Recensione Amore a mille... miglia

Può un amore essere più forte delle distanze...?

Recensione Amore a mille... miglia
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La fine delle vacanze estive coincide inesorabilmente con l'aumento esponenziale dei film più o meno romantici presenti nel cartellone delle proposte cinematografiche. Matrimoni strampalati, storie d'amore confuse con la magia, ritorni a casa di orchi verdi e lettere spedite alla sempre tormentata Giulietta. Si potrebbe dire che l'amore è nell'aria e in questa si espande e si propaga, fino a raggiungere distanze interminabili... come un Amore a mille miglia.

Tra New York e San Francisco

Erin (Drew Barrymore) è un'aspirante giornalista in stage presso un giornale di New York. Quando una sera, tra videogiochi e birre, conosce in un pub il giovane Garrett (Justin Long) decide di dividere con lui le sei settimane che le restano da passare in città, conoscendosi e divertendosi senza alcun impegno. Ma l'intesa diviene inevitabilmente più grande di loro e quella che era nata come una spensierata avventura si trasforma presto in una storia a distanza. Lui bloccato a New York dal suo lavoro presso una casa discografica, lei a San Francisco per terminare i suoi studi. Sms, telefonate e sporadici incontri non riusciranno a sopperire alle miglia che li tengono lontani e così Erin e Garrett devono prendere una decisione e scegliere se rinunciare a parte della loro vita per dare un futuro alla loro storia.

Essere realisti

Amore a mille miglia è il primo lungometraggio cinematografico della documentarista Nanette Burstein che decide di puntare tutto su una trama molto semplice e lineare. Il suo passato lavorativo emerge soprattutto nel modo in cui affronta la storia, distaccandosi momentaneamente dal tipico approccio sdolcinato e ricercando un linguaggio più vicino alla realtà. "Venendo dal mondo dei documentari, dove si deve catturare la vita reale, volevo dirigere un film che fosse il più realistico possibile, anche a costo di sentire dire parolacce", racconta la regista. E infatti i dialoghi scanzonati, irriverenti e a volte privi di un senso apparente, sembrano proprio quelli che ognuno di noi farebbe con i propri amici, senza preoccuparsi di limitazioni di genere. Peccato che spesso sfocino in atteggiamenti un po' troppo sopra le righe che, invece di generare quella sincera e indispensabile risata, lasciano basiti e interrompono il patto funzionale.

Oltre le distanze

Il fulcro dell'intera narrazione è la storia d'amore tra Erin e Garrett, interpretati dalla fidanzatina d'America Drew Barrymore e dal sempre più affermato Justin Long. Ed è proprio nella definizione di questi due personaggi che si vede maggiormente la mano femminile dietro la macchina da presa. Erin, contrariamente ai ruoli solitamente interpretati dall'attrice, è una donna moderna, testarda, che non è disposta a sacrificare la propria carriera per un uomo. All'opposto Garrett appare come un uomo immaturo e capriccioso. Così come vengono presentati anche i suoi due amici Box e Dan, rispettivamente Jason Sudeikis e Charlie Day, chiamati con i loro tratti esageratamente bizzarri (ma non del tutto inverosimili) a reggere l'intera struttura comica del film. Soprattutto perché, trattandosi di una pellicola su una storia d'amore a distanza, amici e parenti dei due protagonisti si distaccano dal proprio ruolo di sfondo e divengono personaggi principali. Se da una parte abbiamo i due amici di bevuta, amareggiati da come l'amore stia cambiando il loro compagno, dall'alta, a spalleggiare e cercare di proteggere Erin, troviamo Christina Applegate nei panni della sorella Corinne. Un cast di volti noti e giovani promesse della TV che scoppietta e diverte, piacevolmente sopra le righe e mai davvero esagerato nelle interpretazioni.

Amore a mille... miglia Romantico, ironico, reale: Amore a mille miglia non sarà di certo la commedia romantica più brillante dell'anno, ma riesce a concentrare al suo interno moltissime caratteristiche che lo rendono divertente e assolutamente godibile. Nonostante la mancanza di veri e propri colpi di scena e una banalità di fondo nella conclusione della storia, il film regge bene i suoi 100 minuti di pellicola e tra musica (come quella degli emergenti The Boxer Rebellion), citazioni e battute lo spettatore difficilmente troverà il tempo di annoiarsi.

6.5

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