Recensione Angel - La vita, il romanzo

La rinascita del melodramma in un'efficace e sontuosa ricostruzione storica

Recensione Angel - La vita, il romanzo
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Angel Deverett come Scarlett O'Hara. Il tutto in un film che sembra non appartenere al nostro tempo, ma venire dai più profondi cassetti del passato. Qui riaperti da Frank Ozon, eclettico regista francese (Otto Donne e un Mistero e Il Tempo che Resta tra le sue opere più conosciute) che si diverte a recuperare generi apparentemente svaniti nel tempo. Qui cerca di riproporre al grande pubblico il melodramma, campo che ha visto tra le sue fila generare veri e propri capolavori del cinema, da lavori di Douglas Sirk e Fassbender, fino al film che forse meglio rappresenta la concezione di grande cinema, quel Via col Vento ormai pagina immortale della Settima Arte. E non è un caso se la protagonista di questo film, una giovane scrittrice, ricalchi la figura dello splendido personaggio interpretato da Vivian Leigh. Presuntuosa, antipatica a tratti all'eccesso, ma capace comunque di generare compassione nello spettatore. Forse alla figura di Angel manca quella forza e quella maturazione che invece Scarlett aveva faticosamente sfiorato più volte con determinazione, ma per molti versi hanno dei punti in comune. Il tutto tratto da un romanzo di Elizabeth Taylor (no, non la grande Liz, ma un semplice quanto "fortunato" caso di omonimia), ispirato a sua volta alla vera vita di Marie Corelli. Se poi nei panni di Angel troviamo una giovane ma promettente attrice quale Romola Garai (sugli schermi attualmente anche con Espiazione), che regala una prova di grande intensità e bravura, attorniata peraltro da un cast perfetto, viene difficile deludere le attese. Infatti anche tutti i personaggi che girano attorno alla vita della protagonista portano volti di attori di ottima qualità, quali Sam Neill (Jurassic Park, Il Seme della Follia) nei panni dell'editore e Charlotte Rampling in quelli di sua moglie (La Caduta degli Dei) e non può mancare una menzione d'onore per i due personaggi che più saranno vicini ad Angel, nel bene ma soprattutto nel male : Michael Fassbender (curiosa anche qui l'omonimia col regista precedentemente citato), già visto negli aridi campi guerreschi di 300, e che qui si trova in una battaglia ancor più difficile rispetto a quella per difendere Sparta: infatti sarà lo sposo della protagonista, e vivrà senza identità per buona parte della sua vita, con la compagna e la sorella, una sublime Lucy Russell che dona al suo personaggio un'emotività commovente.

Sogni che nascono, sogni che muoiono

Ogni singolo fotogramma è permeato da una malinconia tragica, capace di catturare e avvolgere lo spettatore in una sorta di limbo nel quale il tempo non ha più senso. Anche nei momenti apparentemente più felici, si respira sempre quell'aura di catastrofe imminente che evita al film di scadere in eccessive melensaggini. La giovane Angel vive con la madre nella drogheria di famiglia, a scuola viene sbeffeggiata da compagni e professori, ma coltiva un grande sogno che l'aiuta ad andare avanti. Quello di diventare una grande scrittice, e di poter così realizzare tutti i suoi desideri: primo fra tutti quello di poter andar a vivere in un'enorme villa, dove sua zia lavora come cameriera. La fortuna vuole che uno dei suoi scritti venga letto da un editore, il quale decide di pubblicare alla giovane il suo primo libro. Abbagliata dalla fortuna e dal successo, Angel finisce per entrare in una sorta di estasi immaginaria, nella quale non riesce più a separare la realtà dalla finzione. E continuando a pensare di essere la unica e sola protagonista, e che ogni cosa debba girare intorno a lei, perde pian piano tutto ciò per cui aveva lottato. Una storia come detto d'altri tempi, che farà sbadigliare chi abituato al cinema da blockbuster che ci viene propinato oggi come bocca della verità cinematografica. Ma per i cinefili più accaniti e preparati, la pellicola di Ozon riserverà non poche soddisfazioni. Si può cominciare a lodare il regista francese per molte delle componenti del suo ultimo prodotto: prima su tutti sicuramente la ricostruzione storica, che vede nelle scenografie e nei costumi il vero punto di forza, di un'eleganza che lascia stupefatti e che saprà ammaliare gli amanti dei particolari e del cinema in costume. In seguito l'uso delle musiche, mai invasivo e ridondante, ma sempre in grado di rappresentare gli stati d'animo della protagonista nel migliore dei modi. E ancora la fotografia, l'uso raffinato di luci e ombre, il trucco di ogni singolo personaggio che sembra realmente uscito dal secolo scorso. Naturalmente, su tutto domina l'abile mano di Ozon, che si dimostra sapiente narratore dell'animo umano e trasmette in ogni singola inquadratura quel distacco così esasperato di Angel dalla vita reale. Potente e sontuoso, ma senza scadere in facili escamotage, bensì adottando uno stile sobrio che vede il gran merito di posizionare la camera al posto giusto nel momento giusto. Angel - La Vita, il Romanzo è sicuramente anacronistico, una nostalgica rievocazione di un tempo che fu, di un cinema ormai dimenticato. Un riuscitissimo omaggio ad un genere decaduto, e il quale merità una meritata e mai tardiva riscoperta. Ci sono modi e modi per commuoversi: in questo film ne troverete uno tra i migliori.

Angel - La vita, il romanzo Fuori dal tempo: una riuscita, elegante e sontuosa rievocazione di un genere, il melodramma, ormai solo lontano ricordo di un cinema che fu; una sorta di eroina drammatica dalle svariate sfumature, antipatica e sognatrice, ma per la quale alla fine è difficile non provare pietà; una regia di gran classe e uno splendido comparto scenico-costumistico sono solo alcuni dei punti forza di una pellicola importante. Oggi sicuramente di difficile assimilazione, per un pubblico drogato di pop-corn e blockbuster, ma un'occasione quasi unica per le platee più smaliziate e cinefile.

7.5

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