Recensione Alvin: Superstar

Alvin Rock 'n Roll, Alvin superstar... sfavillante, galante...

Recensione Alvin: Superstar
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Alvin, Theodore e Simon sono tre Chipmunks (una specie di scoiattoli autoctona dell'America) stanchi della loro vita bucolica fra provviste per l'inverno e fronde arboree. Quando il loro pino sarà tagliato per diventare l'albero di Natale in un grattacielo di Los Angels si ritroveranno catapultati nel mondo degli umani e, spinti dalla curiosità tipica dei cuccioli, si intrufoleranno fra le borse di un autore musicale fallito, Dave (Lee) che, suo malgrado, se li ritroverà in casa. La convivenza forzata, però farà scoprire al nostro musicista le qualità canore dei tre scoiattoli e, grazie a loro otterrà successo e fama, ma si attirerà anche le invidie di Ian (Cross), cinico ed avido produttore musicale. Ovviamente tutto andrà a finire bene, i valori dell'amicizia, della famiglia e del rispetto del diverso saranno difesi e Dave riuscirà, come da copione, a far breccia nel cuore della sua amata del liceo (Richardson). Non manca proprio niente, dunque, per una bella commedia da vedere con i bambini.

Basato su una serie di cartoon celebre nei primi anni '90 (arrivata in Italia su Canale 5 con il titolo di Alvin rock ‘n Roll), il film aggiorna l'ambientazione al nuovo millennio e tenta un improbabile rilancio del prodotto. Abbiamo così Alvin e gli altri che cantano canzoni degli Oasis, brani RnB e, addirittura, incursioni nella musica elettronica. Anche se fa strano dirlo, l'operazione è andata a buon fine; Alvin superstar è un film piuttosto divertente che, pur nella sua banalità di fondo, riesce a far sorridere grandi e piccoli per novanta minuti buoni, senza scadere quasi mai nel patetico e nel commerciale. Lo spettatore più smaliziato noterà sicuramente scelte discutibili, come il nuovo look dei Chipmunks (ispirato ai rapper come 50 Cent) e l'invadente product placement di alcune scene; ma il tutto è trattato con una tale ironia che si può quasi soprassedere su queste cadute di gusto. Anche la scelta di doppiare le canzoni si rivela azzeccata, permettendo soprattutto agli spettatori più giovani di canticchiare i motivetti del terzetto, capendo la loro importanza nel contesto della trama.Sul fronte più prettamente filmico non c'è nulla da segnalare, il regista (Tim Hill, già creatore della fortunata serie di Spongebob Squarepants) pesca a piene mani dalla tradizione della commedie per famiglie degli anni '90, con più di una strizzatina d'occhio ai film con Macaulay Culkin (Mamma ho perso l'aereo, Richie Rich...) ed ai classici Disney. Alcune citazioni sono, fra l'altro piuttosto raffinate e più prettamente dedicate ai genitori porteranno i figli al cinema, come il poster di Bob Dylan appeso in casa di Dave o la copertina di Rolling Stones che definisce i Chipmunks ed il loro autore "Fab Four" (con l'ovvio ed ironico riferimento ai Beatles). Queste piccole chicche, unite ad una storia flebile ma appagante come solo le fiabe sanno essere, faranno divertire anche chi non bambino non è più, mentre i più piccoli si divertiranno con le scorribande di Alvin e soci.Peccato però che la solita, schizofrenica, distribuzione italiana abbia fatto uscire il film solo ora, quando avrebbe guadagnato molto in atmosfera sotto le feste (dato che buona parte della vicenda è ambientata durante la Holyday season). Ma si sa in Italia il periodo natalizio è monopolizzato dalle nostre grandi produzioni, come Natale in Crociera o 3MSC. Non lamentiamoci, è inutile.

Sul versante tecnico invece Alvin stupisce. E lo fa per davvero. I tre scoiattolini sono perfettamente animati e modellati, riuscendo nel difficile compito di sembrar veri pur mantenendo le fattezze dei cartoni animati. Anche l'integrazione con gli attori in carne ed ossa e con i fondali reali è molto, molto ben riuscita, la quale, sommata alla grande espressività detta in precedenza riesce a creare l'illusione che le tre piccole palle di pelo siano reali, quasi da accarezzare. Se pensiamo che, in realtà gli attori hanno girato quasi sempre da soli, recitando monologhi si capisce ancora di più come il cinema moderno ormai non abbia più confini, se non l'immaginazione dei registi.

Alvin: Superstar In definitiva Alvin è un bel prodotto d’intrattenimento, privo di pretese “adulte” e dolcemente superficiale, che fa uscire dal cinema con un sorriso ebete stampato sulle labbra. E di questi tempi, di sicuro, non fa male.

6.5

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