara bambola vintage Annabelle, vestita con abito da sposa bianco candido e che, in questo nuovo tassello volto a raccontarne le precedenti malefatte, finisce per essere regalata da John Form alias Ward Horton alla moglie incinta Mia, con le fattezze di Annabelle Wallis.

Prima de L’evocazione

Mia, proprio come la Farrow protagonista del super classico Rosemary's baby - Nastro rosso a New York (1968), richiamato alla memoria non solo dal fatto che una setta satanica invade una notte l'abitazione della coppia, violentemente attaccata, ma anche e soprattutto a causa dell'insistito sguardo su notiziari televisivi relativi al massacro di Bel Air nel corso di cui, per mano della diabolica combriccola guidata da Charles Manson, perse la vita la Sharon Tate compagna del regista Roman Polanski.
E non si tratta, certo, dell'unico riferimento cinefilo presente, in quanto, man mano che viene ribadito che Dio loda il sacrificio e che si susseguono situazioni proto-Paranormal activity private, però, del look da found footage, non manca neppure una serrata situazione casalinga con entità artigliata che rimanda, a tratti, ad uno dei momenti mitici di Nightmare - Dal profondo della notte (1984) di Wes Craven.
Tutto citazionismo che, nel coinvolgere nella vicenda anche un sacerdote incarnato da Tony Amendola, da un lato rischia di far apparire l'insieme già visto agli occhi dello spettatore maggiormente conoscitore del filone, dall'altro, invece, si rivela giocato in maniera funzionale - seppur non eccelsa - a confezionare una macchina di celluloide da brivido in grado di regalare oltre un'ora e mezza d'intrattenimento al sapor di orrore vecchia maniera, come già avvenuto nel superiore capostipite waniano. Capostipite in cui, curiosamente, la fotografia - a firma proprio di Leonetti - possedeva un sapore anni Settanta del quale qui appare totalmente priva.

Annabelle Direttore della fotografia de L’evocazione - The conjuring (2013) di James Wan, John R. Leonetti - già regista di Mortal kombat - Distruzione totale (1997) e di The butterfly effect 2 (2006) - dirige questo prequel che, al fine di ribadire che il male non potrà mai essere veramente distrutto, pone al proprio centro la tanto dolce quanto inquietante figura della bambola vintage Annabelle, la quale finisce nelle mani di una giovane coppia sposata. Come nel capitolo precedente (o successivo, se ci riferiamo alla cronologia degli eventi narrati), l’evidente intento è quello di riallacciarsi alla vecchia scuola della celluloide dell’orrore, con chiari riferimenti al polanskiano Rosemary’s baby - Nastro rosso a New York (1968) e massiccio ricorso al sempreverde stratagemma dell’uso del sonoro per garantire spaventi. E, pur senza eccellere, il risultato è un’operazione capace di giocare in maniera discreta con i cliché del genere, riuscendo anche nell’impresa di non annoiare lo spettatore, tanto da spingerlo ad ignorare uno script che avrebbe necessitato di maggiore attenzione.

6

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