Recensione Amore e altri Crimini

Arsenijevic alla ricerca della differenza tra amare e farsi male

Recensione Amore e altri Crimini
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Il confine fra egoismo e legittimità, nei sentimenti, è un tema più volte esplorato, con alterne fortune, da autori e registi.
Stefan Arsenijevic, giovanissimo regista serbo (qui al suo primo lungometraggio) ci propone nel suo Amore e altri crimini una visione della tematica decisamente disincantata, ambientata nella "sua" Belgrado, tra la decadenza di sempre e quella nuova, introdotta dal consumismo.

Heaven's not enough...

La vita a Belgrado non è facile. Non lo è stata prima, durante la dittatura e la guerra. Non lo è tutt'oggi, col consumismo di facciata e la voglia di fare le valigie sempre dietro l'angolo.
Lo sanno bene i protagonisti di questa storia, per i quali il modo di dire "tirare avanti" è diventato uno stile di vita.
Anica (Anica Dobra) è una donna ormai disillusa e stanca, combattuta, ma anche determinata a cambiare vita, abbandonando tutto e tutti dopo aver accuratamente preparato per ognuno un significativo regalo di addio. Ma la sua sicurezza non è poi così grande, e vacilla di fronte ai sentimenti che prova per le persone che si costringe a lasciare dietro di sè...

...if when you get there, just another blue.

Sicuramente la pellicola di Arsenijevic non è un inno alla gioia e alla speranza. I suoi personaggi sono le immagini riflesse di quello che potevano essere o diventare in un altro contesto o luogo, e tutte le frasi con cui i personaggi sembrano farsi forza, per quanto sentite, suonano quasi come dei contentini per trovare nuova speranza per andare sempre più avanti, verso quel futuro tanto atteso, sognato e desiderato, ma che invece, giorno dopo giorno, rimane sempre uguale a se stesso e si riproduce nel presente.
Resta solo la tentazione di rifarsi in qualche modo una vita, tentazione che sfiora tutto e tutti ma che nella migliore delle ipotesi viene rappresentata da un vestito nuovo o da un aeroplano. Non c'è spazio per il perdono, e non c'è futuro, nella triste realtà di di Arsenijevic, qualunque atteggiamento si decida di prendere o non prendere.
Tutti sono rei, più o meno confessi, di qualche crimine: dal chiedere il pizzo al voler troppo bene a qualcuno.
Messaggi riportati in modo chiaro eppure in ogni caso non disperato dal bravo regista serbo, che restituisce una realtà opprimente senza essere opprimente lui stesso: il film infatti lascia vivere agli spettatori le angosce dei suoi protagonisti lasciando però spazio alle riflessioni e alle reazioni personali, senza perdersi in laconici siparietti se non quello, squisitamente reiterato, che vede l'utilizzo quasi ossessivo della canzone "Besame mucho" in modo simile, e opposto -oseremmo anche dire migliore- a quanto fatto da Luhrmann con "Over the rainbow" in Australia.
Il film, come tutti i drammi dello spirito, è fatto di mezze battute, di mezze verità, di mezzi sorrisi, messi in opera da un concerto di attori che al pubblico italiano risultano pressoché sconosciuti ma che in patria hanno, a diritto, un posto tra i big. I due attori protagonisti, Anica Dobra e Vuk Kostic, nonostante siano all'anagrafe ben più anziani di quanto debbano rappresentare in pellicola, funzionano benissimo, sia in coppia che separatamente, riportando anche qualcosa di squisitamente autobiografico nei loro personaggi così umani in quanto incompleti.
Kostic è perfetto nella parte dell'uomo/ragazzino (Stanislav) che per quanto voglia essere adulto (tanto da amare una donna più grande di lui di dieci anni) non è ancora riuscito a trovare un posto che sia tutto suo, nel mondo, schiacciato dai sensi di colpa e reverenza nei confronti della madre e del suo "datore di lavoro".
Ottima prova anche per Feda Stojanovic, che si muove con la dovuta pinguetudine nei panni del boss di periferia Milutin, personaggio perfettamente tratteggiato nel suo essere decisamente troppo buono per ricoprire tale carica, ma "costretto" dalle situazioni contingenti a vivere da malavitoso fallito, con tutte le sue malinconie, i suoi rimorsi e i suoi affetti più o meno traditi.

Amore e Altri Crimini Amore ed altri crimini è un film che merita un'attenta visione da parte di chi ama i film intimisti. Diritto guadagnato sul campo, oltre che per il buon lavoro tecnico di tutto il cast, per come l'autore e regista sia riuscito a mettere in piedi una commedia drammatica così pessimista senza scadere nel vittimismo e nel patetico. I suoi personaggi si muovono in una Belgrado algida, dove non c'è differenza fra periferia e centro, fra mattina e sera: quello che conta è farcela, in qualche modo. Rifugiandosi negli affetti o scappando dagli stessi. Semplicemente, vivendo, anche se annaspando e procedendo a tentativi, mentre il loro creatore li dipinge sulla pellicola con mano sicura.

7

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